Tropea e Dintorni

Arme della città di Tropea
Home Editoriale Politica Cultura Spettacoli Sport Economia Numeri utili Rubriche Archivio
Chi siamo Lettere Poesie Hotel Villaggi Tropea Località Dintorni Escursioni Itinerari Artisti
La collaborazione a Tropea e Dintorni è da intendersi a titolo gratuito ed a scopo divulgativo. Gli autori si assumeranno ogni responsabilità sul contenuto dei propri lavori. La redazione si riserva il diritto di accettare ogni elaborato.

Rss feed Rss Feed  
e-mail e - mail

Il Meteo Il meteo

Manifesti e volantini Manifesti 
P. Vito Michele Di Netta L’Apostolo delle Calabrie il venerabile
P. Vito Michele Di Netta
un’anima gigante

 

I santi

Nel nostro cammino di fede, i santi occupano un posto straordinario: oltre che come intercessori presso il Signore, essi ci sono proposti dalla Chiesa in qualità di esempio, ma anche come compagni di viaggio.

Essi non sono dei modelli ideali, lontani quanto irraggiungibili. Di là dell’aureola che circonda la loro testa o del “mito” con cui troppo facilmente li rivestiamo, essi si propongono a noi con la loro semplice e talvolta faticosa fedeltà al vangelo, con l’amore sincero a Gesù Cristo che non li ha esentati da errori, con il loro contare sulla grazia di Dio più che sui propri meriti.

È necessario perciò conoscerli da vicino, avvicinare la loro storia così come si è svolta nella normale vita quotidiana: questo ci aiuta non solo a restituire loro una patina di verità, ma anche a far tesoro del loro insegnamento. E a farceli amici nella nostra ricerca di Dio.

 

S. AlfosoL’Apostolo delle Calabrie

 

Pur non ancora elevato agli onori degli altari, il Venerabile Vito Michele Di Netta si segnala a noi per la santità della sua vita.

 

Un’anima gigante”, lo definì Pio XI riconoscendone l’eroicità delle virtù nel 1935. Ma questo non deve far pensare a penitenze laceranti o a fatti miracolosi: ambedue le cose non mancarono, nel P. Di Netta, ma si innestarono su di una vita semplice, abitata dalla presenza di Dio e percorsa tutta dall’anelito missionario.

La sua vicenda terrena può riassumersi in poche righe. Egli nacque a Vallata (AV) il 26 febbraio 1787, nello stesso anno in cui moriva Sant’Alfonso de Liguori, fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore, di cui il P. Di Netta sarebbe entrato a far parte. Morì a Tropea (VV) il 3 dicembre 1849, nel giorno di San Francesco Saverio, patrono delle Missioni. Tra queste due date, si consuma un’esistenza che ancora oggi ha molto da dire.

 

Di Netta (Particolare del dipinto "mani")L’infanzia trascorre come per molti ragazzi del suo tempo: ha però la fortuna di crescere in un ambiente sano e pio. È già frequente, a quel tempo, vederlo con le mani giunte che segneranno le sue immagini da adulto. Entra nel seminario diocesano di Sant’Angelo dei Lombardi, ma il suo desiderio di darsi più radicalmente a Dio e soprattutto d’essere missionario lo fanno optare per i Redentoristi. Le difficoltà però non mancano: fa i suoi primi voti nel 1805, mentre incombe la soppressione delle case religiose per opera di Napoleone, e con essa un’atmosfera anticlericale. Torna al paese, vivendo da religioso in un ambiente ostile. Nel 1808 gli è possibile ritornare in comunità e ripetere la sua professione. Il 30 maggio 1811 è ordinato sacerdote a Lacedonia (AV), e lo stesso anno gli si apre davanti lo scenario nel quale si consumerà quasi tutto il resto della sua vita: la Calabria.

 

Tempesta mare 1A parte una breve parentesi vissuta come Maestro dei Novizi a Ciorani (SA), P. Di Netta consumerà infatti gran parte dei suoi anni nel lembo estremo dello “stivale”, a quel tempo sinonimo di brigantaggio, di illegalità, di analfabetismo culturale e religioso: in breve, terra di missione. Dopo un rapido passaggio a Catanzaro, P. Di Netta trascorrerà 37 anni a Tropea, ma questa sarà solo una base da cui partire per ripetuti viaggi apostolici in tutta la regione. A Tropea sarà Superiore e semplice membro di comunità, qui innalzerà una cappella in onore del fondatore Sant’Alfonso al momento della sua canonizzazione (1839), qui consumerà giornate al confessionale, compirà prodigi e riconcilierà nemici, sarà additato come “predica vivente” per via della santità di vita che irradiava.

A Tropea le spoglie mortali del P. Di Netta furono coronate da un tributo affettuoso straordinario, al momento dei funerali, e ivi sono tuttora oggetto di devozione. Da Tropea speriamo che il suo ricordo s’irradi al mondo intero, se Dio un giorno lo vorrà Santo per il bene della Chiesa.

 

Tempesta mare 2Una santità semplice

Di questo figlio dell’Irpinia trapiantato in Calabria molto si potrebbe dire. La sua figura e il messaggio spirituale aspettano tuttora di essere scandagliati in tutta la loro ricchezza, attingendo in particolare ai suoi appunti spirituali.

