Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un pellegrino speciale al Cammino di Santiago.
– Vincenzo Russo,70 anni, colpito dalla poliomielite sta affrontando da solo il noto itinerario spirituale nel nord della Spagna.
– «Io, pellegrino sul Cammino di Santiago con la mia carrozzina», condividendo quotidianamente la sua straordinaria esperienza sul blog “Un cammino senza un solo passo”. Ci sono amici che lo assistono in questo lavoro, mentre tutta la sua attenzione è di superare la fatica e gli immancabili piccoli incidenti che per un disabile come lui sono ostacoli duri, come una caduta mentre sta a bagno o la pioggia che viene a rendergli tutto più difficile.
– Ma egli, confrontandosi con i pellegrini più giovani, sa che non può mollare, che deve esse forte anche per loro e arrivare fino alla fine. – Alla partenza del Cammino tutti hanno potuto vedere la sua carrozzina con il piccolo rimorchio.
Al Cammino di Santiago.
♦ Ottocento chilometri da macinare sulla sua sedia a rotelle capace di viaggiare lungo le strade dell’Europa. E con un obiettivo dichiarato che, almeno in prima battuta, può avere il sapore del sogno: percorrere a bordo di una carrozzina iperequipaggiata lo storico Cammino di Santiago di Compostela in Spagna partendo dal versante francese dei Pirenei.
♥ È l’avventura che sta affrontando in questi giorni il 70enne Vincenzo Russo. Colpito dalla poliomielite quando aveva appena tre anni, ha trascorso parte della sua vita nei centri e nelle strutture della Fondazione Don Gnocchi.
♦ Lunedì scorso, 26 luglio, è incominciata per Vincenzo, originario di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, la sua impresa da Saint-Jean-Pied-de-Port in Francia.
♥ «Mi muovo in carrozzina in quanto handicappato. E in carrozzina mi farò l’intero Cammino di Santiago. Voglio fare questo percorso per assaporare il gusto di farmi aiutare – ha raccontato prima di incominciare il suo viaggio in solitario –. Godermi, quindi, il gesto umano di chi pur non conoscendomi vuole darmi una mano. La tenerezza di un invito: “Posso aiutarti?”. Per godermi il mio “grazie” e il suo “ma figurati”.
♦ Sfumature forse. Ma sono le sfumature che danno conto della vita, al di là delle apparenze. Don Carlo Gnocchi lo ha testimoniato per sempre».
♦ Con alle spalle una laurea in scienze politiche e per anni direttore di un centro educativo e di un comunità alloggio per minori nel Comune di Sesto San Giovanni, in provincia di Milano, Vincenzo è alle prese con una sfida in questo 2021 ancora toccato dalla pandemia.
♥ Egli ha già un precedente nella sua esistenza: nel 2014, nel quinto anniversario della beatificazione di don Gnocchi, aveva già compiuto il Cammino di San Giacomo e in quel frangente aveva portato in dono nella Cattedrale di Compostela una reliquia di don Carlo (1902-1956), il sacerdote amico dei mutilatini.
Oggi quel piccolo dono di Vincenzo è custodito all’Hospital San Nicolas de Puente Fitero, luogo di passaggio e di ospitalità per migliaia di pellegrini.
♦ Vincenzo, sul suo particolare “veicolo” che ha anche un piccolo rimorchio per i beni di prima necessità, attraverserà le province spagnole di Navarra, La Rioja, Castiglia e Galizia fino a Santiago.
♦ Gli incontri e le mete del diario di viaggio sono documentate ogni giorno attraverso il suo blog “Un cammino senza un solo passo”.
L’uomo ha già toccato luoghi suggestivi come Pamplona e ora si trova a Estella, cittadina medievale della Navarra.
♥ «Le ragioni del blog sono due: una sta nella riconoscenza alla ditta Ottobock di Budrio che mettendomi a disposizione la giusta carrozzina mi consente di ripetere il cammino – sottolinea –. L’altra è il desiderio di narrare: voglio descrivere sguardi, parole, saluti, incroci: quegli attimi fuggenti nei quali la vita ci sorprende».
♦ Come un antico viandante del Medioevo – un autentico “homo viator” – il signor Russo assapora qualcosa di nuovo avendo sempre presente che il suo scopo è arrivare da vero pellegrino a Santiago.
♥ «In fondo il viaggio – è la riflessione finale – non è altro che lo specchio di quello che percorriamo dentro di noi, ascoltandoci, incontrandoci, perdonandoci…».
(fonte: Avvenire.it, 26 luglio 2021).