La fede in Calabria
I giovani alla scoperta della loro appartenenza
I grandi appuntamenti ecclesiali giovanili, quali la prossima Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid, ci interrogano sulla fede dei giovani: credono oppure no? Le risposte sono diverse, come diverse sono le analisi che si fanno sulla loro attuale situazione.
Il Vescovo Luigi Renzo nella sua Lettera Pastorale 2010-2011 “La radice riprenderà vigore”, al cap.IV offre una analisi sull’argomento riportata solo in parte: chi vuole approfondire l’argomento può leggere scaricando l’intero documento dal sito della diocesi.
Una Chiesa con i giovani e per i giovani
“Il padre farà conoscere ai figli la fedeltà del tuo amore”(Is 38,18)
Fiducia nei giovani
32. Parlando alla 61a Assemblea generale della CEI, Benedetto XVI con forza e determinazione esortava i Vescovi a farsi carico e a non perdere la fiducia nei giovani:
“Cari fratelli, – disse – vi incoraggio a percorrere senza esitazioni la strada dell’impegno educativo. Lo Spirito Santo vi aiuti a non perdere mai la fiducia nei giovani, vi spinga ad andare loro incontro, vi porti a frequentarne gli ambienti di vita, compreso quello costituito dalle nuove tecnologie di comunicazione, che ormai permeano la cultura in ogni sua espressione. Non si tratta di adeguare il Vangelo al mondo, ma di attingere dal Vangelo quella perenne novità, che consente in ogni tempo di trovare le forme adatte per annunciarela Parolache non passa, fecondando e servendo l’umana esistenza. Torniamo, dunque, a proporre ai giovani la misura alta e trascendente della vita, intesa come voca-zione: chiamati alla vita consacrata, al sacerdozio, al matrimonio, sappiano rispondere con generosità all’appello del Signore, perché solo così potremo cogliere ciò che è essenziale per ciascuno” (1).
La parola del Papa ci è di conforto e di stimolo nel voler iniziare il decennio pastorale con un’attenzione speciale ai giovani interrogandoci sui motivi che hanno determinato il raffreddamento dei rapporti Chiesa-giovani portando ad un evidente disagio e ad una frattura, che è necessario ed urgente colmare con l’impegno di tutti.
L’anno pastorale che si apre è l’occasione buona per lanciarsi una reciproca sfida per passare “dal disagio alla compagnia” e ricucire quel rapporto di reciproca fiducia, che dovrà consentire in diocesi una pastorale giovanile in grado di incidere nell’intera comunità diocesana, chiamata a rinnovarsi spiritualmente e strutturalmente se non vuole perdere il treno della storia.
Una nuova pastorale giovanile
33. Se come Chiesa locale, pertanto, vogliamo guardare al futuro; se vogliamo che “la radice riprenda vigore”; se vogliamo che da un analfabetismo religioso che oscilla tra sentimentalismo e moralismo, tra sensazionalismo teatrale e ricerca miracolistica; se vogliamo passare da un Cristianesimo di conservazione ad un Cristianesimo di missione e di profezia, non possiamo non investire e coinvolgerci “con i giovani e per i giovani”, consapevoli e convinti che saranno “i giovani i primi apostoli ed evangelizzatori del mondo giovanile” (2) e non solo giovanile.
Nell’attuale situazione di marginalità sociale e di disaffezione religiosa in cui i giovani si sentono costretti, per uscire dal disagio di un dialogo intergenerazionale interrotto è urgente ripensare la pastorale giovanile conferendole organicità e coerenza in un progetto globale che sappia esaltare la genialità dei giovani e riconoscere in essa un’opportunità di grazia. Come fece Gesù con il giovane del Vangelo (cf Mt 19,16-22), “le comunità guardino ai giovani con amore disinteressato e nello stesso tempo esigente, senza discriminazioni e strumentalizzazioni. Devono essere per loro una casa accogliente, in cui trovare occasioni di dialogo con gli adulti e nello stesso tempo essere valorizzati come soggetti attivi, protagonisti della propria formazione e dell’evangelizzazione” (3).
Perché i giovani si allontanano?
