Attualità

Una pratica religiosa ancora viva

Le Quarantore e l’Eucaristia

A Tropea, sin dal 31 gennaio e fino al 30 marzo

Sacre Quarantore – foto Brugnano

A Tropea, sin dal 31 gennaio e fino al 30 marzo, nei giorni di domenica, lunedì, martedì e mercoledì, sta avendo luogo la tradizionale celebrazione delle Quarantore nelle varie chiese di San Michele, del Rosario, del Convento della Sanità, del Gesù (proprio in questi giorni) e poi della SS. Annunziata, del Carmine, del S. Cuore e della Concattedrale.
I tropeani si organizzano a visitare e adorare Gesù esposto nella SS. Eucaristia. Ma la pia pratica è universale, in quanto a luoghi e tempi e testimonia la fede de cristiani nella presenza viva e reale di Cristo nella Eucaristia.
Ma cosa sono, cosa comportano e come sono nate le Quarantore. Dal Messale ufficiale, edizione 1983, leggiamo le seguenti informazioni.
Il significato originario delle Quarantore è quello di onorare Gesù Cristo durante le quaranta ore in cui giacque nel sepolcro durante la Settimana Santa. A partire da questa esigenza invalse l’uso di deporre l’ostia consacrata in un apposito altare sotto forma di sepolcro e fare particolari preghiere.

Santi Redentoristi

L’uso di esporre il SS. Sacramento all’adorazione dei fedeli per quaranta ore continue al fine di propiziarsi l’intervento del Signore, specie in tempi di calamità e guerre, avvenne per la prima volta nel 1527 presso la chiesa del S. Sepolcro a Milano. Fu per iniziativa dell’agostiniano Antonio Bellotto di Ravenna (†1528), che istituì anche la scuola del Santo Sepolcro legata a tale scopo, avviando l’uso di ripetere le Quarantore anche fuori la Settimana Santa.
Il papa Paolo III, mediante la richiesta del vicario generale di Milano fatta a nome del governatore e del popolo milanese, approvò questa pratica con breve apostolico del 28 agosto 1537.
I Cappuccini, a cui si unirono anche i Minoriti, furono ferventi propagatori dell’uso delle Quarant’Ore; altrettanto zelo fu espresso anche dai Gesuiti i quali diffusero quest’uso in tutta Europa e in Italia. Urbano VIII con l’enciclica Aeternus rerum Conditor del 6 agosto del 1623, prescrisse a tutte le chiese del mondo la celebrazione delle Quarantore.
Nei secoli successivi vari papi si sono occupati di esse con vari documenti, vanno ricordati: l’Instructio di Paolo V nel 1606 e di Innocenzo XI nel 1681.Per quanto riguarda la prassi, dall’indagine storica si rilevano due forme:- un turno annuale ininterrotto d’adorazione di chiesa in chiesa, che si è affermata e mantenuta solo nelle grandi città per ragione di disponibilità di chiese e fedeli;- la forma sporadica, legata solo ad alcuni momenti dell’anno, fatta spesso senza l’adorazione notturna, che è quella più diffusa e in uso ancora oggi in molte comunità parrocchiali.
Nei secoli XVII e XVIII questa seconda forma fu introdotta nei tre giorni precedenti il mercoledì delle Ceneri come funzione riparatrice da opporre alle intemperanze del carnevale, sostenuta e diffusa dai Gesuiti. Tale iniziativa fu intrapresa, per la prima volta, a Macerata nelle Marche nel 1556. A causa di una commedia giudicata sconveniente, che si voleva mettere in scena nel carnevale di quella città, due missionari gesuiti pensarono bene di opporvi l’esposizione del SS. Sacramento secondo la forma del Quarantore, dandogli il carattere di espiazione e di penitenza. Questa iniziativa ebbe la meglio sulla commedia, e da allora tale uso rituale si diffuse.

S. Alfonso de Liguori

Altro momento dell’anno dedicato alla celebrazione delle Quarantore è l’inizio della Settimana Santa, legato tradizionalmente al precetto pasquale annuale, la cui collocazione temporale si ispira alla forma tradizionale più antica, sostenuta e diffusa dai Cappuccini.
Tantissimi Santi si sono distinti nel fervore eucaristico, vissuto quotidianamente e manifestato con straordinaria pietà nella Quarantore. Tra essi  S. Alfonso de Liguori, il quale nella introduzione alle “Visite al SS. Sacramento e Maria Santissima” confida che tale pratica lo aiutò a decidersi a seguire la sua vocazione, lasciando il modo (apparteneva ad una famiglia nobile) e finanche i suoi diritti di primogenito in favore del fratello minore. In seguito, con la fantasia di fine scrittore e con lo zelo di missionario dell’abbandonate Redenzione operata da Cristo, ha saputo mettere sulla bocca dei fedeli di generazioni e generazioni parole dolci, affettuose di lode, ringraziamento, amore e riparazione verso Gesù presente nell’Eucaristia.
Come pratica ancora viva, le Quarantore sono una splendida occasione per il credente di fermarsi nel turbinio della giornata, contemplare, adorare e lasciarsi trasformare dalla Eucaristia: da essa viene la vera trasformazione, con essa si trasforma il mondo, umanizzandolo. I santi, veri trasformatori del mondo del loro tempo e oltre, sono stati trasformati e trasfigurati dall’Eucaristia.

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