Cultura e Società Politica

Tropea, Vallone revoca il mandato all’assessore Ruffa e si scontra con Macrì

Vallone Vs Macrì, ma non lo nomina: «Funambolo in cerca di spazi»

Il sindaco, nel documento indirizzato ai consiglieri del 15 novembre 2013, scrisse: «Se altri ritengono di staccare la spina, lo facciano pure, ciascuno si assuma la propria responsabilità di fronte alla città; nell’uno e nell’altro caso, di persona “ci vedremo a Filippi”»

L’avvocato Macrì, leader cittadino di Forza Italia chiese le dimissioni di capogruppo prima e di assessore alla Cultura poi di Lucio Ruffa, fidato collaboratore di Vallone, «perché – spiegò a suo tempo l’ex sindaco – scrive sul suo Blog ed è un po’ libero nell’esprimersi». Pur avendo revocato il mandato all’assessore, Vallone prese le sue difese. «Perché l’assessore Ruffa? – chiese polemico il sindaco in un’intervista. – Perché l’assessore Ruffa era uno che lavorava e come assessore ha portato avanti diverse pratiche e abbiamo lavorato sempre assieme». La riunione dei consiglieri dunque porterà alla revoca del mandato di Ruffa, “sacrificato” da Vallone ma «costretto, con tristezza e grande dispiacere – scriverà in un documento indirizzato ai consiglieri – a ritirare la delega di assessore al consigliere Ruffa». Le ragioni della «sofferta decisione sono» – come ribadì il primo cittadino – «di opportunità politica. […] Non possiamo continuare a essere bersaglio di critiche ingiuste, ad assistere impotenti a contrapposizioni continue che rischiano di vanificare il lavoro fatto in questi due anni». Nello stesso documento il sindaco di Tropea ricordava la cacciata dal partito del vicesindaco di Tropea, L’Andolina (e dell’assessore Piccolo che si erano autosospesi), e puntava il dito contro il nipote Nino Macrì, considerato da tutti in città il suo successore, senza mai nominarlo: «Non è titolato a parlare a nome del partito chi del partito ha fatto e fa lo strumento per soddisfare la propria smodata ambizione che lo porta a fare terra bruciata attorno a sé […] chi allo stesso partito è arrivato da girovago, da funambolo in cerca di spazi». Difficile che uno strappo simile si possa ricucire. In attesa della scontata replica di Macrì, il professore concluse la lettera indirizzata ai consiglieri con queste parole: «Siamo allergici “al canto delle sirene” che vorrebbero indurmi a dare luogo ad un “rimpasto di giunta molto più profondo”; la legge assegna al sindaco la formazione della Giunta e quindi della scelta dei nomi dei componenti e il sottoscritto sindaco ritiene di mantenere questa prerogativa in special modo quando certi auspici hanno il sapore disgustoso del ricatto – vade retro!!! Se altri ritengono di staccare la spina, lo facciano pure, ciascuno si assuma la propria responsabilità di fronte alla città; nell’uno e nell’altro caso, di persona “ci vedremo a Filippi”».
Era il 15 novembre 2013, esattamente 38 giorni dopo Vallone confermerà le dimissioni.

Continua…

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Redazione
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