La soluzione per un nuovo depuratore è ampliare quello appena installato
Il depuratore a Tropea non si farà. Anzi sì
Decisivo l’intervento dell’On. Italo Reale sull’opportunità e convenienza di destinare l’installazione dell’impianto in contrada La Grazia, laddove ne esiste già uno, in funzione da qualche mese.
di Bruno Cimino
foto Salvatore Libertino
Tropea - In men che non si dica la soluzione sul nuovo depuratore da
impiantare a Tropea è venuta fuori come il coniglio esce dal cilindro del
prestigiatore. Lo spettacolo, come si ricorderà, era iniziato il 4 aprile
scorso quando una folta delegazione di cittadini aveva dovuto protestare contro
una decisione "consortile" dei Comuni limitrofi a Tropea per la
costruzione di un depuratore in zona Campo.
A Tropea sembrava fosse iniziata la campagna elettorale per il rinnovo del
Consiglio Comunale, a tal punto che il sindaco Gaetano Vallone, in un apposito
comizio per monologare le sue responsabilità, ovviamente politiche, sulla
scelta di questo nuovo impianto di depurazione, ha accusato l’opposizione di
ricoprire un "ruolo inadeguato". Addirittura, "La Gazzetta del
Sud" del 12 aprile 2001, interessandosi dell’argomento depuratore, così
titolava: J’accuse di Vallone: <<Minoranza responsabile del mare
inquinato>>.
Tutto come da manuale politico per spiegare che quanto si era deciso di fare
era necessario ed irrevocabile, essendo già inadeguato il depuratore inaugurato
da appena qualche mese in contrada la Grazia, che avrebbe dovuto risolvere i
problemi delle immissioni incontrollate nelle acque marine e degli scarichi
fognari in sostituzione di quello (disgraziato) sito sulla spiaggia Rocca
Nettuno. A futura memoria, è importante ricordarlo, i cittadini di Tropea,
esclusi forse pochi intimi, avevano archiviato questo annoso problema
ritenendolo definitivamente risolto.
Chi scrive non ha una grande opinione dei partiti e delle idee politiche che gli
uomini attuali pretendono di rappresentare. Certo, a pensare male si fa peccato,
ma qualche volta si indovina. Tant’è che non ci eravamo sbagliati sull’assurdità
di questa vicenda, sia per la scelta del luogo che per la pochezza professionale
con cui è stata affrontata. Sulla scelta del luogo abbiamo già spiegato in
altre occasioni, oltre che nel precedente articolo, la nostra opinione, abbiamo
cioè rilevato la sciagurata cecità nel non capire che zona Campo è, per
Tropea, l’unico sbocco naturale per l’espansione e lo sviluppo urbanistico,
economico e, di riflesso, anche turistico. In definitiva, si stava commettendo
lo stesso errore di quando fu costruito il depuratore sotto Rocca Nettuno, senza
prevedere alcunché sul futuro balneare della città.
Tra opinioni e ricordi storici (da non dimenticare!) ritorniamo ai nostri giorni
ed ecco il coniglio che esce dal cilindro e che segna l’epilogo di questa
vicenda grazie al commissario delegato per l’Emergenza ambientale On. Italo
Reale. Non conosciamo le sue doti politiche e neanche le aspirazioni, ma
riteniamo che la sua disponibilità per trovare una soluzione, ossia un luogo
adatto dove destinare il nuovo impianto di depurazione, sia stata propizia. L’onorevole,
unitamente al dirigente del settore acque, ing. Bruno Gualtieri, con la
collaborazione dello stesso sindaco di Tropea e del prof. Francesco Felice D’Agostino
in rappresentanza del Comitato di Protesta, ha proposto (più esattamente
concordato) di ampliare quello già esistente tra le colline in contrada La
Grazia. Ed è stata la scelta migliore, la più praticabile, la più ovvia. Una
soluzione che, hanno tutti assicurato, "oltre a
soddisfare l’esigenza d’uso razionale del territorio, senza introdurre
ulteriori problematiche di tipo ambientale, realizza altresì compiutamente
forti economie sia nei costi di depurazione sia negli oneri di gestione".
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