Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Domani inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2018 che ha come tema «Potente è la tua mano, Signore» (Esodo 15.6). La settimana si concluderà il 25 gennaio, festa della Conversione di San Paolo. A preparare i testi di quest’anno sono stati i cristiani della Regione dei Caraibi, i quali rileggendo la loro dolorosa e sofferta storia, mettono in evidenza le meraviglie compiute dal Signore, come già al tempo dell’Esodo. Ma se è finita la schiavitù diretta (oggi nessuno è schiavo di un altro) sono in azione altre forme di schiavitù provocate dal peccato come le varie droghe che annientano i poveri malcapitati e una economia che va contro i più deboli. Occorre unire preghiere e azione per cessino anche queste moderne forme di schiavitù.
1. La Regione dei Caraibi
La regione caraibica è oggi una realtà complessa, il cui nome deriva da uno dei gruppi di indigeni che la popolano: i Kalinago, anticamente chiamati Caribs. La sua vastità geografica, che comprende sia territori sulla terraferma che isole, dà vita ad un mosaico ricco di diverse tradizioni etniche, linguistiche e religiose; è una realtà anche politicamente complessa, che presenta una varietà di sistemi governativi e costituzionali che vanno dalla dipendenza coloniale (inglese, olandese, francese e americana) alle repubbliche nazionali.
♦ I Caraibi attuali sono profondamente segnati dal progetto disumanizzante di sfruttamento coloniale. Nel perseguire in modo aggressivo introiti mercantili i colonizzatori perpetrarono un sistema brutale di tratta di esseri umani e di lavori forzati. Fin dall’inizio queste prassi schiavizzarono, decimarono e in alcuni casi sterminarono le popolazioni indigene della regione. Seguì la schiavizzazione degli Africani e forme di lavoro servili di persone dall’India e dalla Cina.
♦ Oggi i cristiani dei Caraibi, appartenenti a diverse tradizioni, vedono la mano di Dio nella fine della schiavitù. L’esperienza dell’opera salvifica di Dio che porta la libertà è seme di unità.
2. «Potente è la tua mano, Signore» (Esodo 15.6).
Per questo motivo la scelta del cantico di Mosè e di Miriam (Esodo 15, 1-21) quale tema per la Settimana di preghiera 2018 è sembrata molto appropriata. È un canto di trionfo sull’oppressione.
♦ Questo tema è stato trasposto in un inno intitolato The Right Hand of God (La mano di Dio), scritto durante un workshop della Conferenza delle chiese dei Caraibi nell’agosto del 1981, che è divenuto un “inno” del Movimento ecumenico nella regione e che è stato tradotto in diverse lingue. Come gli Israeliti, anche le popolazioni caraibiche hanno il loro canto di vittoria e di liberazione da cantare ed è un canto che li unisce.
♥ Non di meno, alcune sfide contemporanee ancora costituiscono una minaccia di nuova schiavitù e una minaccia contro la dignità della persona umana creata a immagine e somiglianza di Dio. Sebbene la dignità umana sia inalienabile, tuttavia essa viene spesso oscurata sia dal peccato personale che da strutture sociali di peccato.
♥ Nel nostro mondo, segnato dal peccato, troppo spesso le nostre relazioni sociali mancano della dovuta giustizia e compassione che onorano la dignità umana. Povertà, violenza, ingiustizia, tossicodipendenza, pornografia, e il dolore, la tristezza, l’angoscia che vi fanno seguito sono esperienze che distorcono la dignità umana.
♥ Oggi viviamo in un mondo difficile, dove la violenza delle guerre, del terrorismo, della criminalità, la violenza e l’ingiustizia nei confronti dei poveri segnano la vita di tanti. Non si può rimanere indifferenti.
♥ Soprattutto nelle nostre Chiese dell’Europa occorre risvegliare la coscienza della forza del male e di mettersi in ascolto del grido dei poveri e anche del grido di dolore della nostra madre terra, violentata e inquinata dagli interessi di pochi.
(fonte: cf. Sussidio «Settimana di Preghiera per l’Unità dei cristiani», 2018, Paoline Editoriale libri – Centro pro Unione).