… è l’economia la ragione della politica…
Quando si “gioca alla politica” anche i politici più maturi scadono
È mia opinione che nella vita politica attuale ci sono pochi momenti di verità e molti di ipocrisia. La nota di Alfonso Del Vecchio apparsa qualche giorno fa su questo sito e dopo qualche giorno sui quotidiani locali, si presta a molte considerazioni. Aldilà delle affermazioni di condanna su alcuni episodi di violenza accaduti durante la campagna elettorale appena vissuta, sui quali tutti siamo d’accordo, anche se non ne condivido “l’analisi politica” in quanto da ascrivere a mio avviso a fatti esclusivamente delinquenziali; è triste, è veramente triste assistere alla involuzione politica di un uomo ritenuto fino a poco tempo fa una sorta di condottiero, rivelatosi invece un politico di punta di quel “buonismo paesano” ricco di retorica e di frasi fatte, vuoto di contenuti e tracimante di ipocrisia. Nel suo articolo Del Vecchio traccia le caratteristiche del “suo Principe”. Apprendiamo che il dirigente deve essere onesto, non deve mentire, deve rispettare amici e avversari, saper perdonare, non cercare vendetta, essere buono. Mi spiace constatare che tra le caratteristiche del Principe mancano due aspetti importanti che Alfonso Del Vecchio chissà perché dimentica di segnalare; la gratitudine e il debito morale. Evidentemente egli ritiene che un politico in carriera può benissimo considerare la gratitudine e i debiti morali contratti con elettori, amici, compagni di partito come carta straccia a meno che non ne sia egli stesso il creditore… Naturalmente il “Principe” può fare a meno anche di rispettare la parola data se quella parola urta improvvisamente contro la “la nuova causa comune” di conseguenza il “principe” può anche mentire… Alfonso Del vecchio descrive la vita politica tropeana piena di odi, rancori, vendette, paure, disperazione, ignavia, caos… Ma nelle sue infinite analisi politiche egli non considera affatto che, le sue scelte, i suoi voltafaccia, urtano contro l’intera sua vita politica e sono parte integrante di quella confusione, di quella divisione di quel caos dei quali egli vorrebbe farci credere di essere asettico spettatore quando in realtà è uno dei principali interpreti. Quando si “gioca alla politica” anche i politici più maturi scadono, finiscono di essere tali e si iscrivono a buon diritto al calderone dei politicanti, dei quali purtroppo ne è piena la nostra Regione, e dei quali ne faremmo volentieri a meno. Come fanno i cittadini a comprendere un politico che improvvisamente trova la sua ragion d’essere tra coloro i quali aveva combattuto con tutte le sue forze, fino a qualche settimana prima… Ma cos’è che muove la politica?” Esistono dei visionari, che nonostante tutto continuano a credere che la Politica sia l’arte di interpretare bisogni e le esigenze dei cittadini, il luogo dove ragione, passione, emozioni trovano una sintesi. Costoro spesso sono destinati a soffrire perché sul loro cammino incontrano tanti Alfonso Del Vecchio che dimenticano, fingono, si trasformano e fanno apparire la politica come intrigo, imbroglio, incomprensione. Esistono poi gli altri, i politicanti, quelli che usano la politica per i propri affari, quelli che si trasformano di notte, quelli che indossano la pelle del camaleonte e l’adeguano all’interlocutore, quelli che promettono tutto a tutti, quelli che mantengono solo ai propri amici… E allora mi viene in mente Karl Marx, che per certi versi dovrebbe essere rispolverato, soprattutto quando affermava: “… è l’economia la ragione della politica…” E questa è la verità. A costoro vorrei regalare una massima di Francois La Rochefocault: “L’ipocrisia è un omaggio che il vizio rende alla virtù”.