Il grido di buona parte della popolazione
La variante di Caria: uno scempio per il territorio di Drapia
“La provincia non ci ascolta”. “Non sappiamo più cosa fare”. “Stiamo perdendo tutte le nostre coltivazioni”. È il grido di buona parte della popolazione di Caria, che non può più raggiungere i propri terreni, coltivati soprattutto ad ulivi, a causa dei lavori riguardanti la strada di collegamento “Svincolo A3 Serre – Vibo Valentia – Tropea” nel tratto della cosiddetta “Variante di Caria”.
Le rimostranze della cittadinanza, ma soprattutto dei proprietari, sono state ascoltate mercoledì sera presso la casa parrocchiale di Caria, dove si è tenuto l’ennesimo incontro della popolazione con il sindaco e con parte dell’amministrazione comunale per discutere insieme sui gravi disagi che la costruzione di questa infrastruttura sta causando alla comunità tutta. Le richieste relative alle modifiche del progetto, in cui si sottolinea il forte dissenso dell’amministrazione e di gran parte della cittadinanza, inoltrate qualche settimana addietro, a seguito di una delibera di consiglio, dal comune di Drapia alla Prefettura, alla Protezione Civile, al Presidente dell’Amministrazione Provinciale Francesco De Nisi, all’assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Barbuto, al Responsabile del Procedimento Ing. Giuseppe Teti e al Direttore dei lavori Ing. Antonio Francolino, pare che non abbiano sortito alcun effetto sui suddetti destinatari, i quali sembra che stiano facendo orecchie da mercante.
Una constatazione certa è che molte famiglie del comune ottengono parte del proprio sostentamento con il lavoro della terra e, da un anno ad oggi, si trovano a non poter neppure avere accesso alle loro proprietà con la conseguente perdita delle aree destinate alle coltivazioni. Attualmente risultano chiuse al traffico tutte le strade interne che circondano l’area dei lavori causando l’impedimento della viabilità, che risulta complicata in alcuni punti e decisamente impossibile in altri. I cittadini, appoggiati dall’amministrazione, lamentano la distruzione di un’area che non era soltanto destinata all’agricoltura, ma che custodiva anche un patrimonio paesaggistico, ambientale e storico importante per Caria e per tutto il territorio comunale, essendo una zona di grande pregio per la bellezza dei luoghi e per le scoperte, anche recenti, di reperti archeologici risalenti fino al 3500 a.C.. A ciò si aggiunga inoltre che la costruzione di questa nuova via di comunicazione taglierà fuori la frazione di Caria, dalla quale non sarà più necessario transitare, con effetti devastanti per l’economia del posto. La cittadinanza ha quindi chiesto al sindaco Alessandro Porcelli un incontro tempestivo con il presidente De Nisi, chiarendo che “se non verrà lui da noi, saremo noi ad andare da lui. Saremo pronti – tuonano i cittadini – anche a bloccare fisicamente i lavori fino a che non avremo delle risposte chiare e definitive”. Il primo cittadino di Drapia ha assicurato che si farà portavoce di tutta la comunità per ottenere il tanto agognato incontro e per dimostrare i reali disagi che Drapia, e in particolar modo Caria, sta vivendo da ormai un anno.