Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un timbro per i più poveri in Vaticano.
La carità di Papa Francesco ai tanti poveri che egli soccorre si manifesta con una fantasia che sorprende: pizze, gelati, docce, barbiere ecc… E le medicine? Sopratutto di quelle hanno bisogno i poveri e non hanno possibilità di comprarle. Ma anche a questo ha pensato Papa Francesco: i poveri che on possono comprarle, le avranno gratuite, grazie ad un particolare timbro che Papa Francesco ha affidato all’équipe sanitaria che opera sotto il colonnato di San Pietro, dove si offrono servizi ai senzatetto e ai poveri di tutto.
– La dottoressa Lucia Ercoli, del team Medicina solidale, racconta l’incontro con papa Bergoglio e come si è sviluppata l’attività di assistenza sanitaria per i più bisognosi di Roma. La Ercoli è stata ricevuta privatamente dal Papa, il 16 dicembre scorso. «Siamo andati tutti insieme nella sua residenza di Santa Marta. Il Papa, facendoci un regalo immenso, ha ricevuto tutto il gruppo dei medici». Ed ha consegnato loro un timbro particolare.
Il timbro di Francesco per curare i poveri del Colonnato.
♦ Uno strumento speciale, un timbro, per curare i senzatetto di piazza San Pietro. Lo ha regalato lo stesso papa Francesco all’équipe medica che segue i senzatetto del Colonnato, come ricorda la dottoressa Lucia Ercoli, che del team fa parte. Papa il 16 dicembre 2018 ricevette in forma privata tutto il gruppo dei medici.
♦ In quella circostanza – racconta la Ercoli – «Papa Francesco ci ha donato uno strumento essenziale, ci ha consegnato il timbro. Noi abbiamo adesso un ricettario d’ambulatorio per le cure primarie grazie all’Elemosineria apostolica e con questo timbro le persone a cui non possiamo risolvere il problema farmacologico nel primo soccorso su strada, possono rivolgersi alla farmacia vaticana ricevendo il farmaco gratuitamente».
– I farmaci sono tutti donati? – «Sì, li riceviamo grazie alle donazioni del Banco farmaceutico e attraverso un grande impegno dell’elemosineria apostolica, il braccio caritativo del Papa, che acquista i farmaci per noi perché un principio dei nostri ambulatori è la somministrazione della terapia per il periodo della cura».
I doni di Papa Francesco
♥ Sull’incontro personale con papa Francesco, la dottoressa Lucia Ercoli dice ancora: «Quello che ci ha commosso tutti è che lui ci ha ringraziato personalmente uno ad uno. Per il valore che lui rappresenta, sentirsi dire grazie oltre che un incoraggiamento è un’indicazione esplicita a continuare e a continuare sempre meglio.
♥ Il Papa vuole rendere attuale il Vangelo, naturalmente questo trova delle grandi difficoltà perché il Vangelo provoca le persone, ma è un periodo della storia della Chiesa che ci entusiasma tutti e che dà grande speranza al mondo in un momento in cui il pianeta vive grandi lacerazioni dovute soprattutto alle disuguaglianze sociali».
♥ Dunque, il Papa che cosa fa arrivare? – «Da Francesco riceviamo tutti i farmaci, l’ambulatorio, i viveri quando servono, le docce e poi tutta una serie di attività per cui il Colonnato è diventato il riferimento di tante periferie nascoste. Si è creato questo avvicinarsi, il Papa ha ribaltato la prospettiva, ha reso il centro periferia e la periferia il centro».
Medici sotto il Colonnato di piazza San Pietro
♦ Com’è iniziato il suo impegno al Colonnato? «Scrissi all’elemosiniere del Papa, che adesso è il cardinale Konrad Krajewski, spiegandogli le situazioni che noi avevamo osservato come Medicina solidale nella periferia sud-est di Roma.
♦ Ci siamo incontrati e dal momento che noi avevamo evidenziato la presenza di tanta gente che non riesce a riferirsi ai presidi istituzionali e mi riferisco alle occupazioni, ai campi nomadi abusivi ed altro, situazioni in cui c’è proprio una barriera d’accesso, gli ho chiesto se potevamo mettere su un’attività di strada con ambulanze in maniera da poter visitare queste persone e capire il bisogno sommerso delle periferie nascoste».
♦ «Dopo qualche tempo, lui mi ha telefonato, eravamo a ridosso del Giubileo e il Santo Padre metteva a disposizione il suo poliambulatorio mobile che dispone di tre postazioni per le visite – racconta sempre la Ercoli -. Quindi attraverso questo mezzo abbiamo intensificato i sopralluoghi facendo un po’ in lungo e in largo tutta questa cintura di periferie nascoste che si addossa a quelle più note ma che noi non vediamo perché la gente che vive lì ha anche timore di manifestarsi.
♦ Lì poi è nata l’idea di poter fare un presidio di cura accanto alle docce e abbiamo cominciato ad aprire nel febbraio 2016 anche l’ambulatorio il lunedì pomeriggio».
(fonte: Avvenire.it, 3 aprile 2019).