Fede e dintorni

Una camicia insanguinata che richiama al dono di sé

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Una camicia insanguinata
che richiama al dono di sé.

– Si tratta della camicia insanguinata indossata dal beato Livatino il il giorno del suo martirio (21 settembre 1990).
– Il 9 maggio scorso è stato il primo anniversario della beatificazione del giudice “ragazzino” martire, Rosario Angelo Livatino.
– Il pellegrinaggio della sua camicia insanguinata è iniziato il 19 settembre 2021 dalla sua Canicattì ed è ancora in corso, con tappe anche in Puglia.
– È stata l’occasione per molti, soprattutto giovani e giovanissimi, di conoscere meglio la figura di questo uomo innamorato di Dio, dei suoi genitori e della giustizia.
– Un uomo che cercava la normalità del bene e aveva fatto voto di camminare sempre sotto lo sguardo del Signore. – Così Il beato Rosario Angelo Livatino, un anno dopo dopo la beatificazione, ripercorre la Sicilia con la sua camicia insanguinata, che parla ancora di vita.

Una camicia insanguinata che parla di vita.
♦ Il 9 maggio 2021 ad Agrigento, veniva beatificato Rosario Angelo Livatino, magistrato ucciso a 38 anni, “in odium fidei”, da killer mafiosi il 21 settembre 1990. In quest’anno la reliquia della camicia indossata la mattina della morte è stata portata in pellegrinaggio in molte parrocchie e scuole della Sicilia e anche oltre.
 Il postulatore diocesano ha confidato: “Nei giovani c’è grande interesse per la sua testimonianza di fede e giustizia, nella misericordia”.
♦ La forza e l’attualità della testimonianza del beato Rosario Angelo Livatino, il primo magistrato salito agli onori degli altari nella storia della Chiesa, il 9 maggio 2021, sta anche nella reliquia della sua camicia azzurra a quadri, ingrigita dal sangue rappreso.
♦ Chiusa in una teca d’argento con le parole “Codice penale” e “Vangelo” alla base, la piccola camicia indossata dal giudice la mattina del 21 settembre 1990 quando, sulla statale Caltanissetta-Agrigento, venne crivellato di colpi dai sicari dei mafiosi agrigentini della “Stidda”, non parla più di morte ma di vita.

La “peregrinatio” della reliquia in tutta la Sicilia.
La preziosa reliquia oggi parla di una vita piena e donata, di una vita vissuta nel compimento del proprio dovere e nella straordinaria capacità di mettersi ‘Sub Tutela Dei’, sotto lo sguardo di Dio”.
È questa la testimonianza del trentottenne magistrato di Canicattì, alto un metro e sessanta, che ha usato la fede per fermare la criminalità organizzata.
♦ Ne ha parlato così un sacerdote siciliano, don Gero Maganello, durante una tappa della “peregrinatio” del reliquiario, a inizio marzo, nelle parrocchie di Burgio, Villafranca Sicula e Lucca Sicula. 40 chilometri a sud di Corleone.

Don Livatino: giovani “affamati” della sua testimonianza.
♦ Quello del pellegrinaggio della camicia insanguinata del beato Livatino, iniziato il 19 settembre 2021 dalla sua Canicattì e ancora in corso, con tappe anche in Puglia, è stata infatti l’occasione per molti, soprattutto giovani e giovanissimi, di conoscere meglio la figura di questo uomo “innamorato di Dio, dei suoi genitori e della giustizia, che cercava la normalità del bene e aveva fatto voto di ‘camminare sempre sotto lo sguardo del Signore.
♦ Lo ha sottolineato a Vatican News don Giuseppe Livatino, postulatore diocesano per la causa di beatificazione e direttore della Radio diocesana Concordia. Don Giuseppe, che è anche rettore della chiesa di San Giuseppe a Canicattì. Non è parente del giudice martire, ma dal 2011 al 2018, ha studiato per il processo canonico tutte le parole scritte sulle sue sette agendine dal magistrato. Ha ascoltato colleghi, familiari, e testimoni, preparando una istruttoria diocesana di più di 4mila pagine.

Come procede il cammino verso la canonizzazione?
Il Postulatore è fiducioso: “Dovrebbe procedere in maniera abbastanza veloce perché abbiamo notizie e certificazioni di due presunti miracoli attribuiti all’intercessione del beato e quindi, a breve, il Tribunale ecclesiastico diocesano dovrebbe iniziare un nuovo processo su questi eventi definiti prodigiosi per verificarne la veridicità e quindi poi passare la documentazione alla Congregazione per le Cause dei Santi.
E questo porterebbe appunto alla fase finale, che è quella della canonizzazione del beato Rosario Angelo Livatino.

(fonte: cf vaticannews.it, 9 maggio 2022).

La “peregrinatio” della camicia insanguinata indossata dal beato Livatino il il giorno del suo martirio è stata l’occasione per molti, soprattutto giovani e giovanissimi, di conoscere meglio la figura di questo uomo “innamorato di Dio, dei suoi genitori e della giustizia; un uomo che cercava la normalità del bene e aveva fatto voto di camminare sempre sotto lo sguardo del Signore. – Così Il beato Rosario Angelo Livatino, un anno dopo dopo la beatificazione, ripercorre la Sicilia con la sua camicia insanguinata, che parla ancora di vita.

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