34. La domanda che ci si pone è se le nostre Parrocchie, allo stato attuale, sono in grado di fare da spalla ai giovani in “crisi di astinenza di fede”! Don Armando Matteo, assistente nazionale della FUCI, in una sua recente pubblicazione, si chiede: “Perché in Chiesa di giovani se ne vedono sempre meno e spariscono anno dopo anno i gruppi parrocchiali giovanili?”.
Il fenomeno è difficile da spiegare concettualmente, anche perché le cause sono diversissime.
Emergono sulle altre un “analfabetismo biblico” in crescita, mentre “i segni del neopaganesimo sono evidenti a occhio nudo negli stili di vita diffusi”. In poche parole “il Cristianesimo non appare più con immediata evidenza un buon affare, un investimento sicuro su cui puntare; a una differenziazione dell’offerta delle sue forme corrisponde una diminuzione della domanda” (4).
La fede cristiana non convince più, per cui “Dio sparisce dall’orizzonte degli uomini” (Benedetto XVI), determinando un generalizzato disinteresse per il mondo della fede. I giovani, e non solo loro, non hanno più antenne per Dio, per la fede, perla Chiesa. Isegni più evidenti di questa “incredulità e anaffettività nei confronti di Dio e della Chiesa sono almeno tre: una profonda ignoranza della cultura biblica; una scarsa partecipazione alla formazione cristiana post-cresimale; una notevole disinvoltura nel disertare l’assemblea eucaristica domenicale” (5).
Appartenenza senza credenza
35. Oggi il problema religioso non è più un problema. Non si è “contro Dio”, o “contro la Chiesa”: semplicemente si vive “senza Dio e senza Chiesa”. È questa “appartenenza senza credenza” che rende il processo educativo più complicato, indefinito e quindi di difficile approccio. Il rilancio della pastorale giovanile per essere significativo deve riuscire a districarsi in questo labirinto esistenziale, tenendo in debito conto questo Appartenenza senza credenza “isolamento patologico”, vero “male dell’anima e all’anima”, per cui il giovane vive sulla soglia di un “presente sospeso” dove il presente diventa il tutto o il niente: tra l’entusiasmarsi o il defilarsi passa un nulla.
Oggi nel giovane c’è un’assenza “patologica” di futuro. Proprio questo blocco verso il futuro crea indolenza ed apatia per le scelte tanto impegnative quanto banali, per cui si finisce nel “non scegliere”, verso un deperimento organico dello spirito. Ma un giovane che ha perso il mordente, non è un giovane! Ai giovani, quindi, bisogna restituire il futuro e con esso la speranza. È questa la sfida con cui dovrà misurarsi la pastorale giovanile e la comunità cristiana a partire da subito.
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da Salvatore Brugnano
Da “La radice riprenderà vigore”,
Lettera pastorale 2010-2011, IV, pp. 47-51
Tip. adhoc, Vibo Valentia, ottobre 2010.
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1 Cf BENEDETTO XVI, Discorso alla 61a Assemblea generale della CEI, 24-28 maggio 2010.
2 Cf GIOVANNI PAOLO II, Messaggio per la Giornata Mondiale della Gioventù di Compostela, 1989.
3 Cf. Con il dono della Carità dentro la storia, n. 39.
4 Cf A. MATTEO, La prima generazione incredula, pp. 13-14.
5 Cf Ibidem, p. 15.
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INDICE DELLA LETTERA PASTORALE
I. Lasciarsi coinvolgere 7
II Ripartire dalla radice 15
III L’educazione come la perla preziosa del vangelo 25
1. Quale educazione 28
2. La Chiesa comunità educante 33
3. La comunità laboratorio educativo 36
a. La formazione della ministerialità pedagogica 38
b. La cura del carisma della profezia 40
c. Una comunità di stile missionario 42
Conclusioni 44
IV Una Chiesa con i giovani e per i giovani 47
1. A partire dal Convegno diocesano 51
2. Appuntamenti formativi e celebrativi dell’anno 57
V La prima Visita Pastorale 61
1. La Visita Pastorale 63
2. Scopi e obiettivi della Visita Pastorale 65
3. Preparazione e svolgimento della Visita 68
Conclusioni 70
Celebrazione della Visita Pastorale 73
Preghiera perla Visita Pastorale74