Cultura e Società Letti per voi

I libri i veri protagonisti

Ospiti illustri e organizzazione impeccabile

Al Premio letterario nazionale “Città di Tropea”, evento dell’anno, vince l’abruzzese Donatella Di Pietroantonio con il suo “Mia madre è un fiume”

Donatella Di Pietantonio taglia la torta - foto Libertino
Donatella Di Pietantonio taglia la torta - foto Libertino

I veri protagonisti, come ogni anno, alla fine sono stati loro: i libri.
Al Premio letterario nazionale “Città di Tropea”, aldilà degli ospiti illustri e dell’organizzazione sempre più impeccabile, ciò che attrae il pubblico e ne decreta il successo si materializza nei contenuti e nelle interessanti conversazioni, possibili, con gli stessi autori presenti all’evento. E’ teso all’arricchimento personale il fine ultimo di questa manifestazione e la possibilità che offre di incontrare, ascoltare ed interagire con scrittori validi e competenti, rappresenta la più importante delle sue caratteristiche e punto di forza indiscutibile. Quanto già detto lo ha confermato il vincitore della scorsa edizione, Mattia Signorini, che con la sua simpatica presenza di quest’anno testimonia, ancora una volta, la voglia degli autori di avvicinarsi e farsi coinvolgere dai lettori in uno scambio costruttivo ed affettuoso reciproco.
Poi, il parterre de rois di ospiti, ogni anno sempre più ricco e vario, incrementa ulteriormente l’interesse nei confronti di questa kermesse letteraria, presenze come quella, ad esempio, del giornalista GianAntonio Stella diventano poli d’attrazione di notevole importanza. In questo contesto le classifiche di piazzamento dei concorrenti diventano quasi irrilevanti, risultanze di votazioni soggettive e personali che nulla o poco cambiano al valore intrinseco delle opere in gara; certamente risultare vincitore del “Tropea” diventa ad ogni nuova edizione sempre più un’affermazione di prestigio, umanamente e professionalmente piacevole e desiderata. A provare l’ebbrezza della vittoria del Premio “Città di Tropea” quest’anno è toccato, a sorpresa, così come lo fu lo scorso anno per Signorini, all’abruzzese Donatella Di Pietroantonio con il suo “Mia madre è un fiume” opera che ha saputo incontrare i gusti di molti giovani lettori facenti parte delle giurie e di gran parte del pubblico femminile. L’opera vincitrice di questa edizione ha stravinto con una differenza notevole di preferenze: con 167 voti ha superato i 57 espressi nei confronti del libro di De Cataldo “I Traditori” e i 55 ottenuti da Marta Morazzoni con la sua “ La Nota Segreta”.

Signorini, De Cataldo, Di Pietrantonio, Morazzini, Blasi, Pandullo - foto Libertino
Signorini, De Cataldo, Di Pietrantonio, Morazzini, Blasi, Pandullo - foto Libertino

“Mia madre è un fiume” edito da Elliot nel 2010, è innanzitutto un racconto dell’anima, un’opera intimista capace di suscitare tante emozioni. E’ una storia travolgente anche se scritta con frasi smorzate e parole silenziose da sembrare solo pensate, semplici ed asciutte, un racconto d’amore travolgente ed indissolubile che l’autrice materializza attraverso un linguaggio, a volte, sincopato capace di far affiorare ugualmente pensieri e riflessioni, interiorizzate come propri dal lettore sensibile. Una storia di una madre malata, di una figlia che non ha contezza della sua capacità d’amarla, della malattia che giunge piano piano come chiave di lettura delle loro esistenze; Donatella Di Pietrantonio narra con abile carica introspettiva il suo racconto, come quel “fiume” con cui identifica la madre, irrequieto, forte, purificante, travolgente, rigenerante ed al contempo misterioso. Non può lasciare indifferenti la lettura di questo libro, anzi ti sconquassa come l’idea di perdere la propria identità, così come avviene per la protagonista muta, raccontata attraverso le parole di una figlia che spesso lasciano la prosa per divenire poesia. Sono donne reali quelle presentate, donne in cerca di equilibri personali che possano dare un significato all’affannosa ricerca del senso della vita; la voce narrante è coscienza prima che personalità, è voce di pensieri non confessati, voce di attenzioni non ricevute, grida d’amore in quel rapporto empatico ancestrale vissuto tra parole non dette, paure, sensazioni ed emozioni che solo tra madre e figlia possono essere vissuti
E’ un volersi ritrovare a tutti i costi, nonostante la rigidità del linguaggio corporeo della figlia ed il ruolo innaturale di una madre poco affettuosa; passa anche attraverso la sofferenza per una morte solo immaginata questa voglia di comunicazione, tanto da augurarsi quanto di più brutto possa succedere pur di riscoprire l’amore materno desiderato, spontaneo e sincero.

