Non tarda la replica all’articolo a firma di Antonio Varrà
Il gruppo “Identità e futuro per Zambrone” ritiene che l’iniziativa su Murat sia saggia, storica, culturalmente e turisticamente valida
L’intervento a firma di Antonio Varrà: “L’errata interpretazione storica della figura di Gioacchino Murat” intenderebbe attivare una polemica inconferente e priva di qualsiasi fondamento storico. Tentativo che si respinge immediatamente. Tuttavia, per onore di verità, occorre esprimere qualche breve considerazione.
Innanzitutto colpisce la tempistica. La polemica è attivata dopo quasi due anni e mezzo dal conferimento della cittadinanza onoraria alla memoria di re Gioacchino Murat e delle conseguenziali decisioni. Un fatto di per sé rivelatore dell’essenza, finalità e spirito del predetto articolo.
È vero e si condivide quanto affermato dal professore Saverio Di Bella che l’iniziativa sulla “Eversione della feudalità” è partita da Giuseppe Bonaparte (circostanza peraltro sottolineata in tutte le pubbliche iniziative culturali svoltesi, in merito, a Zambrone), ma fu proprio Gioacchino Murat a portarla a termine nel 1811 (come sottolinea lo stesso firmatario dell’articolo!). Il Comune di Zambrone, d’altronde, è stato istituito nel 1811 (e non nel 1806) e il decreto n. 922 del 4 maggio 1811 reca la firma di re Gioacchino Murat. Istituzione da inquadrare in un contesto riformatore ampio e complessivo dell’ordinamento locale. Tutte le celebrazioni sul bicentenario dei Comuni istituiti col menzionato decreto 922, peraltro, si sono svolte correttamente nel 2011. Abbaglio collettivo? Improbabile! Assegnare dunque la paternità dell’istituzione della municipalità zambronese a Giuseppe Bonaparte perché qualche anno prima avviò un determinato e parziale percorso di riforme è ipotesi quantomeno singolare.
Per quanto riguarda la “Cittadinanza Onoraria” essa anche oggi si concede a personalità di spicco come al Presidente della Repubblica, nonostante lo stesso sia Presidente e Cittadino anche di “quel” Comune.
Di certo non vale la pena scomodare espressioni del tipo “false identità” o “l’appartenenza di un territorio ad una cultura”. Paroloni che vogliono dire tutto e niente. Né s’intende replicare a chi parla di “strafalcioni storiografici”. Il gruppo scrivente rispetta le idee altrui, ma l’offesa fine a se stessa non appartiene al suo modo di pensare e di agire.
Il gruppo “Identità e futuro per Zambrone” ritiene che l’iniziativa su Murat sia saggia, storica, culturalmente e turisticamente valida. Peraltro, sempre coadiuvata da studiosi di rango, con i quali il confronto è costante e profondo e dalla stessa associazione “Gioacchino Murat Onlus” di Pizzo.
I dichiarati intenti bellicosi manifestati nelle ultime righe del menzionato articolo, si commentano da soli e quindi si preferisce soprassedere. L’attuale gruppo che amministra Zambrone è aperto al dialogo costruttivo ed è impegnato in un percorso di crescita e di superamento di ogni incomprensione. Il mantenimento della serenità, del senso di giustizia e del rispetto totale verso la propria storia e il territorio rimangono principi saldi e inderogabili. Parimenti, l’amministrazione nulla distruggerà del suo passato e nulla cancellerà delle opere realizzate dalle compagini che l’hanno preceduta. Accadrà esattamente il contrario. Valorizzerà ogni elemento materiale e immateriale ereditato dalla sua storia politica e amministrativa, recente e meno recente, senza pregiudizi e distinzioni di sorta. Passione, impegno, competenza, cultura, laboriosità sono sempre al servizio dell’Ente e della comunità.
Gruppo consiliare
Identità e futuro per Zambrone