Cultura e Società

Vicende religiose di Zambrone

Testimonianza di una fede vissuta senza banalizzazioni

La comunità riunita attorno all’autore Corrado Antonio L’Andolina

Copertina del libro

C’era tanta gente, domenica scorsa, alla presentazione del libro dell’avvocato L’Andolina dal titolo “Vicende religiose di Zambrone – esegesi degli atti sulle visite pastorali 1725-1912”. La palestra della scuola media, concessa per l’occasione dall’Istituto comprensivo di Briatico e trasformata in sala conferenze dai membri del “Centro studi umanistici e scientifici Aramoni”, era gremita in ogni ordine di posto. Al centro del dibattito, animato anche dalla partecipazione di attenti uditori presenti in sala, il nuovo volumetto scritto da Corrado Antonio L’Andolina edito dall’associazione culturale aramonese. Nel grazioso centro collinare della Costa degli dei non si ricorda a memoria d’uomo una serata come questa. Sarà forse perché il libro in questione è praticamente la prima pubblicazione, realizzata con metodo scientifico, a trattare questioni inerenti la materia storico religiosa di Zambrone. Anche per questo molti amanti di studi storico-religiosi sono accorsi dai paesi limitrofi e da altre zone del vibonese per l’occasione. Il compito di introdurre e coordinare gli interventi dei relatori è stato affidato al giornalista e saggista Salvatore Berlingieri. Dopo aver introdotto gli ospiti e raccolto il ringraziamento dell’Amministrazione comunale, portato dall’assessore Pasquale Purita, il moderatore ha dato la parola al preside Rocco Carmelo Cantafio, che ha aperto la serie di interventi focalizzando l’attenzione dei presenti su di uno degli argomenti chiave trattati lungo le pagine del libro: «il pathos che permea, oggi come allora, i cittadini di Zambrone nel loro rapporto con la vita, il lavoro, la fede». L’argomento introdotto da Cantafio è stato più volte ripreso da altri relatori. Lo stesso L’Andolina, nel raccontare ai suoi concittadini le tappe affrontate per realizzare questo suo lavoro, ha voluto sottolineare quanto fossero importanti nelle comunità religiose di Zambrone e delle sue frazioni sentimenti quali la passione, il logos e il pathos, e quanto lo siano ancor oggi. E sarà stata certo una gran soddisfazione, per l’autore aramonese, vedere la sua comunità riunita attorno a lui per «riscoprire se stessi attraverso la storia», un’esigenza questa dello spirito che si trasforma in un «primo passo utile a superare l’impedimento rappresentato dall’aridità dei cuori, dilagante nella nostra società» e che spesso ne minaccia la crescita.

Il tavolo dei Relatori – foto Barritta

L’Andolina ha ricordato le persone scomparse nel mese di febbraio, come l’amico Aldo Ferraro, 32enne morto per un tragico incidente sul lavoro e ha preso spunto da tale ricordo per sottolineare come l’immagine dell’amico fosse collegata alla festività patronale in devozione di San Carlo Borromeo: esempio di come le “Vicende religiose” incrociano quelle umane, le intersecano e, in qualche modo, incidono sulle dinamiche sociali e culturali di una comunità.
Padre Trifone Labellarte, parroco di Zambrone, ha posto l’accento sulla profondità con cui i nostri avi vivevano il momento religioso. Congreghe, altari, devozioni, erano occasioni di incontro tra la gente ed espressione di un vissuto della fede religiosa quanto mai intensa. Il parroco di Daffinà e Daffinacello Don Nicola Beraradi ha sottolineato l’importanza dei culti, rilevando che il recupero di almeno uno di essi, come ad esempio quello di Sant’Antonio, sarebbe un modo originale per rendere omaggio alla nostra storia religiosa. Il sacerdote di San Giovanni Don Pasquale Sposaro ha ampiamente trattato il ruolo delle congreghe nel tempo, elencando qelle esistenti in loco e nella diocesi di Tropea.
Del libro ha fornito un’analisi attenta Don Giuseppe Blasi. Il sacerdote pargheliese ha da un lato esplicitato le sue sensazioni nel tradurre i documenti ecclesiastici, che lo hanno indotto a riflettere su una chiesa che aveva una visione organica della vita e della fede; dall’altro ha sottolineato l’importanza dei documenti, testimonianza di una fede vissuta senza banalizzazioni. Riprendendo poi alcune parole dello studioso locale Salvatore L’Andolina, presenti nella postfazione del libro, ha sottolineato come «il testo non rappresenti il prodotto di un semplice orgoglio campanilistico, ma voglia essere una testimonianza storica capace di offrire al pubblico una serie di elementi che aiutano a comprendere l’anima del popolo e recuperarne l’identità». Tali considerazioni, in estrema sintesi, sono state sottolineate anche nell’intervento del direttore del Museo diocesano di Tropea don Ignazio Toraldo di Francia, che ha il merito di aver spalancato a L’Andolina le porte degli archivi ecclesiastici. La riflessione sul pathos che ha aperto la serata è stata ripresa anche da Don Toraldo di Francia, che ha riconosciuto come dalle pagine del libro emerga «che se c’è un elemento che accomuna la gente di Zambrone lungo l’arco di quasi due secoli: non è la fede, ma il grande sentimento religioso». Il direttore del diocesano ha terminato il suo intervento auspicando «che attraverso lo studio in archivio tante altre storie locali come questa possano essere riscoperte», poiché, purtroppo, «molto spesso non è attraverso questo tipo di indagine che si arriva a formulare ipotesi storiche e trattare argomenti riguardanti luoghi e personaggi».
Prima di invitare i convenuti a rifocillarsi con un ricco buffet offerto dall’associazione, Salvatore Berlingieri ha affidato le conclusioni a Don Filippo Ramondino, cancelliere del Vescoco, il quale, oltre ad aver riconosciuto come centrale «il ruolo del Santissimo Sacramento nell’ambito delle visite pastorali», dopo aver tessuto le lodi di questa importante iniziativa culturale ed aver ribadito come essa sia «la prima in assoluto per il territorio di Zambrone, condotta con passione, puntualità metodologica, effettuata con rigore storico e piglio giornalistico», ha invitato la platea a riappropriarsi di quel «sentimento di identità culturale che è l’anima della comunità». Il valore di questo lavoro, minuzioso e paziente, non è certo dovuto agli innumerevoli dati in esso riportati, o al semplice fatto di esser stato realizzato da un uomo per puro atto d’amore verso la propria terra. No, il valore insito in “Vicende religiose di Zambrone” sta nel fatto che una piccola parte del patrimonio culturale di una comunità è stato reso fruibile a tutti, e per questo volutamente scritto con una lingua semplice e diretta. Grazie a questo lavoro ogni cittadino di Zambrone potrà infatti portare a casa un pezzetto della storia del proprio paese. La speranza è che quel pathos di cui si è tanto discusso, che oltre ad aver fatto un po’ da fil rouge lungo le pagine del libro si è davvero respirato anche in mezzo alla gente presente domenica, sia recepito e fatto proprio da chi avrà l’opportunità di incentivare altre dieci, cento, iniziative del “Centro studi Aramoni”.

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Francesco Barritta
Docente ordinario di Lingua e letteratura italiana e Storia presso il Nautico di Pizzo (VV), è giornalista iscritto all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria, elenco pubblicisti. Ha diretto varie testate giornalistiche, tra cui Tropeaedintorni.it