Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Un calzolaio di eccellenza nel Sud dell’Italia.
– Storia di un ragazzo che lascia il lavoro al Nord e torna al suo paese in Lucania per aprire una bottega d’altri tempi.
– E’ la storia di Gianfranco Montano, il calzolaio lucano di Francis Ford Coppola, il celebre regista cinematografico di origini lucane.
– Gianfranco Montano è riuscito a realizzarsi disegnando e creando scarpe maschili (ma non solo) su misura in modo artigianale e originale così da attrarre larga clientela su scala internazionale. E le star internazionali vanno a farsi le scarpe da questo artigiano che per amore della sua arte ha lasciato il lavoro che aveva a Nord.
– “Ritrovare le radici… costruire il futuro… indicare ai più giovani che si può essere creativi anche senza la necessità di espatriare…” – Una bella storia.
L’incontro col regista.
♦ «Caro Gianfranco, la tua maestria e la tua arte sono davvero evidenti. Grazie».
A scrivere, lodando craftsmanship e artistry del calzolaio lucano Gianfranco Montano, è Francis Ford Coppola. Succede, infatti, che il regista dei registi, autore di capolavori come Il Padrino e Apocalypse Now, durante uno dei suoi soggiorni a Bernalda (dov’è proprietario dell’esclusivo Palazzo Margherita), avesse bisogno di un paio di scarpe. E che qualcuno, nel piccolo paese del materano che ha dato i natali al nonno Agostino, gli abbia proprio fatto il nome di Montano, giovane artigiano di Sant’Arcangelo, a pochi chilometri di distanza.
♦ Dall’incontro tra i due, avvenuto circa un anno fa e dove si è parlato, sì, di scarpe, ma pure di come possa venire in mente a un ragazzo di metter su una bottega d’altri tempi, ne è scaturito qualcosa di molto positivo.
♥ «Sono diventato il suo calzolaio di fiducia», spiega, con un pizzico d’orgoglio, Gianfranco. Ed ecco anche spiegato il bigliettino che il maestro del cinema gli ha fatto recapitare a seguito della commissione di «francesine e mocassini».
«Quando sono andato a trovarlo a Palazzo Margherita — prosegue l’artigiano —, il regista era in compagnia della figlia Sofia.
♥ Abbiamo parlato della mia storia, della mia passione e devo dire che Francis si è mostrato assai contento che in Basilicata, la terra a cui è fortemente legato, esistesse qualcuno che non avesse abbandonato un’arte nobile come quella di chi fa il calzolaio».
♥ Gianfranco Montano, d’altronde, questo mestiere — «di cui san Crispino è patrono», precisa — non solo non lo ha abbandonato, ma lo ha straordinariamente rilanciato.
Un po’ come se vivesse in un film dal lieto fine. «Dopo gli studi e il trasferimento a Parma, dove lavoravo per una grossa azienda farmaceutica — racconta — non mi sentivo bene con me stesso; ciò che desideravo davvero era creare qualcosa nella mia terra.
♥ Così un bel giorno di dieci anni fa, avevo 25 anni, ho lasciato tutto e sono tornato».
La storia di Gianfranco.
♦ È proprio a Sant’Arcangelo, comune situato nella Val d’Agri, in provincia di Potenza, con cinquemila abitanti, che man mano si materializzano i sogni di Gianfranco:
♥ «Di nuovo al Sud, mi sono guardato intorno e mi sono accorto che il calzolaio della zona aveva chiuso, non c’era nessun altro disposto a ricoprire quel ruolo.
♥ La decisione è stata, quindi, quella di iscrivermi a un corso di base a Foggia per imparare il mestiere ma, grazie ai segreti svelatimi da un mio prozio, Angelo Imperatrice, insegnante al Polimoda e all’Accademia Riaci di Firenze, ho realmente appreso come si dà vita a una scarpa, fatta interamente a mano».
♥ Tanti i sacrifici («per cinque anni, più di una volta al mese, mi recavo a Firenze per apprendere», dice), ma, così facendo, la bottega di Gianfranco è passata dall’occuparsi delle sole riparazioni alla vera creazione del prodotto “scarpa”.
«È nato il mio brand — afferma — per il commercio di scarpe su misura e di lusso; ormai realizzo più o meno dieci paia di scarpe al mese, curando ogni dettaglio, dall’inizio alla fine.
♦ Per “costruire” una scarpa ci vogliono 40 ore di lavoro e tanta dedizione a partire dall’interazione col cliente, per capirne gusti e desideri, alla scelta del modello, del pellame e dei colori, fino alla vera e propria lavorazione. Naturalmente è tutto made in Italy».
Le scarpe ti portano in tutto il mondo.
♦ A oggi, nonostante un «contratto con una società giapponese, la volontà di implementare pure la produzione di scarpe femminili e quella, ancora, di aprire un altro laboratorio artigianale a Matera», Gianfranco assicura di «rimanere coi piedi per terra», perché (ride) «non potrebbe essere altrimenti visto che creo scarpe!».
♥ E un’ultima cosa il calzolaio delle stelle tiene a dirla: «Se uno ci mette il cuore nelle cose che fa, prima o poi viene premiato».
Da Sant’Arcangelo a Hollywood, del resto, è la storia a insegnarlo.
(fonte: cf. L’Osservatore Romano, 18 gennaio 2020).