Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un Dio che dona tutto a tutti.
- A volte anche gli uomini di Dio cedono alla meschinità e alla gelosia, come Giosuè e poi i discepoli di Gesù, che vorrebbero impedire che i doni di Dio giungano anche ai lontani. – Ma Dio è libero nel concedere i suoi doni a chi vuole.
– Noi vorremmo imprigionare la sua libertà a volte in maniera anche offensiva per Lui e per Gesù mandato a tutta l’umanità.
– Non siamo noi cristiani i padroni della salvezza, donataci da Cristo. Sia pure avendo responsabilità e modalità diverse in seno alla Chiesa, noi cristiani abbiamo solo il compito di far incontrare, tra di noi e agli altri, con la nostra testimonianza, la nostra parola e le nostre opere, la persona di Cristo.
– La consapevolezza della gratuità del dono di Cristo ci obbliga a valorizzare tutto ciò che egli fa nel mondo, essendo l’unico ad avere una risposta esauriente all’inquietudine presente nel cuore dell’uomo e con il suo Spirito a illuminare il cuore di ogni persona. — E allora il nostro desiderio più profondo dovrebbe essere quello di Mosè, quando esclamò: “Fossero tutti profeti nel popolo di Dio e volesse il Signore dare loro il suo spirito!”.
Dal Vangelo di questa domenica (Mc 9,38-43.45.47-48).
♦ In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva».
♦ Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi. Chiunque infatti vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, in verità io vi dico, non perderà la sua ricompensa.
♦♦ Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala: è meglio per te entrare nella vita con una mano sola, anziché con le due mani andare nella Geènna, nel fuoco inestinguibile. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, gettalo via: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna, dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue».
Gioire per la generosità di Dio e imitarlo condividendo con tutti i nostri fratelli.
♦ Noi dobbiamo rallegrarci perché i doni di Dio vengono sparsi dappertutto. Non imitiamo la grettezza d’animo di Giosuè, che sollecita Mosè a bloccare l’azione profetica di Eldad e Medad. Oppure quella dell’apostolo Giovanni che vorrebbe impedire a un esorcista di compiere il suo ministero, per il semplice fatto che non fa parte del gruppo del Maestro.
♦ Gesù fa notare che «chi non è contro di noi è per noi» e ci stimola a essere esigenti con noi stessi per collaborare al progresso della fede degli altri, accogliendo quanti hanno bisogno e vengono a noi nel suo nome.
♦ San Giacomo nella sua Lettera dà un severo avvertimento ai ricchi che confidano nei loro beni caduchi e maltrattano i dipendenti, privandoli del giusto salario.
♦ Ricordiamoci che non possiamo servire Dio e la ricchezza! Colmati dei doni della Parola e del Pane di vita, non possiamo ammettere l’ingiustizia, ma siamo chiamati a essere dono di Dio per tutti. (don Francesco Dell’Orco)
♦ Potrebbe capitare anche a noi di avere l’atteggiamento dell’evangelista Giovanni e di Giosuè di dare cioè eccessiva importanza al distintivo o gruppo di appartenenza per chi opera il bene anziché alla persona in se stessa, al bene in quanto tale. La verità e il bene invece vanno riconosciuti ed accolti sempre, al di sopra di qualsiasi provenienza o distintivo.
♥ Chi comunica verità, chi aiuta i bisognosi, chi sostiene i deboli, chi conforta i disperati, chi esercita l’accoglienza, chi promuove l’amicizia e la pace, costui non solo opera bene, molto bene, fa progredire la società, è un benefattore dell’umanità; e, se anche a sua insaputa, lavora con Dio e Dio con lui.
♥ Guai invece a chi fa del male agli altri, specie se indifesi.
♥ Il bene e il bene comune sono al di sopra di tutto e di tutti, e nulla gli va anteposto. Ad esempio non si può anteporre un proprio familiare alla verità e alla giustizia; cioè non è lecito testimoniare il falso in difesa di una persona cara, fosse anche il papà, la mamma o chiunque altro.