Vince l'esordiente “odontoiatra prestata alla letteratura” Donatella Di Pietrantonio (autrice di Mia Madre è un Fiume, Elliot)  - foto Libertino
Vince l'esordiente “odontoiatra prestata alla letteratura” Donatella Di Pietrantonio (autrice di Mia Madre è un Fiume, Elliot) - foto Libertino
Il “Tropea” si è riconfermato anche quest’anno evento culturale di alto valore, arricchito dalla presenza di numerose personalità del panorama giornalistico, accademico ed intellettuale: sul palco, oltre ai due bravi conduttori, i giornalisti Rai Pasqualino Pandullo e Livia Blasi, si sono alternati gran parte dei componenti la giuria tecnico scientifica del Premio ad incominciare, nella prima serata, dalla presidente Isabella Bossi Fedrigotti, i rappresentanti delle tre Università calabresi, l’assessore alla Cultura della Regione Calabria, Mario Caligiuri, il sindaco di Tropea Adolfo Repice, il presidente della Provincia di Vibo Valentia Francesco De Nisi, Gilberto Floriani direttore del Sistema bibliotecario vibonese, Mario Romano, presidente dei giovani Industriali di Vibo, Gennaro Tarallo del Consorzio Asmenet, l’editore e segretario del Premio Tropea Giuseppe Meligrana e gli scrittori Santo Gioffrè, Stefano Lapi, Mauro Francesco Minervino ed Isabella Marchiolo; poi ancora si è registrata la presenza Marino Sinibaldi, ideatore del programma radiofonico Fahrenheit e direttore di Radio3 Rai, Aldo Pecora dell’associazione “Ammazzateci tutti”, l’attore Eugenio Masciari, l’autore di noir e Professore all’Università di Cagliari, Luciano Marrocu, Arcangelo Badolati e Paola Bottero, Fulvia Gambaro e Gianfranco Valenti.
Tra il pubblico, numeroso nell’ultima serata, la presenza di giornalisti delle maggiori agenzie d’informazione e qualche importante scrittore calabrese, intento a mimetizzarsi fra gli spettatori, come Mimmo Gangemi.
L’amore passionale per la scrittura e la lettura dei partecipanti al Premio, soprattutto dei fedelissimi spettatori dell’evento, si è riconfermato intatto a prescindere dall’influenza dalle novità di quest’anno, ad incominciare dalla nuova location, che se da un lato offre una cornice impeccabile alla manifestazione, dall’altro corre il rischio di far divenire il premio una questione di “nicchia” avulsa da ogni coinvolgimento popolare, scopo per cui, con abilità e competenza, il suo patron Pasqualino Pandullo ha dato anima al “Tropea- Una regione per leggere”.

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Caterina Sorbilli
Docente nelle scuole del I ciclo, collaboratrice storica di Tropeaedintorni.it, è giornalista pubblicista iscritta all'albo professionale dell'Ordine dei giornalisti della Calabria nell'elenco pubblicisti.