Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Una straordinaria missionaria di 97 anni.
Martedì 24 ottobre 2017 tra i partecipanti alla quotidiana messa celebrata da Papa Francesco a Santa Marta, c’era suor Giannantonia Comencini, 97 anni, che ha lavorato settant’anni come msionaria in Eritrea.
“La mia unica forza è nel Signore”, ha detto la suora, che ha chiesto e ricevuto la benedizione del Santo Padre. Suor Giannantonia, che ha già ricevuto il Premio “Cuore Amico” per la sua longeva attività missionaria, continuerà il suo servizio in Eritrea.
Il servizio di Dio e dei fratelli consuma, è vero, ma l’amore rigenera ogni cosa; rende tutto sempre nuovo.
♦ Suor Giannantonia Comencini ha 97 anni e da 70 lavora come missionaria in Eritrea. E’ felice per l’incontro con il Papa e non sta nella sua pelle: “Gli ho baciato la mano e gli ho detto: ‘Mi benedica e chieda per me al Signore di amarlo perdutamente’”, ha raccontato la suora all’Osservatore Romano. E non dimenticherà mai la santa messa di martedì 24 ottobre 2017 a santa Marta.
♦ La vispa, anziana suora comboniana, che ha già prenotato il volo per ritornare nella capitale dell’Eritrea, Asmara, dove continuerà il suo apostolato presso i malati, anziani e giovani, è originaria di Costermano sul Garda, in provincia di Verona.
♦ In Eritrea, sr. Giannantonia è insegnante, catechista e “tuttofare” presso la cattedrale di Asmara.
Si alza ogni mattina alle 4.30 per preparare la chiesa e portare la comunione ai malati.
La domenica invece prende l’autobus per recarsi all’ospedale geriatrico, dove segue pazienti appartenenti a varie denominazioni cristiane e religioni.
♥ ♥ “Io sono per tutti”, dichiara sr. Giannantonia.
(fonte: zenit.org 25 ottobre 2017)
♥ ♥ Una decina di giorni fa la religiosa 97enne ha ricevuto il Premio “Cuore Amico” nell’ambito del Festival della missione per il suo impegno a favore degli ultimi; insieme a lei premiati anche una laica missionaria in Cambogia, Cristina Togni, e un sacerdote Don Tarcisio Moreschi, missionario in Tanzania: il premio è come il “Nobel” dei missionari.