Qui vogliamo richiamare brevemente alcuni elementi del suo messaggio, che si rivelano di grande attualità per noi cristiani del terzo millennio:

·        

La santità è possibile. Del P. Di Netta la tradizione ci rimanda un’immagine come di un “serafino d’amore”, un uomo perennemente con le mani giunte, se non sollevato in estasi. Un uomo capace di estenuanti viaggi missionari, alcuni della durata di vari giorni. Un uomo che ha lavorato in Chiesa a Tropea pur con la malattia addosso. Ma quest’immagine non deve farci dimenticare la sua semplice e nascosta fedeltà nella vita quotidiana. P. Di Netta è stato un religioso che ha vissuto in maniera sobria e regolare la sua vocazione. Questa è stata per lui la strada su cui vivere i due comandamenti dell’amore di Dio e del prossimo. Semplicemente, egli ha fatto della sua vita un dono a questi due grandi amori. Un programma di vita accessibile, oltre che doveroso, per ogni cristiano. In qualunque stato di vita.

 

La santità è un cammino. Niente s’improvvisa, soprattutto quando abbiamo a che fare con traguardi belli e importanti. La santità esige la nostra cura, una doverosa attenzione anche ai dettagli. P. Di Netta ha osservato la Regola di vita dei Redentoristi, ma – come se non bastasse – aveva per sé un minuzioso programma, che egli chiamò La Settimana Santificata. Giorno dopo giorno, questa lo aiutava ad essere fedele al suo Dio, a salvaguardare la preghiera, a rendere il suo carattere più conforme al vangelo. Scrupolosa era anche la sua preparazione all’agire missionario, come esigente era il programma del “dopo missione” che egli lasciava al suo passaggio. Nel bene si persevera e si cresce con un programma metodico e costante, altrimenti il male continua a disorientarci più del dovuto.

Lapide sepolcraleLa pace si decide nella coscienza. Un grande ruolo fu svolto dal P. Di Netta nel campo della pace sociale: faide familiari e conflitti tra le persone furono sanati con la sua predicazione, con la sua presenza nei focolari e soprattutto attraverso il sacramento della Riconciliazione. Le ore da lui spese al confessionale sono un monito ancora urgente per il nostro tTropea - Tomba P. Di Nettaempo, quando facilmente si cerca la soluzione alla guerra e all’odio nelle strategie sociali, negli accordi politici o in una semplice stretta di mano. Solo un cuore convertito dalla misericordia di Dio può costruire ponti duraturi di pace. Solo l’esperienza di chi si scopre perdonato da Dio può riversare sugli altri clemenza e compassione.

Si è missionari col cuore. Di P. Di Netta non sono passate alla storia presunte, straordinarie qualità personali o un particolare ingegno. Non aveva una voce tuonante né una figura imponente. Egli però attirava le masse e convertiva i cuori, semplicemente a partire dal suo cuore. Un cuore zelante, desideroso di trasmettere agli altri ciò che lui in prima persona aveva sperimentato: l’amore di Dio in Gesù Cristo. Un cuore sereno e disponibile, che molto lo aiutò quando dovette vivere – in pratica da laico – in un ambiente antireligioso. Anche noi oggi, sacerdoti, religiosi o laici che siamo, abbiamo una missione da compiere nella nostra vita quotidiana. Non aspettiamo di essere ricchi per poter donare: non lo faremmo mai. Riusciremo a trasformare la realtà che ci circonda facendo leva su ciò che di più prezioso abbiamo: il nostro cuore, lì dove abita Dio.

 

(a cura della Postulazione generale)

 

P. Vito Michele Di Netta POStulatore Generale

Posizioni e articoli
per i processi ordinari
della fama di santità
del P. Vito Michele Di Netta

Angri 1896

 

 

pag.1 pagg.2-3 pagg.4-5 pagg.6-7 pagg.8-9 pagg.10-11
pagg.12-13 pagg.14-15 pagg.16-17 pagg.18-19 pagg.20-21 pagg.22-23
pagg.24-25 pagg.26-27 pagg.28-29 pagg.30-31 pagg.32-33 pagg.34-35
pagg.36-37 pagg.38-39 pagg.40-41 pagg.42-43 pagg.44-45 pagg.46-47
pagg.48-49 pagg.50-51 pagg.52-53 pagg.54-55 pagg.56-57 pagg.58-59
pagg.60-61 pagg.62-63 pagg.64-65 pagg.66-67

pagg.68-69

pagg.70-71

pagg.72-73 pagg.74-75 pagg.76-77 pagg.78-79 pagg.80-81 pagg.82-83
pagg.84-85 pagg.86-87 pagg.88-89 pagg.90-91 pagg.92-93 pagg.94-95
pagg.96-97 pagg.98-99 pagg.100-101 pagg.102-103 pagg.104-105 pagg.106-107
pagg.108-109 pagg.110-111 pagg.112-113 pagg.114-115 pagg.116-117 pagg.118-119
pagg.120-121 pagg.122-123 pagg.124-125 pagg.126-127 pagg.128-fine Tutto il libroZip

 

Gennaio  2009 www.tropeaedintorni.it © 1994-2009 - Tutti i diritti sono riservati.  Web master e design  Francesco Barritta - Libertino