Attualità

Tropeaedintorni intervista Rodolfo Mamone

La critica esercitata non è certo un modo di passare il tempo

Una chiacchierata con Rodolfo Mamone, Presidente Associazione “Drapia in Europa”

NapoliMamone1104Presidente Mamone, cominciamo questa nostra chiacchierata con una constatazione: cambiano le amministrazioni a Drapia, ma non la costanza con la quale “Drapia in Europa”, l’associazione da lei guidata, ne critica l’azione.
Purtroppo, è un dato di fatto. Ciò che mi preme sottolineare, però, è che la critica esercitata non è certo un modo di passare il tempo, ma è finalizzata a superare uno status quo in cui i principi di legalità, trasparenza amministrativa e partecipazione popolare – alla base di ogni sistema che voglia aspirare a definirsi democratico – vengono troppo spesso negletti o addirittura deliberatamente violati da chi, di volta in volta, come amministratore sarebbe invece chiamato ad applicarli: la casistica è sovrabbondante di esempi, ahinoi! L’aspetto più desolante e che, oggi come ieri, invece di tentare di rispondere con argomentazioni serie alle documentate e costruttive critiche mosse, le si bolla sbrigativamente come “fango”, senza prendersi la briga di specificare in che cosa in realtà il fango consista. Vorrei ricordare che il delitto di lesa maestà non è contemplato dal nostro ordinamento!

Quali, a suo giudizio, le ragioni del perpetuarsi di tale situazione?
Tutta una serie di concause, ovviamente. A mio sommesso parere, però, le principali sono sostanzialmente due.
La prima è che a troppi protagonisti della politica locale sembra non essere ancora ben chiaro che le elezioni si fanno per stabilire a chi, come maggioranza, va la responsabilità di governare la comunità locale e a chi invece tocca, nel ruolo di minoranza/e, l’onere di esercitare una sana – per quanto, a volte, faticosa e impopolare – attività di controllo. Dopo il responso delle urne, invece, chi perde si eclissa e rimane silente in tattica attesa degli eventi e chi vince comincia pian piano a palesare atteggiamenti arroganti, perdendo – non di rado insieme alla faccia – ogni ricordo degli impegni assunti in campagna elettorale. Entrambe le componenti, perdono sistematicamente ogni contatto con i cittadini ed indulgono volentieri a pratiche consociative quando le circostanze – diciamo così – lo consigliano.
La seconda ragione chiama in causa proprio i cittadini, i quali dovrebbero avere ben presente – ma così evidentemente pare non essere – che, effettuata liberamente la propria scelta elettorale, nel valutare successivamente l’azione politica degli eletti, di maggioranza e di minoranza, dovrebbero avere la capacità critica di saperne prescindere, evitando di comportarsi alla stregua di tifosi. Dovrebbero, inoltre, rivendicare con forza l’approvazione di un regolamento sulla partecipazione popolare, in modo da essere messi in condizione di partecipare attivamente, e non da semplici spettatori, alla vita amministrativa. Sotto quest’ultimo aspetto, voglio denunciare il più grande tradimento perpetrato dall’attuale amministrazione a danno dei (pur silenti) cittadini: il primo punto del programma elettorale della lista che ha poi vinto le elezioni concerneva proprio l’adozione di quel regolamento!

