Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Una busta con dieci dollari.
La tangente della vanità. Come si fa a pagare una cena duecento euro e poi far finta di non vedere un uomo affamato all’uscita dal ristorante? E come si fa a parlare di digiuno e penitenza e poi non pagare i contributi alle collaboratrici domestiche o il giusto stipendio ai propri dipendenti ricorrendo al salario in nero? – C’è il rischio continuo di cadere nella tentazione della «tangente della vanità», di voler apparire buoni facendo «una bella offerta alla Chiesa» mentre si «sfruttano» le persone. (Papa Francesco).
♥ Papa Francesco, nella messa celebrata lo scorso venerdì mattina 3 marzo, a Santa Marta, ha messo in guardia contro il pericolo della tangente della vanità e della beneficenza ipocrita, mentre Dio ci fa sapere attraverso il profeta Isaia: «Non è piuttosto questo il digiuno che voglio: sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo? Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato, nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto, nel vestire uno che vedi nudo senza trascurare i tuoi parenti?». E racconta una storia.
Una busta con dieci dollari
♦ «Mi viene in mente una storia che ho sentito raccontare da padre Arrupe», il religioso spagnolo che è stato preposito generale della Compagnia di Gesù dal 1965 al 1983:
♦ «Quando lui era missionario in Giappone, all’inizio, pieno di zelo apostolico, dopo la bomba atomica, ha fatto un giro per alcuni Paesi del mondo per suscitare questo zelo apostolico e chiedere preghiere per la missione del Giappone e chiedere aiuto.
♦ E faceva delle conferenze e spiegava. Era un uomo di grande zelo apostolico e un uomo di preghiera, davvero».
♦ Padre Arrupe, parlando di ipocrisia, raccontò che un giorno, dopo una conferenza, gli si avvicina una persona molto importante della società di quel Paese e gli dice: “Sono rimasto commosso, padre, di quello che lei ha detto. Io vorrei aiutarla. Venga da me, al mio ufficio, domani, perché io vorrei fare un’offerta, un aiuto. L’aspetto domani».
♦ E così il giorno dopo il gesuita andò da lui; ma quell’uomo lo aspettava con un fotografo e con un giornalista. Era un affarista conosciuto e gli dice: “Padre, grazie tante”. Ha fatto un piccolo discorso, ha aperto il cassetto, ha preso una busta: “Questa è l’offerta per il Giappone che io voglio dare. Grazie tante”.
Hanno parlato un po’ e se ne è andato. Ha fatto un’altra conferenza. Poi dà la busta al segretario che lo aiutava.
♥ Allora il segretario gli chiede: “Ma, padre, questa busta chi gliel’ha data?”
– “Quel signore, per ringraziarmi”
– “Ma ci sono dieci dollari dentro!”».
(fonte: Osservatore Romano, 03 marzo 2017).