Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Una storia di perdono.
La violenza e la vendetta oltre ai danni fisici provocano veri traumi alle persone che le subiscono. Oggi la medicina sociale fa subito intervenire un esperto in psicologia per arginare il trauma e aiutare la persona colpita a superarlo. I risultati positivi non mancano, ma in motli casi forse non si raggiunge la guarigione completa. Il perdono in questi casi è la medicina più efficace, anche se una medicina molto amara. Non tutti sono disposti a perdonare e preferiscono consumarsi nel ricordo delll’offesa o danno ricevuto.
– Da sacerdote ho visto tante persone non raggiungere la guarigione del cuore e finire in un tormento senza fine: familiari anche consanguinei che non si perdonano e si contentano di continuare a soffrire, nonostante mostrino una apparente indifferenza. Persone danneggiate che hanno giurato di vendicarsi e aspettano l’occasione propria per farlo… E Dio che manda continue occasioni per perdonarsi. Il perdono è una sofferenza “benefica”, che fa bene ad entrambe le parti: a colui che perdona e a colui che è perdonato.
Ragazzo ferito perdona l’aggressore.
♦ Una volta, un ragazzo di dieci anni di nome Bruno tornava a casa da scuola quando un uomo gli si avvicinò gli chiese: “Figliolo, puoi venire con me al negozio per scegliere un regalo di compleanno per tuo padre?” Infatti, il padre di Bruno, Giorgio, aveva il compleanno il giorno dopo.
bruno salì sulla macchina dell’uomo.
♦ Ma c’era un dettaglio che Bruno non conosceva: quest’uomo, in passato, era stato assunto da Giorgio, che poi lo aveva licenziato perché dedito al bere e perciò aveva giurato di fargliela pagare.
♦ L’uomo portò Bruno in una zona isolata dove lo colpì più volte al petto con un cacciavite, poi gli sparò un colpo in testa e lo lasciò morente per terra. Fortunatamente, il proiettile gli trapassò la testa sotto gli occhi, senza danneggiare il cervello. Dopo aver ripreso conoscenza, Bruno si sedette sul bordo della strada, dove fu salvato da un autista di passaggio.
♦ Due settimane dopo, Bruno descrisse il volto dell’aggressore ad un disegnatore della polizia. Suo padre lo riconobbe. Tuttavia, il ragazzo, a causa del trauma, non fu in grado di identificarlo. Perciò non fu stato arrestato.
♦ L’aggressione lasciò Bruno cieco di un occhio. Ma senza altro problema serio. Tornò a scuola e continuò la sua vita. Si è laureato, sposato e ha avuto due figli.
♥ Un giorno un poliziotto lo chiamò per informarlo che il suo aggressore, ora di settantasette anni, aveva confessato il crimine. Senza una famiglia, era in un manicomio. Bruno andò a fargli visita. L’uomo si scusò per quello che gli aveva fatto e Bruno disse che gli aveva perdonato.
♥ Dopo ciò, lo visitò molte volte. Lo presentò a sua moglie e ai suoi figli per dargli un sentimento di famiglia. Era felice quando Bruno si presentava, perché lo portava via dalla solitudine ed era un grande sollievo per lui dopo ventidue anni di rimpianti.
♥♥ Più che una tragedia, Bruno aveva visto in realtà un miracolo. Si sentiva benedetto da Dio. Anche se molti non capivano come Bruno poteva perdonare quell’uomo, egli stesso vedeva il perdono come l’unica via d’uscita per essere felice. Se avesse scelto l’odio, o avesse passato la vita a cercare vendetta, non sarebbe un uomo felice e compiuto quale è oggi.
♥ Il perdono è anche una sofferenza, che fa bene ad entrambe le parti: a colui che perdona e a colui che è perdonato.
♥ L’amore della madre è l’immagine più bella dell’amore di Dio per noi. “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se queste donne si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai!” (Is 49,15).
♥ Maria, la Madre di Gesù e la nostra, ha affrontato situazioni difficili, come la fuga in Egitto, la morte del Figlio sulla croce… Segno chiaro che Ella esercitava un forte autocontrollo per far vincere la la vita. – Santa Maria, prega per noi!
(Fonte: Historinhas do Padre Queiroz, redentorista brasiliano).