Che la generosità dei familiari sia da esempio
Questo paese ha bisogno di tanti Pasquale, di ragazzi impegnati e pronti a mettersi in gioco sempre nonostante la vita non facile, ha bisogno di riscoprire soprattutto i sani principi e valori che Pasquale condivideva e cercava di mettere in pratica sempre
La festa è finita prima di iniziare questo Ferragosto. A Tropea, si sa ormai dappertutto, la giornata del quindici agosto ha un sapore particolare, magari non quello delle gite fuori porta per i tropeani, ma quello religioso che accompagna la tradizionale processione a mare della Sacra Famiglia ospitata sul Santuario dell’Isola.
Festa finita prima quest’anno, dall’odore acre e pesante che ha accompagnato le preghiere di chi, quasi tutti in paese, sentivano sul collo il tremendo fardello di voler combattere una situazione estremamente delicata, drammatica, infausta. La notizia dell’incidente di Pasquale è arrivata alle prime luci dell’alba squarciando l’atmosfera patinata che accompagna le estati tropeane; lavorare soprattutto a contatto con il pubblico, nei negozi, tra le strade, è stato per moltissimi veramente difficile: ridere, ringraziare, essere cortesi e gentili, con il cuore appesantito dalle continue notizie che hanno accompagnato l’agonia di Pasquale, ha rappresentato per tanta gente un enorme sfida con se stessi e con i propri sentimenti.
Nulla in confronto allo strazio dei familiari e degli amici fraterni di Pasquale, una briciola di fronte al mistero dei tanti perché; ciò che consola appena un po’ è la certezza che questa vicenda abbia avuto la possibilità di smuovere tutti, come un terremoto, come uno tsunami che travolge e lascia senza fiato i malcapitati; tutti travolti, tutti senza fiato, a chiedersi il perché, a ricercarne i motivi, le cause, le colpe.
Domande perlopiù senza risposta, certezze solo tali se guardate attraverso la lente d’ingrandimento della fede.
La Fede: è riscoprirsi comunità tra una miriade di turisti disattenti e frenetici, è riscoprirsi soprattutto “amici” quando si spegneranno le luci scintillanti dei locali, riscoprirsi uniti attorno ad una famiglia che soffre e che lo farà per anni ed anni, riscoprirsi figli di Dio non attraverso sterili parole ma con fatti concreti, con l’aiuto al prossimo, con la vicinanza agli ultimi, con l’uscire dalla logica di fregare il prossimo per poi fregare alla fine noi stessi.
Questo paese ha bisogno di tanti Pasquale, di ragazzi impegnati e pronti a mettersi in gioco sempre nonostante la vita non facile, ha bisogno di riscoprire soprattutto i sani principi e valori che Pasquale condivideva e cercava di mettere in pratica sempre; ha bisogno essenzialmente di riscoprire Dio e vivere cristianamente la sua dimensione umana, ancor più in inverno, ancor più quando saremo “pochi”, soprattutto nei luoghi fisici, pochi ormai, dove è possibile incontrare i giovani come Pasquale, nelle parrocchie, nelle scuole.
Chi non ha avuto modo di conoscere Pasquale si è perso l’occasione di conoscere un ragazzo d’oro, di essergli amico, di abbracciarlo e stringerlo al cuore. Tropea non può permetterselo, i tropeani non possono permetterselo.
Se la festa è finita prima per un destino beffardo ed incontrollabile, che almeno sia da monito a tutti: amiamo i nostri ragazzi, amiamoli spassionatamente offrendo sempre belle opportunità e situazioni educative vere, concrete, essenziali.
Che la generosità dei familiari di Pasquale sia da esempio, che la loro Misericordia ci mostri quella infinita e vera di Dio, che non abbandona mai e riempie di Grazia tutti, sempre e comunque.
Ciao Pasquale, attraverso te, il tuo sguardo profondo, la tua pelle scura e l’amore di chi ti ha voluto bene, abbiamo riconosciuto Dio.
Tropeaedintorni.it si stringe al dolore di tutti i familiari ed amici e porge le più sentite condoglianze.