Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un santo semplice e affascinante, John Henry Newman.
– Sono passati due anni da quando domenica 13 ottobre 2019 Papa Francesco canonizzò a Roma il cardinale John Henry Newman, fondatore dell’Oratorio di San Filippo Neri in Inghilterra.
– Una figura straordinaria di uomo e di cristiano che, già in occasione della sua beatificazione, avvenuta a Birmingham il 19 settembre 2010 da papa Benedetto XVI, era stata celebrata ampiamente su tutti i media.
– La particolarità della sua canonizzazione continua a riguardare da vicino un aspetto della nostra umanità: il cardinale Newman fu dichiarato santo e invocato come «custode dei nascenti», perché il miracolo ottenuto per la sua intercessione riguardò la guarigione di una donna incinta a rischio vita, sua e del nascituro.
– Fu un santo pieno anche di delicato umorismo. Una volta un bambino gli chiese: “Chi è più grande: un cardinale o un santo?”. E la sua risposta fu: “Vedi, piccolo mio, un cardinale appartiene alla terra, è terrestre; un santo appartiene al cielo, è celeste”. Una risposta semplice ma piena di verità.
Un santo semplice e affascinante.
♦ «Il cardinale John Henry Newman è sicuramente un profeta dei nostri tempi. E ad affascinare è sicuramente la grande sintonia che ebbe con san Filippo Neri. A unirli sono state virtù come l’umiltà, lo stile di gioia e la grande dimensione mistica delle loro esistenze.
♦ Solo attraverso queste chiavi si può comprendere Newman come sacerdote cattolico che scopre attraverso la spiritualità oratoriana il suo amore per Cristo».
♦ Sono gli aspetti che padre Mauro De Gioia, postulatore generale della Confederazione dell’Oratorio di san Filippo Neri, sottolineò nel giorno in cui venne canonizzato in piazza san Pietro il suo confratello Newman.
♥ «Nello stile di vita comune appreso alla scuola della nostra Famiglia religiosa, l’oratorio, egli ha trovato un approccio congeniale ai suoi gusti anche dal punto di vista pratico, in quanto più simile a quello di un college inglese».
♥ E lo stesso sacerdote dell’oratorio filippino, che da anni guida nel centro storico di Genova, tra i caruggi, la comunità dei religiosi oratoriani la cui chiesa è dedicato a san Filippo Neri, lesse nell’evento della canonizzazione «un momento di grazia e un dono per tutta la Chiesa universale. Il motivo? «Questo grande teologo, definito il “padre assente del Vaticano II” per le sue intuizioni ecclesiologiche ha sempre nutrito una particolare attenzione per la santità quotidiana, quella semplice, dei piccoli gesti».
Un miracolo per la famiglia.
♦ A colpire padre De Gioia è il miracolo che ha permesso l’iscrizione di Newman nell’albo dei santi.
♥ Fu la guarigione improvvisa, inspiegabile e permanente di una donna statunitense di Chicago incinta che aveva chiesto l’intercessione del beato dopo aver ricevuto dai medici una diagnosi infausta, con pericolo per la vita.
♥ «La signora 42enne, già madre di 4 figli, invocando il beato e ripetendo spesso la frase “cardinale Newman pensaci tu”, portò a termine con successo nel 2013 la sua difficile gravidanza mettendo alla luce una bambina».
♥ E annotò un particolare di sapore tutto familiare: «Dopo il lungo travaglio che aveva costretto la donna a isolarsi nella sua casa per alcune ore rischiando di morire e di perdere la sua bambina che portava in grembo è tornata in cucina e ha trovato gli altri suoi figli, ancora molto piccoli, che erano rimasti seduti al loro posto tranquilli, senza farsi male, o subire incidenti domestici. Per questo ho pensato, tra me e me, che il cardinale oltre ad aver protetto e custodito la vita nascente, aveva anche vegliato e vigilato nello stesso tempo sulla salute del resto della famiglia. E ho compreso ancora di più i sentimenti di gratitudine di questa mamma che ha esclamato anche per l’ultimo dono inaspettato arrivato dal cielo: “Grazie cardinal Newman”».
♥ Concluse padre De Gioia: «In un certo senso attraverso questo miracolo avvenuto per intercessione di Newman egli è divenuto, in questo frangente, il protettore della vita nascente e della famiglia».
(fonte: cf Avvenire.it, 12 ottobre 2019).
Serie di perle di/su cardinale John Henry Newman.
♦ Già la sua Beatificazione rivelò a tutti che il noto convertito inglese non fu soltanto un pensatore con doti eccezionali, ma un uomo nel quale la genialità del pensiero faceva tutt’uno con la santità della vita quotidiana.
♥ Quando Newman in tarda età sentì dire che l’avrebbero chiamato santo, scrisse: «Non sono portato a fare il santo, è brutto dirlo. I santi non sono letterati, non amano i classici, non scrivono romanzi… Alla mia maniera, sono forse, abbastanza buono, ma questo non è alto profilo. A me basta lucidare le scarpe ai santi, se san Filippo in cielo avesse bisogno di lucido da scarpe».
♦ Lungo tutta la sua vita Newman pensò di essere ben lontano dalla perfezione cristiana. Ma dalla sua ‘prima conversione’ la sua aspirazione fu tutta rivolta a Dio, che aveva riconosciuto come il fulcro della sua vita. Da allora in poi seguì due principi: «La crescita è la sola dimostrazione della vita» e «La santità piuttosto che la pace».
♦ Il genio di Newman, sebbene sempre ammirato e venerato, fu riscoperto dal Concilio Vaticano II, di cui è stato un precursore profetico. Jean Guitton scrisse in proposito nel 1964: «I grandi geni sono dei profeti sempre pronti a rischiarare i grandi avvenimenti, i quali, a loro volta, gettano sui grandi geni una luce retrospettiva che dona loro un carattere profetico. È come il rapporto che intercorre tra Isaia e la passione di Cristo, reciprocamente illuminati. Così Newman rischiara con la sua presenza il Concilio e il Concilio giustifica Newman»
♥ Nel discorso pronunciato in occasione del ricevimento della bolla di nomina a Cardinale, Newman, guardando alla sua vita passata, confessò: «Nel corso di lunghi anni ho fatto molti sbagli. Non ho nulla dell’alta perfezione che si riscontra negli scritti dei santi, nei quali non ci possono essere errori; ma credo di poter affermare che in tutto ciò che ho scritto ho sempre perseguito nobili intenti, non ho cercato fini personali, ho tenuto una condotta ubbidiente, mi sono dimostrato disponibile ad essere corretto, ho temuto l’errore, ho desiderato servire la santa Chiesa e ciò che ho raggiunto lo devo alla misericordia di Dio».
♦ Il quotidiano londinese «The Times» pubblicò il giorno seguente la morte di Newman, avvenuta l’11 agosto 1890, un lungo elogio funebre che terminava con le seguenti parole: «Di una cosa possiamo essere certi, cioè che il ricordo di questa pura e nobile vita durerà e che egli sarà santificato nella memoria della gente pia di molte confessioni in Inghilterra. Il santo che è in lui sopravvivrà».
(fonte: da cattolicanews.it).