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Luigia CapuaIl Comune ha intitolato la Biblioteca Comunale al nome dell’illustre “maestro”

Albino Lorenzo "Il Patriarca di Tropea"

Il 27 dicembre scorso la cerimonia, di fronte alla moglie del maestro, la signora Luigia Capua ed ai suoi numerosi figli e nipoti

 

Francesco Barritta

foto Salvatore Libertino

 

Tropea - Il 27 dicembre di due anni fa moriva Albino Lorenzo. Due anni dopo, in coincidenza con il secondo anniversario della sua morte, alla presenza di moltissimi cittadini, il Comune ha intitolato la Biblioteca Comunale al nome dell’illustre “maestro” con una cerimonia toccante.

Una simile iniziativa era stata già auspicata un anno fa dal dr.  Domenico Tropeano, consigliere di minoranza, in una lettera indirizzata al sindaco in cui proponeva anche altre iniziative per commemorare la figura di uno dei figli più illustri e celebri di Tropea. A riproporla di recente è stata poi la sezione locale del Rotary Club, attraverso il presidente Luigi Condina. L’amministrazione Comunale ha perciò fatto proprio questo desiderio di onorare con un solenne riconoscimento Lorenzo e di intitolare il luogo pubblico a colui il quale è stato definito l'ambasciatore della Saccà, Accorinti, Euticchio, Condina, Romanocultura Calabrese nel mondo.

Alla cerimonia del 27 dicembre scorso, di fronte alla moglie del maestro, la signora Luigia Capua ed ai suoi numerosi figli e nipoti, hanno quindi preso parte, assieme a Condina ed alla presidente della Consulta delle Associazioni Vittoria Saccà, anche l’avv. Michele Accorinti, assessore al Turismo, la prof.ssa Gerarda Ruffa, consigliera con delega alla Cultura, e lo stesso primo cittadino di Tropea, il dr. Antonio Euticchio. Per suggellare l’evento, infine, il Rotary ha commissionato una stele che verrà posizionata nella Biblioteca.

A pochi giorni da quella serata, però, c’è già chi commenta negativamente il gesto. «Secondo noi non basta», scrive Salvatore Libertino dal suo portale di storia patria on-line Tropeamagazine.it, perché «quando si fa il nome di Albino Lorenzo viene pronunciata a tutto tondo la parola Cultura con la “C” maiuscola. Ed allora occorre che gli onori siano alti e in grado di porre la massima attenzione sulla produzione di Lorenzo», quindi «far conoscere la ricchezza della sua opera attraverso l’allestimento di una mostra ragionata da cui si possano ricavare con rigore scientifico gli aspetti fondamentali del suo lavoro nei vari percorsi nevralgici che portarono la sua arte ad essere apprezzata nel mondo. Quella stessa mostra proposta e voluta dal critico e storico dell'arte Maurizio Calvesi e mai realizzata nel paese natale del’artista». Ma non è tutto, perché Euticchio Condina Capuaquesta prima impressione è condivisa da molti cittadini, che avrebbero tutt’al più preferito vedere l’edificio restaurato prima dell’intitolazione o magari l’erezione di un piccolo monumento. Uno dei commenti più ricorrenti tra i cittadini è riassumibile dicendo che se proprio si doveva fare un gesto simbolico senza spender soldi, si poteva iniziare dall’intitolazione di una strada. Le critiche sono salite a tal punto da indurre ad un’aspra polemica anche l’avv. Giovanni Macrì, del gruppo consiliare Identità “in” Progress.

Macrì, dalle pagine del sito Tropea24ore.it, denuncia «lo stato di degrado della biblioteca comunale», che a suo avviso offenderebbe «la memoria e l’opera del grande Maestro Albino Lorenzo». Pur non entrando nel merito dell’accanita critica mossa dal segretario cittadino dell’Udc all’amministrazione Comunale, è doveroso evidenziare alcune osservazioni di Macrì, che fa notare come «l’umidità conseguente alle significative infiltrazioni d’acqua piovana - il piano seminterrato è praticamente allagato - minaccia di rovinare irrimediabilmente tutta la documentazione ivi custodita».

«Evidentemente – prosegue - altre sono le loro priorità». In merito all’iniziativa legare il nome di Lorenzo alla Biblioteca Macrì ricorda infine, pur condividendo il gesto, che l’amministrazione «ha confermato la propria approssimazione anche nello stesso procedimento amministrativo di intitolazione che non è stato fatto precedere neppure da uno straccio di delibera di giunta necessaria per intitolare un’opera pubblica», concludendo la sua riflessione con una domanda alquanto inquietante: «chissà se il grande Albino avrebbe voluto che il suo nome fosse associato ad un tale crimine contro la sua amata Città?».

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