Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Tutti siamo ricchi: davvero?
Un antico autore romano, Sallustio, affermava: “La gloria che proviene dalla ricchezza e dalla bellezza è effimera e fragile; la virtù, invece, costituisce un passo illustre ed eterno”. – La maggior parte degli uomini aspirano al potere; a macchine lussuose, a case sfarzose, ad abiti firmati per apparire i migliori, a volere tra le mani un portafogli pieno di banconote, con il quale credono di poter esercitare il proprio potere su altre persone… – La vera ricchezza è quella dell’anima, quella che ci portiamo dentro; è nelle qualità e doni ricevuti da Dio, ma che bisogna usare con umiltà. – Tutti dovremmo usare al meglio le nostre doti, per vivere nella vera ricchezza, quella dell’anima.
Una volta un giovane andò da un vecchio saggio per lamentarsi contro Dio.
♦ Egli lamentava: – Dio ha dato ricchezza ad alcuni, ma me, niente!
Il vecchio lo interruppe dicendo:
– Ma tu credi veramente di essere povero?
Dio non ti ha dato qualcosa? Dio non ti ha dato la gioventù, la salute…?
Poi il saggio prese la mano destra del ragazzo e gli domandò:
– Lasceresti che qualcuno tagli la tua mano per ventimila euro?
– Certo che no! – rispose il giovane.
– E la mano sinistra, lasceresti che qualcuno la tagli per diecimila euro?
– In nessun modo!
– E lasceresti, per trentamila euro, che qualcuno asporti i tuoi occhi?
– Mai! Non darei un solo occhio per tale importo.
♥ – Allora di cosa ti lamenti? Non vedi che Dio ti ha dato una grande ricchezza?
♥ Questa piccola storia può sembrare cruda, ma quanto è vera!
Gesù invitava ad essere grati: “Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?… Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro” (cf (Mt 6,26-29).
Ed ecco una storia di riserva dall’antico mondo latino.
♦ Un padre di famiglia, essendo vicino a morire e non possedendo nient’altro da lasciare ai figli se non una piccola vigna, li chiamò a sé e così parlò: “Ormai sono sul punto di migrare da questa vita, figli miei; la morte infatti si avvicina, e non tarderà molto. Voi pensate senza dubbio che io sto per lasciarvi un bel nulla, dal momento che sapete che io ho sempre vissuto in povertà.
♦♦ Ora però vi rivelerò una cosa sorprendente: nella vigna è stata nascosta una ricchezza che dopo la mia morte cercherete diligentemente affinché la possiate trovare”.
♦ Così i figli, avendo fatto un giuramento al padre, avendo pensato che nella vigna fosse stato sotterrato un tesoro, iniziarono a scavarvi alquanto profondamente la terra e la rivoltarono tutta.
♥ Non trovarono nessun tesoro; ma la vigna, dissodata diligentemente, produsse frutti assai abbondanti. Allora i figli capirono che il padre aveva voluto dire loro che la fatica e l’operosità erano le più grandi ricchezze.
(dal web: traduzioni latine).