♥ Gesù, perché non ci siano equivoci, giunge a dire come paradosso che se con la mia mano dovessi fare del male sarebbe stato meglio che io fossi monco e vivere bene.
I Santi sono amati, venerati, spingono al bene credenti e non credenti, perché hanno amato, son vissuti bene, han fatto del bene. (P. Nicola Fiscante redentorista).
26 settembre: 107a Giornata mondiale del migrante e del rifugiato.
♥ «Verso un “noi” sempre più grande»
♦ Il tema scelto quest’anno da papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato riecheggia quel senso di appartenenza all’unica famiglia umana nella quale non regnano la distinzione e la divisione, ma l’unità profonda e consapevole, «alla fine non ci siano più “gli altri”, ma solo un “noi”» (Fratelli tutti, 35).
♦ Tendere al “noi” nelle azioni fa vivere in pieno il comandamento dell’Amore che ci fa guardare al prossimo senza sceglierlo. Accogliere come dono e impegno chi il Signore ci mette accanto significa camminare alla riscoperta del valore della gratuità.
♦ La presenza di uomini e donne di paesi, culture e fedi differenti non deve mai essere un intralcio all’espressione di carità autentica, ma uno stimolo costruttivo per migliorare e migliorarsi alla luce della grazia.
♥♥ Al cristiano viene chiesto di compiere un salto di qualità interiore passando dalla prossimità umana a quella evangelica. Dio non fa preferenze di persona, il suo amore è per tutti.
♥ Siamo figli dell’unico Padre, capaci di amore e di compassione nella misura in cui guardiamo a Gesù che per farsi prossimo è diventato uno di noi.
♥♥ La prossimità evangelica dipende dalla nostra disponibilità a cambiare prospettiva, passando dalla logica dell’io e del gruppo ristretto e preferenziale a una visione più ampia della fratellanza universale.
♥ La Chiesa al suo interno è chiamata, con l’aiuto dello Spirito, a rendere concreta la comunione nella diversità. Un’attenzione particolare richiede la cura della famiglia comune e della casa comune, entrambi aspetti non trascurabili di un “noi” possibile da realizzare con l’impegno di tutti.
♥♥ Alla cultura del sospetto va sostituita una nuova cultura antropologica incentrata sulla dignità della persona umana, sullo sviluppo integrale e sui principi di solidarietà e sussidiarietà contenuti nella Dottrina sociale della Chiesa.
(Lucia Giallorenzo).
Per la preghiera.
♦ O Dio, che in ogni tempo hai parlato al tuo popolo per bocca dei profeti, effondi il tuo Spirito, perché ogni uomo sia ricco del tuo dono, e a tutti i popoli della terra siano annunciate le meraviglie del tuo amore.
♦ O Padre, che con sovrana libertà elargisci sui tuoi figli la ricchezza dei tuoi doni, effondi su di noi il tuo Santo Spirito perché diventiamo con Cristo pane spezzato per tutti.
♦ Signore, siamo diversi gli uni dagli altri e ciascuno ha carismi e doni da condividere. Aiutaci a condividere e ad amalgamare le nostre differenze in uno stile di fraternità.
♦ Signore, illumina i responsabili di popoli e comunità perché si impegnino a non avere mai atteggiamenti intolleranti, a non innalzare steccati, a non cercare divisioni.
♦ Signore, aiutaci a ricercare l’unità, a valorizzare ciò che unisce e non ciò che divide, e a perseverare nel dialogo ecumenico con reciproco rispetto.
♦ O Padre, ti affidiamo i bambini innocenti, tutti gli emarginati e tutte le vittime di abusi e di violenze, perché la loro grande sofferenza sia consolata dalla tua vicinanza.
♦ Signore, ti preghiamo per le nostre comunità perché offrano un’immagine vera di Gesù, mite e accogliente, intorno a cui possano radunarsi con fiducia i nostri fratelli più deboli.