Fede e dintorni

Un Santo tra le rovine di Roma

Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano

Storie belle… per vivere meglio

Un Santo tra le rovine di Roma.

– E’ San Gaspare del Bufalo, fondatore della Congregazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, il cui nome intero era Gaspare Melchiorre Baldassarre del Bufalo, perché nato da Annunziata Quariteroni nel 1786, nel giorno dell’Epifania e battezzato il giorno seguente nella chiesa di San Martino ai Monti con i nomi dei Re Magi. Egli fu il secondogenito di famiglia.
– Fu un grande testimone di predicazione e di opere di carità: un piccolo gigante della fede in una Roma che in quel tempo fu scossa da forti tensioni e cambiamenti: la Rivoluzione francese e le sue conseguenze, l’occupazione napoleonica, l’esilio di Pio VII e poi la ricostruzione della fede attraverso una intensa predicazione e la devozione al Preziosissimo Sangue di Cristo. La sua festa è il 21 ottobre.

♦ Gaspare del Bufalo nacque nel 1786 in un momento di forti tensioni e cambiamenti, che di lì a non molto avrebbero sconvolto anche la città di Roma. Solo tre anni dopo, infatti, con l’evento della presa della Bastiglia avrebbe avuto inizio la rivoluzione francese cui avrebbe fatto seguito l’ascesa di Napoleone Bonaparte.

Pochi anni dopo la nascita di Gaspare, la famiglia del Bufalo si trasferì presso palazzo Altieri dove il padre lavorerà come cuoco.
La Roma in cui San Gaspare si apprestava a vivere ed agire era una città dalle forti contraddizioni, in cui ai fasti dei palazzi nobiliari e alle grandiose chiese e basiliche facevano da contraltare le casupole e i rioni in cui la vita si svolgeva in maniera pressoché analoga a quella dei piccoli borghi di campagna. Una vita apparentemente semplice, in cui ognuno cercava di guadagnarsi da vivere come poteva.

Sullo sfondo, a completare questa “scena bucolica”, rovine maestose e cadenti erano lì a perenne testimonianza di quella Roma che fu capitale di un impero sconfinato. Tali “rovine” nel XVIII secolo e anche oltre incanteranno i viaggiatori del cosiddetto “Grand Tour”, studiosi ed eruditi che si recavano in Italia proprio per ammirare le grandi opere della classicità; tra i più noti, J. W. Goethe.

Ed è proprio tra queste rovine che Gaspare Del Bufalo, ordinato sacerdote nel 1808, si lanciò nell’evangelizzazione dei carrettieri e contadini della campagna romana. Infatti prese a predicare ai cosiddetti “barrozzari”, cioè i carrettieri e contadini che provenivano dall’agro romano per concludere affari nell’Urbe. Ad essi si univano ogni genere di forestieri e abitanti della città.
Il luogo dove avveniva ciò era il Foro Romano, chiamato all’epoca “Campo Vaccino”, perché tale posto era divenuto luogo di pascolo di animali nonché di mercato; un luogo che di certo non spiccava per la raffinatezza e le buone maniere dei suoi frequentatori.

Gaspare, consapevole del fatto che «non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati» (Mt 9, 9-12), con un coraggio non indifferente annunziava la buona novella a quella povera gente, spesso ricevendo insulti e minacce, senza mai scoraggiarsi. Una vera opera di misericordia spirituale.
Oltre a questa, molteplici furono le opere assistenziali in Roma alle quali San Gaspare prese attivamente parte.  Tra queste, l’Opera di Santa Galla, il benemerito ospizio romano dedito alle più svariate opere di assistenza caritative, di cui egli divenne per un certo periodo il direttore. Prima di lui, un altro gigante della carità era stato chiamato a tale mansione, ossia San Giovanni Battista De Rossi.

Frequenti, inoltre, erano le visite ai malati dei svariati ospedali, come quello della Consolazione ai piedi del Campidoglio o quello della Trinità dei Pellegrini. Nella Roma di San Gaspare, infatti, accanto a tanta miseria materiale e spirituale, non mancavano di certo le opere caritative e assistenziali.

In tale quadro, tuttavia, un’evento storico e grave contribuì ad agitare le acque fin troppo tranquille della capitale della cristianità. Alla fine del ‘700 Napoleone aveva iniziato le sue “campagne d’Italia” con la proclamazione delle varie repubbliche “sorelle”.
Anche Roma e lo Stato Pontificio vennero invase dalle truppe napoleoniche e ciò portò, nel 1809, all’esilio del Papa Pio VII.  Anche Gaspare, rifiutatosi di giurare fedeltà all’imperatore, dovette subire il carcere e l’esilio: passò quattro anni in carcere tra Bologna, Imola e la Corsica.
Nel celebre film “Il Marchese del Grillo” con protagonista Alberto Sordi, è mirabilmente rappresentato, seppur in chiave comica, il periodo dell’invasione napoleonica di Roma.
♦  Tale periodo, tragicomico nel suo insieme, si concluderà con il ritorno di Pio VII, dopo la caduta dell’imperatore francese.
 Gaspare, tornato a Roma anche lui, ricevette dal Papa l’incarico di predicare dedicandosi soprattutto alle missioni popolari. Devotissimo al Prezioso sangue di Gesù, il 15 agosto 1815 fondò la Congregazione dei missionari del preziosissimo sangue.

Di qui avranno inizio allora le grandi prediche, le svariate missioni popolari (già care al popolo romano grazie alla precedente opera dei Passionisti, Redentoristi, etc) con le quali, attraverso modalità “fantasiose” e creative, San Gaspare cercherà di toccare i cuori induriti per intenerirli al Sangue di Gesù, sorgente e fonte di misericordia.

Ma un’altra piaga vessava lo Stato Pontificio, come, del resto, anche altre regioni: il brigantaggio. Leone XII, dietro consiglio del card. Belisario Cristaldi, inviò in mezzo a loro Gaspare, che con le sole armi del crocifisso e della misericordia evangelica, riuscì a ridurre la terribile piaga nei dintorni di Roma ed a riportare pace e sicurezza tra le popolazioni.
Morí a Roma il 28 dicembre 1837.

(fonte: cf Osservatore Romano, 21 ottobre 2020 e altro web).

“Non posso, non debbo, non voglio”, così san Gaspare rispose al processo contro di lui, per aver rifiutato di obbedire alla prepotenza di Napoleone che aveva invaso Roma. – “Vorrei avere mille lingue per intenerire ogni cuore verso il Sangue Preziosissimo di Gesù” sono le sue parole tene e dolci che lo spinsero in un apostolato instancabile.

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