Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un disoccupato raccolse chiodi.
Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti un tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non piaccia o che non serva, che non giovi a un nobile scopo. – Trovare il lavoro che si ama farà sembrare che neppure si lavora. Ma prima del posto di lavoro, fonte del reddito necessario per vivere, occorre avere sincero amore al lavoro, perché nel lavoro c’è la possibilità di trovare se stessi, la propria realtà – per se stessi, non per gli altri. Dio non ha condannato l’uomo al lavoro, ma nel lavoro ha dato all’uomo una straordinaria possibilità di collaborare alla vita del creato.
La significativa piccola storia ha qualcosa da consegnarci.
C’era una volta un uomo che era disoccupato: cercava un lavoro e non lo trovava.
♦ Un giorno andò negli uffici di una grande ditta, cercò il direttore e chiese se avesse bisogno di un dipendente.
♦ Il direttore disse di no. Ma dopo aver fatto una telefonata in un’altra stanza, lo invitò a prendere un caffè. Alla fine lo accompagnò all’uscita che passava dal garage.
♥ Mentre se ne andava, l’uomo vide alcuni chiodi sul pavimento, proprio mentre le macchine passavano e potevano bucare le gomme. Si chinò, raccolse tutti i chiodi e li gettò nel cestino della spazzatura.
Il direttore, che stava guardando dalla finestra, lo richiamò e lo assunse.
Il direttore aveva messo quei chiodi lì, per testare la premura del candidato verso la ditta, nel caso fosse ammesso.
♥ ♥ Cerchiamo anche noi di togliere chiodi dai nostri cammini, specialmente da quelli dei giovani e dei bambini, che possono forare le gomme delle loro fragili vite, impedendo loro di camminare e di essere felici. – Impegniamo il nostro lavoro per la felicità del nostro prossimo.