Fede e dintorni

UNA FAMIGLIA TUTTA SANTA

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Una famiglia tutta santa.

– In questo tempo di grande crisi sociale, resa più grave dalla interminabile pandemia ancora in corso, siamo invitati oggi a contemplare una famiglia tutta santa.
– La santa Famiglia di Nazareth si reca al tempio per presentare Gesù: ogni figlio primogenito è, infatti, sacro al Signore. Maria e Giuseppe obbediscono alla volontà di Dio mediante la loro obbedienza alla Legge del Signore.
– Era stata l’obbedienza sia di Maria che di Giuseppe a consentire l’incarnazione del Figlio di Dio in Gesù di Nazareth ; ora la stessa obbedienza li conduce a Gerusalemme. E quel bambino che offrono è il Messia atteso.
– Nella casa di Nazareth Gesù crescerà e si fortificherà, pieno di sapienza, e la grazia di Dio sarà sopra di lui.
– La fede nelle promesse di Dio ha guidato la vita di Abramo, di Sara, di Isacco e di tanti altri patriarchi del passato: le loro famiglie vivevano nella fede in Dio, fedele alle sue promesse. – Ecco la fede che siamo chiamati a ricevere, custodire e trasmettere nelle nostre famiglie. – La Famiglia di Nazareth è modello di vita e promessa di gioia. Essa è da sempre proposta dalla Chiesa come il più eccellente modello e la più sicura protezione di tutte le famiglie.

Dal Vangelo di questa domenica (Lc 2,22-40).
♦ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
♦  Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
♦  «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
♦  C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
♦ Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

La famiglia cristiana e la Santa Famiglia: rivelazione dell’autentico amore.
♦ La Famiglia di Nàzaret è da sempre proposta dalla Chiesa come il più eccellente modello e la più sicura protezione di tutte le famiglie. Ma è ancora così in questo tempo di grande crisi sociale che tutti soffriamo?
La storia di Maria e Giuseppe ci mostra che amarsi è possibile; restare fedeli è possibile; crescere in un progetto è possibile… sempre se in questo progetto c’è Dio. Sì, perché quando al centro c’è il progetto di Dio non si rischia di scivolare in uno sterile sentimentalismo: in Dio l’amore è cosa seria, è fatica ma è anche gioia.
♦ È certamente tutt’altro rispetto alle storie passeggere e vuote propinateci a ciclo continuo da rotocalchi e in televisione.

Quella che ci racconta la santa Famiglia di Nàzaret è la storia della fedeltà di Dio; e per questo è anche vera e consolante parola detta alle nostre famiglie: nulla può ostacolare la grazia, e l’aiuto e la protezione di Dio – soprattutto per le famiglie toccate dal dolore – non verranno a mancare.
  Quel piccolo bambino, amato e protetto da Maria e Giuseppe è il Figlio di Dio incarnato, è la fedeltà di Dio che viene per restare in mezzo a noi. Il bimbo che cresceva in sapienza, età e grazia nella famiglia di Nàzaret è lo stesso Signore presente e operante nelle nostre famiglie.
Se lo riconosciamo, se lo accogliamo come Signore della nostra vita domestica, se viviamo con gioia la nostra chiamata a essere comunità familiare allora saremo piccola chiesa domestica e solida pietra d’angolo della società civile.
L’umile casa di Nàzaret, luogo di servizio nascosto e silenzioso, rappresenta una nuova periferia d’Israele, resa sacra da Dio.
È in questo silenzio, nella piccolezza, anche nella “marginalità” che s’impara l’arte di amare, l’arte di saper custodire, nell’amore, l’altro.

♦ Se avessimo compreso in questo modo l’amore, molti bambini sarebbero stati risparmiati dalla pratica omicida dell’aborto, tanti figli non sarebbero stati rifiutati come seccanti “prodotti del concepimento” ma accolti come dono di Dio.
(Luca Tulliani, in ladomenica.it)

Per la preghiera.
♦ Dio, nostro Padre, aiutaci a guardare con fede alla santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe quale modello di consolazione e speranza.
♦ Sostieni con la tua grazia le nostre famiglie, perché sappiano far fronte alle difficoltà quotidiane con gesti e parole ispirate all’amore accogliente e generoso.
♦ Aiuta i fedeli cristiani, perché si facciano prossimo con autentica fraternità a chi è solo, sfiduciato o deluso.
♦ Riempi di luce e di grazia le nostre comunità e parrocchie perché ogni famiglia sia accolta e amata, e nessuna sia lasciata sola nelle difficoltà.

La santa Famiglia di Nazareth è modello di vita e promessa di gioia. Essa è da sempre proposta dalla Chiesa come il più eccellente modello e la più sicura protezione di tutte le famiglie. In essa non v’erano né servi, né serve. Un solo servo vi era in questa casa, ed era il Figlio di Dio, che volle farsi figlio dell’uomo, per farsi umile servo, e qual servo ubbidire ad un uomo e ad una donna: “ed era sottomesso a loro” (Lc. 2, 51).

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