Ostaggio dei vari gruppuscoli tra loro antagonisti
Indecente Babele assurta agli onori della cronaca giornalistica
Mai nella recente storia di Tropea abbiamo assistito ad una Babele in cui malafede e arroganza si intridono reciprocamente in un crescendo di balorda retorica all’interno della quale non è dato ritrovare il filo di una qualsivoglia trama concettuale appena, appena credibile. Protagonisti di questa indecente Babele, assurta agli onori della cronaca giornalistica, è ancora una volta l’intero consiglio comunale, con l’esclusione di qualche consigliere, con in testa il sindaco che nei tre anni antecedenti allo scioglimento per mafia hanno dato libero sfogo alle più basse repressioni politiche accumulate, durante i quali sono prevalse lotte intestine, l’odio feroce, il nichilismo politico, l’indifferenza verso i problemi dell’ente e della collettività, sfociati alla fine con le dimissioni di alcuni consiglieri che hanno determinato la caduta del sindaco, rimasto privo di maggioranza.
La polemica, ancorché aspra, frutto del marasma e dello squilibrio politico, in questi anni ha superato i limiti della decenza e della responsabilità, perpetuando situazioni di disagio e di confusione tali da prefigurare non certamente amore per la trasparenza, ma esclusivamente mania di protagonismo, volontà di affossare una situazione che già così com’è si mantiene in vita con l’ossigeno e la respirazione artificiale.
Principale responsabile, comunque, di quanto accaduto è sicuramente il sindaco Rodolico, non idoneo a coprire e ad assolvere al ruolo e al compito istituzionale che ricopre per grazia ricevuta.
Se non fosse l’archetipo dei sepolcri imbiancati, le sue malversazioni, il disprezzo degli altri, la ricerca ossessiva del “particulare” non susciterebbero tanto scandalo anche all’interno del suo schieramento e non avrebbero creato l’humus, il terreno di coltura su cui man mano si è sviluppata la grave discrepanza tra le varie fazioni all’interno della compagine amministrativa.
Implacabile contro i vizi altrui, completamente assolutorio nei confronti dei suoi, Rodolico è infatti il prototipo da corsa del predica bene e razzola male.
Un mal riuscito Savonarola, un moralista immorale e predicatorio che alla fine è rimasto solo, ostaggio dei vari gruppuscoli tra loro antagonisti. Sta di fatto che in questi in tre anni di gestione della cosa pubblica e ancora oggi, dopo il responso favorevole del TAR Lazio, una sola cosa Rodolico ha posto alla sua attenzione, il potere, per cui ha dimostrato di essere disposto a tutto, meno che a rinunciarvi anche a costo della reputazione e della dignità.
In sostanza, sta cercando, anche se in maniera maldestra ed equivoca, di tenere insieme i cocci e in questo gli ex dissidenti e la minoranza lo stanno furbescamente assecondando.
Costoro si sono resi conto che se in un soggetto politico padronale viene fatto fuori il padrone, è come se in un appartamento si abbattesse il muro portante. Non l’hanno fatto e ci hanno guadagnato nel dare la possibilità a Rodolico, per istinto reciproco di sopravvivenza, di fare di tutto per evitare una rovinosa caduta che avrebbe di certo coinvolto tutti, ma che sarebbe stata un sollievo per la collettività. I dissidenti, suoi ex amici, e la minoranza hanno tirato troppo a lungo la corda, sono stati irretiti dalla loro pochezza politica, hanno tergiversato pensando che Rodolico presto sarebbe vacillato sia per le contraddizioni interne, sia, soprattutto, per autoconsunzione,cioè per deperimento progressivo delle condizioni di salute. Non è stato così, Rodolico ha vinto la sfida, ancorchè trattasi di vittoria di Pirro, e non c’è da rallegrarsi perché quella che ha perso è Tropea.
Se doveva finire così, se tutta la bagarre è stata inscenata per distribuire qualche poltrona o per elargire qualche prebenda, perchè buttare fumo negli occhi, orchestrare sceneggiate di infimo ordine, organizzare in pompa magna riunioni telecomandate e teleguidate? Ecco perché al peggio e al ridicolo non c’è mai fine! Un interrogativo, non di poco conto, però, sembra essere sfuggito a questa allegra brigata che da oggi dovrà assumersi la responsabilità di conduzione politico-amministrativa del paese. Rodolico è compatibile come sindaco con il ruolo, la posizione giuridica e professionale che occupa all’interno dell’ASP 8? La legge nel merito non è chiara e in taluni articoli anche contrastante.
La delibera N.58 del 2013 dell’ANAC sancisce che il regime di incompatibilità si applica all’intero management aziendale unitamente ai direttori di Dipartimento e di Distretto Sanitario. Successivamente è stata formulata la delibera N.149 del 2014 in cui il regime di incompatibilità si applica al solo management aziendale. In ogni caso,l’art. 4 del D,L, 39 del 2013 sancisce l’incompatibilità sia del management aziendale che delle figure apicali a cui esse fanno riferimento diretto.
Non sarebbe il caso, vista la confusione della normativa, prima di riaprire un altro brutto capitolo, chiedere contezza al direttore dell’Anac, giudice Cantone? Di una cosa, comunque, si ha contezza. L’ospedale di Tropea, retrocesso ad ospedale distrettuale, non prevede nella sua dotazione organica figure professionali apicali e strutture sanitarie complesse. L’Atto aziendale annovera la struttura complessa di Urologia nel P.O. di Vibo ove opera a supporto dei reparti chirurgici una Unita operativa di Rianimazione e una di Terapia Intensiva coronarica.
Ex Direttore Sanitario P.O. Tropea
Dr. Tino Mazzitelli