L’escursione in mountai bike del 30 ottobre 2011, effettuata da un gruppo di 11 amici amanti della mountain bike, è stata un’impresa davvero emozionante. Gli 11 amanti dello sport all’aria aperta si sono dati appuntamento presso il piazzale antistante il bivio aeroporto Luigi Razza ss18. Parte da qui la bella e a tratti avventurosa escursione in sella alle mountain bike, la giornata autunnale soleggiata ha permesso di pedalare in mezzo alla natura ammirando colori e paesaggi che solo l’autunno può regalare.
Il grande Davide Cassani, un tempo ciclista ed ora commentatore sportivo, diceva “la bicicletta ti fa stare bene, ti dà la possibilità di sentire, di parlare, di vedere il mondo da una altra angolazione. La bicicletta ti fa tornare indietro nel tempo, ti fa tornare ragazzo.”
Partiti in undici alle 8 dal piazzale antistante il vecchio aeroporto Luigi Razza, ora sede del goc, e percorrendo le colline circostanti, fino a giungere in prossimita del piccolo paesino di Papaglionti, da qui lungo “le distese azzurre e le verdi terre – verrebbe da dire parafrasando Battisti -, le discese ardite e le risalite…” fino a giungere alla bellissima pineta che circonda il laghetto di Zungri e poi… “ancora in alto con un grande salto” tra le fattorie del monte Poro, il gruppo è giunto a Zungri per una meritata pausa caffè, presso il bar pasticceria di fronte la statua del crocefisso, che ha gentilmente offerto ai ciclisti dei dolci molto buoni. Dopo questa breve pausa il gruppo ha proseguito il proprio giro facendo tappa al museo della civiltà contadina e rupestre, sito in prossimità dell’insediamento rupestre, meta dell’escursione.
Il gruppo ha così percorso 50 km circa in mezzo alla natura godendo di paesaggi che la stagione autunnale regala con i suoi fantastici colori.
L’esperienza è molto piaciuta ai partecipanti (Piero, Biagio, Cosimo, Peppe, Raffaele, Eugenio Gregory, Maurizio, Pino, Antonio e Rocco. Chi volesse unirsi a loro per le prossime avventure può contattare il numero 331 3757182.
Raffaele Mancuso
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L’insediamento rupestre degli Sbariati
Dal XII secolo si determinò in Calabria una immigrazione di gruppi etnici dall’Oriente ed un arretramento degli insediamenti abitativi verso l’interno, anche in rapporto alle incursioni arabe lungo le coste. La Calabria è costellata da grotte utilizzate come grange, romitori e cenobi che testimoniano un particolare modello di vita sociale che ebbe come protagonisti i monaci “Basiliani”.
Queste testimonianze trovano la più alta espressione a Zungri nel cosiddetto Insediamento Rupestre degli Sbariati, sia per la vasta area d’interesse che costituisce la testimonianza più rilevante della regione, sia perché risulta documentata una frequentazione del sito fino al XIV secolo, avendo integrato in molti casi le strutture di case scavate nella roccia con manufatti fuori terra che contribuiscono ad arricchire, sul piano storiografico ed urbanistico/architettonico, l’insediamento rupestre del comune di Zungri. Il villaggio rupestre datato dagli studiosi fra il XII – XIV secolo è costituito da circa 100 case-grotta scavate nella roccia con ambienti monocellulari e bicellulari, alcuni anche a più piani. Il villaggio si articola su un costone lungo uno dei versanti del fosso Malopera ed occupa una superficie di circa 2900 mq.
Chiaramente visibile è l’impianto urbano dell’insediamento con la rete viaria che si articola con percorsi e scalinate che da monte a valle conducono alle varie cellule abitative.
La forma delle cellule abitative è circolare o quadrata o rettangolare, alcune hanno una copertura con volta a cupola con un foro centrale per l’aerazione, altri hanno finestre di forma circolare o rettangolare.
L’interno delle grotte è caratterizzato dalla presenza di nicchie alle pareti e dalla presenza degli incassi per la sistemazione di letti o mensole.