A mio avviso, l’avvenimento politico più significativo e più interessante, andato in scena recentemente a Parghelia, è
l’interrogazione contenuta in una lettera – indirizzata al sindaco, al presidente del Consiglio comunale e ad altre autorità locali – con la quale un consigliere, eletto con la lista civica “PARGHELIA UNITA PER IL FUTURO” e passato poi all’opposizione, rende pubblico, in maniera molto chiara, un grave episodio di inquinamento ambientale perpetrato in una zona del territorio comunale, corredando il tutto di ampia documentazione fotografica.
E’ noto da anni che l’ambiente non gode di ottima salute a Parghelia e, d’altra parte, tale situazione patologica è stata messa in buona evidenza dalle piogge alluvionali dell’ottobre scorso. Senza dimenticare, poi, le settimane di mare sporco della passata estate e la conseguente precipitosa fuga di un buon numero di turisti.
Dalle reazioni, che si sono registrate dopo la pubblicazione della lettera di cui si sta parlando, è emerso un quadro preoccupante e, per certi versi, allucinante, uno spaccato incredibile della politica locale, la cui lettura evidenzia il disinteresse, l’inadeguatezza, l’ impreparazione e il ritardo culturale della classe politica, che attualmente siede in Comune, riguardo ai temi ambientali.
L’iniziativa del consigliere comunale – quale che ne sia stata la motivazione – indicava un problema reale e chiamava direttamente in causa la responsabilità politica del sindaco e della giunta comunale, che possono anche decidere di tenersi lontano dai problemi che riguardano l’ambiente – al centro, del resto, da tempo dell’azione amministrativa e politica della maggior parte dei comuni italiani –, ma di certo non è loro consentito di abdicare al proprio ruolo istituzionale, che è anche quello di controllare che l’ambiente ( territorio, aria, acqua ) sia salubre e di tutelare la salute e la qualità della vita dei cittadini con tutti i mezzi possibili.
Anziché convocare – giusta il dettato dell’articolo 13 dello Statuto – una conferenza dei capigruppo e poi un consiglio comunale straordinario con all’ordine del giorno il problema segnalato e discutere, finalmente, della questione ambientale del territorio in generale, anche per sgomberare il campo da dubbi, sospetti e dietrologie sull’operato del sindaco e della giunta, si è scelto di “cazzeggiare” ( mi scuso per l’uso di questa espressione, alquanto volgare, che, però, altro non vuole significare se non l’abitudine di alcune persone a dedicare il proprio tempo a discussioni divagate e gratuite, prive di uno specifico impegno, un modo cioè per sottrarsi a problemi più seri e concreti ) con repliche e controrepliche, con disquisizioni su ruoli e competenze istituzionali, con dichiarazioni autocelebrative e apologetiche.
Senza entrare in dettaglio sull’argomento dell’ambiente per un’infinità di ragioni, ritengo opportuno ricordare che l’emergenza ambientale, ormai diventata cronica, esiste da molti anni a Parghelia, a cominciare dall’incuria e dallo sfruttamento degli alvei dei torrenti, dalla loro ostruzione con rifiuti di ogni sorta e dalle conseguenti ridotte capacità di deflusso delle acque – fatti venuti drammaticamente allo scoperto durante l’alluvione dello scorso anno – fino all’occupazione dei greti dei torrenti stessi con costruzioni piccole e grandi e, in alcuni casi, con strutture e pertinenze alberghiere e alla “bomba ecologica” costituita dai tetti degli edifici popolari, costruiti all’inizio degli anni cinquanta e coperti da lastre di eternit, presumibilmente consunte oramai dal tempo.
Tutti, compresi i pubblici amministratori, sono a conoscenza di questo stato di cose e delle infinite violenze inferte al territorio in ogni dove, ma il silenzio è d’obbligo e pressoché generale. Non si riesce a percepire, neppure lontanamente, la necessità di cominciare ad affrontare le problematiche ambientali, la cui soluzione è di vitale importanza, senza perdersi in chiacchiere sulla “vocazione turistica” del Comune di Parghelia e sulla “promozione della nostra granita artigianale”. Bisogna convincersi che le continue manomissioni del territorio comunale e la sporcizia che di tanto in tanto d’estate fa bella mostra nel mare e nelle spiagge, che tutti ci invidiano, non aiutano e non favoriscono la realizzazione del programma per il turismo – sicuramente valido – delineato e pubblicizzato con tutte le buone intenzioni, pochi giorni fa, dall’assessore comunale competente.
Per trasformare Parghelia in un’ambita meta turistica, credo che sia necessario, prima di ogni altra cosa, affrontare con urgenza – oramai per arginarlo – il dissesto ambientale e non continuare a considerare l’ambiente come l’archetipo dei non-problemi.
Concludo raccontando di una lettera aperta d’altri tempi, con la quale la scrittrice Matilde Serao denunciava al ministro Depretis le drammatiche condizioni igieniche dei bassi di Napoli, chiedendo di smetterla con la “retorichetta del mare glauco e del cielo di cobalto”. Sono convinto che non ci sia bisogno di spiegare il senso di questo aneddoto, che ritengo molto chiaro ed efficace.