Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Una tessitrice di fraternità.
– “Ogni cristiano è chiamato ad essere un tessitore di fraternità”. Lo ha ricordato Papa Francesco all’Angelus di domenica 18 ottobre, nel contesto della 94.a Giornata Missionaria Mondiale.
– Bella l’immagine del tessitore: crea cose nuove usando ciò che già esiste. – L’’inclinazione alla fraternità è qualcosa che come umani ci portiamo dentro.
– Ma nel campo delle relazioni sociali spesso abbiamo vissuto un tempo di isolamento e abbiamo sperimentato la “nostalgia” delle nostre relazioni di familiarità e di amicizia.
– Bisogna imparare a vivere nuove relazioni, non solo con le persone a noi care, ma con tutti coloro che incontriamo sul nostro cammino, in particolare con coloro che maggiormente pagano le conseguenze negative della tempesta della pandemia Covid-19 che ci ha investito in questo tempo. – «Tutti siamo invitati a riscoprire che abbiamo bisogno delle relazioni sociali, e anche della relazione comunitaria con Dio. Lungi dall’aumentare la diffidenza e l’indifferenza, questa condizione dovrebbe renderci più attenti al nostro modo di relazionarci con gli altri» (Papa Francesco). – Nell’ umanità assetata di relazioni, la Chiesa è chiamata a tessere nuovi legami fraterni, a testimoniare la bellezza di essere figli di un unico Dio, Padre di tutti.
Una volta c’erano due vicine, Giovanna e Marilisa che erano molto amiche.
♦ Ma, cedendo al pettegolezzo smisero di parlarsi.
♦ Una giovane coppia andò a vivere vicino a loro. La moglie, Beatrice, si rese conto che le due donne non si parlavano e voleva fare qualcosa per ricollegarle. Chiese aiuto allo Spirito Santo.
♦ Senza voler approfondire la situazione, cominciò ad agire esattamente all’opposto del pettegolezzo: parlare bene dell’una all’altra.
♦ Poiché Giovanna coltivava i fiori nel suo giardino e Marilisa amava cucinare, pensò di riportarle indietro attraverso quelle buone qualità che avevano.
♦ Un giorno, parlando con Marilisa Beatrice disse:
– Sto allestendo un’aiuola davanti a casa mia e sta venendo molto bella. Ma senza la guida di Giovanna, non avrei ottenuto nulla. Dovresti vedere il bellissimo giardino che lei ha.
– Senza dubbio, rispose a malincuore Marilisa , il suo giardino è un modello.
♦ Il giorno dopo, Beatrice andò a trovare Giovanna, dietro al recinto del cortile, perché erano vicine di casa. Beatrice le disse: “Il tuo giardino è un incanto. Ieri Marilisa mi ha detto la stessa cosa. E c’è di più: mi ha invitata a prendere un caffè e ad assaggiare la torta che aveva appena fatto. La donna cucina bene, non credi?
– Sì – rispose Giovanna, un po’ esitante – Dobbiamo riconoscerle questa buona qualità.
♥ Giorni dopo, Marilisa venne a sapere dei complimenti che Giovanna aveva fatto alla sua cucina.
Passarono ancora alcuni giorni e le tre donne finirono col ritrovarsi allo stesso tavolo, gustando la torta fatta da Marilisa. E sul tavolo, un vaso di fiori coltivati nel giardino di Giovanna.
♥ Ecco un esempio di testimonianza cristiana: un vincolo di unità e di pace.
Le persone pacifiche gettano acqua, non legna sul fuoco dei disaccordi. “Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio” (Mt 5,9).
“Piacque a Dio fare abitare in Cristo ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.” (Col 1,19-20).
(fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).
La pandemia Covid-19, occasione per essere tessitori di fraternità
♦ “La pandemia è stata uno tsunami; ha amplificato le differenze economiche, di genere, lavorative, ma ci ha anche fornito lo stimolo per “sguardi nuovi”. La pandemia ha fatto da catalizzatore di ciò che c’era già ed era latente.
♦ Essa ora diventa occasione per essere tessitori di fraternità.
♦ Ora sappiamo che “buona parte di ciò che ci aspetta dipende da come ci porremo: come cristiani abbiamo la responsabilità di non perdere la speranza e di essere tessitori di fraternità; non possiamo cadere nelle logiche di divisione”.