Attualità

XVIII Giornata Mondiale del Malato

Tanti i fedeli accorsi per partecipare al momento di preghiera

Mons. Renzo ha presieduto l’Eucarestia nella Casa di Riposo Don Mottola

Il Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo con sacerdoti presenti alla celebrazione – foto Sicari

Nel contesto delle celebrazioni per la 18° Giornata Mondiale del Malato, il Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo ha presieduto una solenne Eucarestia nella Casa di Riposo Villaggio Don Mottola a Tropea.
Presenti alla celebrazione i sacerdoti Don Fiamingo, direttore dell’Ufficio Diocesano per la pastorale della salute, don Nicola De Luca, parroco del S. Rosario, Don Francesco Sicari, parroco di Zaccanopoli, Don Sergio Meligrana, Rettore del Seminario di Mileto,  Don Giuseppe Blasi, cappellano del Villaggio Don Mottola, il segretario vescovile  Don Graziano Maccarone e padre Camillo Summaria, del Convento dei Frati Minori.
Tanti i fedeli accorsi per partecipare al momento di preghiera e per manifestare affetto e solidarietà alle anziane, ospiti della Casa di Riposo.

Lucia Amato, direttrice della Casa Villaggio don Mottola – foto Sicari

La celebrazione dell’eucarestia è stata animata dal coro musicale della parrocchia di S. Nicolò di Ricadi.
All’inizio della Messa, Lucia Amato, direttrice della Casa, ha voluto ringraziare il Pastore della Diocesi per “aver scelto un luogo significativo dove pregare per gli ammalati”. Ha ricordato il sogno di Don Francesco Mottola che per i suoi poveri e ammalati pensava ad “una casa d’oro, rivestita di carità”.  E il Villaggio don Mottola  è davvero una casa dove “si cerca di far vivere un clima di famiglia”. La direttrice ha chiesto al Vescovo di pregare perché coloro che operano nella Casa “possano essere fedeli alla missione a loro affidata”.
Don Mottola, la sua testimonianza e il suo messaggio sono stati al centro dell’omelia del Vescovo. “la nostra preghiera, la nostra presenza e la nostra celebrazione – ha sottolineato Mons. Renzo – hanno al centro don Mottola, con la sua testimonianza. La casa della carità, la casa d’oro come Lui la chiamava e voi l’avete resa”.
Il Venerabile Don Mottola, per il Vescovo, è stato un uomo che “non ha avuto bisogno di essere efficiente per comunicare al cuore della gente”. Proprio nel momento in cui la paralisi lo colpisce, da allora “ il suo apostolato è stato più fecondo, perché ha comunicato in modo più intenso, toccando il cuore”.
Don Mottola diventa così strumento fragile, ma docile nelle mani di Dio, insegnandoci come “Il Signore non ha bisogno della nostra efficienza umana e organizzativa, ma del nostro cuore, anzi ha bisogno della nostra debolezza per manifestare la sua potenza”.
E la figura del Venerabile sacerdote tropeano viene proposta come modello e stimolo a tutti, ma soprattutto ai sacerdoti. Per il Vescovo, i sacerdoti guardando a Don Mottola devono riscoprire il loro essere segno – strumento e ministri della compassione di Gesù.

I fedeli accorsi per partecipare al momento di preghiera – foto Sicari

Il Vescovo poi si è soffermato sull’immagine – logo  nella celebrazione della Giornata del Malato 2010, opera di un grande artista e teologo contemporaneo, il padre gesuita Marko Ivan Rupnik, realizzata nella nuova Basilica di San Pio da Pietrelcina a San Giovanni Rotondo.
La scena è quella di San Francesco che bacia il lebbroso, vincendo la paura e la ripugnanza in un impeto di sovrabbondante amore per Cristo.  L’immagine raffigura il lebbroso ricordando Lazzaro risuscitato che esce dalla tomba.
Francesco indossa la veste bianca, richiamando la novità di vita battesimale: la vita di Cristo lo porta a fare gesti che l’uomo, racchiuso unicamente nell’orizzonte della vita carnale, legata al sangue ereditato e al proprio corpo, non può fare.
La comunità cristiana nel suo insieme come ogni singolo battezzato, alla luce della vita nuova ricevuta nel battesimo, deve mettere se stessa  al servizio dell’amore per i sofferenti. E’ questo il miracolo della carità che costruisce e dona speranza. La speranza dell’Amore di Dio si è fatta poi dono nel sacramento dell’unzione degli infermi che il Vescovo ha impartito agli anziani e ammalati presenti.

Fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore
Don Francesco Sicari

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Redazione
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