Può fare esempi di casi concreti in cui i principi prima richiamati sono stati violati?
Quanti se ne vuole! Senza la pretesa di essere esaustivi: opere di collettamento dei reflui urbani, dissesto idrogeologico, riqualificazione centro storico di Drapia capoluogo, c.d. variante di Caria, Museo archeologico del Poro, campo sportivo di S. Angelo, Scuola Media di S. Angelo, strada S. Lucia, c.d. Cittadella di Padre Pio. In tutti questi casi, che coinvolgono almeno le ultime due amministrazioni, come minimo può essere lamentata la ferrea volontà degli amministratori di non fornire ai cittadini (se non quando costretti a forza) la benché minima informazione, pur trattandosi di iniziative, progetti e/o lavori di notevole importanza per il territorio. È inoltre certo che in alcuni di questi casi c’è stato sperpero di denaro pubblico; se con dolo o solo per insipienza non tocca a noi accertarlo. C’è un ulteriore caso da menzionare, che tutti quelli appena elencati racchiude e ingloba nel suo ambito e che per la sua complessità merita un discorso a parte: il PSC (Piano Strutturale Comunale); in questa sede mi limito solo a dire che anche qui, a dispetto delle fesserie propinateci dalla precedente e dall’attuale amministrazione, la legge – almeno per l’aspetto che concerne la fase della partecipazione popolare come elemento indefettibile del procedimento di formazione – è stata messa sotto i piedi.
Io considero tali violazioni di una gravità inaudita e tali da giustificare l’invito che ora rivolgo a tutti gli undici componenti del civico consesso di fare una seria riflessione sull’opportunità di dimettersi; ciò al fine di evitare che, dopo duecento anni di storia, il nostro Comune debba correre il rischio di subire l’onta di uno scioglimento, essendo mio intendimento chiedere l’intervento prefettizio qualora la predetta opacità gestionale dovesse perdurare. Se pure questo sarà inutile, vuol dire che è venuta l’ora di scomodare, per le rispettive competenze, la Procura della Repubblica e quella della Corte dei Conti.

napolimamonedrapiaDi recente ha organizzato un incontro, a Drapia, per discutere di legalità.
Le sono grato per averlo ricordato, così mi offre l’opportunità di ringraziare pubblicamente quanti si sono spesi per la buona riuscita dell’evento: la dott.ssa Marcella Davola per la grazia e la professionalità con la quale ha presentato gli intervenuti; il dott. Nicola Rombolà per avere, in qualità di moderatore, magistralmente scandito i tempi degli interventi; tutti i relatori e cioè le brave scrittrici prof.ssa Maria Concetta Preta e Giusy Staropoli Calafati, l’affermato imprenditore Mario Romano, i proff. Totò Pugliese e Saverio Di Bella, entrambi dell’Università di Messina, stimati intellettuali figli del comune di Drapia. Un ringraziamento particolare, ovviamente, all’on. Angela Napoli che ci ha voluto onorare della sua presenza, accettando di concludere i lavori; ho avuto più volte modo di manifestare pubblicamente la mia sconfinata ammirazione per una donna di tale levatura, che rischia in prima persona – e non poco, come tutti sanno – per vedere affermati quei principi cui ho fatto prima riferimento. Sapere di condividere quegli irrinunciabili valori con persone come l’on. Napoli e come l’amico Saverio Di Bella, entrambi in passato componenti della Commissione parlamentare Antimafia e sempre attivi nel denunciare l’illegalità in genere, significa non sentirsi soli. Un sentito ringraziamento, infine, alla proprietà ed allo staff della struttura che ha ospitato l’evento, l’Hotel Maddalena di Drapia, e a tutti quanti ci hanno voluto gratificare con la loro preziosa presenza.
Colgo, però, anche l’occasione per muovere un appunto al Vicesindaco, presente in sala, suppongo in rappresentanza dell’amministrazione comunale, ovviamente invitata, che in maniera sconcertante – secondo me – ha chiesto la parola, dopo le conclusioni dell’on. Napoli, per fare alcune sue considerazioni. Forse sarebbe stato più opportuno chiedere prima di poter intervenire!
A chi obiettasse che magari sarebbe stato il caso di invitare una rappresentanza dell’amministrazione al tavolo dei relatori, mi preme far sapere che ciò non è avvenuto perché nei primi mesi dell’anno in corso avevamo tentato di organizzare, insieme all’amministrazione, un incontro sui medesimi temi, ma il disinteresse dimostrato, al di là di una disponibilità di pura facciata, ci ha indotto a procedere da soli. Sul merito delle osservazioni del Vicesindaco, penso di redigere nei prossimi giorni una nota a parte; sarà mia cura farvene avere una copia.

Chiudiamo con una nota di speranza.
Il mio sincero auspicio è che per il futuro le amministrazioni locali – a partire da quella in carica, che davvero spero possa ravvedersi – operino secondo le direttive e nel quadro dei valori e dei principi delineato dalla Costituzione Italiana; di quella Costituzione che, pur non considerando certo immodificabile, speriamo di non dover vedere da qui a breve stravolta nell’ispirazione di fondo che le avevano conferito i Padri costituenti.

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Redazione
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