Cultura e Società

Tropea si prepara per 21 marzo

A Locri la XXII Giornata della Memoria

L’Istituto Superiore “Pasquale Galluppi” di Tropea incontrerà il fratello di Peppino Impastato

Si svolgerà a Locri la ventiduesima Giornata della Memoria e dell’Impegno, promossa da Libera, in ricordo delle vittime innocenti della mafia, che quest’anno assume il suggestivo nome “Luoghi di speranza, testimoni di bellezza”.
“Una grande citazione sulla forza della bellezza” dichiara la dirigente dell’Istituto Superiore tropeano Beatrice Lento” è quella di Peppino Impastato che abbiamo riprodotto su una delle porte d’ingresso del nostro Liceo Scientifico: ’… bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore ‘è per questo che, in preparazione del 21 marzo a Locri, a cui parteciperemo, siamo felici di accogliere Giovanni, fratello di Peppino a cui siamo molto vicini”.
Effettivamente, il legame dell’Istituto tropeano con la figura di Impastato è molto forte: più volte si sono svolti percorsi di legalità con visite alla Casa Memoria di Peppino a Cinisi e lo scorso anno scolastico si è intitolato a Lui il Chiostro del Liceo Scientifico.
Giovanni, fratello minore di Peppino è anche vice presidente del Centro Siciliano di Documentazione che porta il suo nome, primo centro studi sulla mafia fondato nel 1977 per continuare la battaglia di civiltà intrapresa dal fratello.
L’incontro si svolgerà nei due Licei, con la partecipazione anche dei due Professionali dell’Istituto, nella mattinata del tre marzo, quale ideale prosieguo del Prometeo Campus della Legalità e della Cittadinanza da pochi giorni concluso con successo.
“Peppino era una persona normalissima” dichiara il fratello Giovanni” animato da una grande sete di giustizia e solidarietà nei confronti degli altri, soprattutto delle persone che soffrivano”.
“Giovanni” afferma la Lento” aveva un rapporto conflittuale col fratello, non era cresciuto con lui, perché prima Peppino era stato allontanato dalla casa d’origine per via della malattia di un altro fratello successivamente deceduto e poi perché era stato buttato fuori dal padre che non ammetteva la sua lotta alla mafia. Giovanni dice sempre che non era sensibile come Peppino e non aveva il suo coraggio, condivideva le sue idee e le sue scelte ma non approvava i suoi metodi di scontro aperto e diretto contro la mafia. Poi, però, ha raccolto la sua eredità e ha deciso di trasmetterla alle nuove generazioni”.
Peppino Impastato cresce negli anni Sessanta, in una famiglia legata alla mafia da rapporti di parentela e d’interesse, in una comunità dominata dalla mafia, “Mafiopoli” la definiva, e per questo si ribella usando l’arma più odiata dai boss: l’ironia, la beffa, il sarcasmo. Lo fa con la radio: è Radio Aut che con il programma Onda Pazza entra in ogni casa senza risparmiare accuse e denunce alla mala amministrazione e al capomafia Tano Badalamenti. La madre Felicia e il fratello Giovanni lo sostengono, il padre Luigi lo osteggia.
Peppino viene ucciso a trent’anni:legato sulle rotaie della ferrovia gli fanno esplodere una carica di tritolo sul petto. Era la notte dell’8 maggio 1978, l’esplosione fece un gran rumore ma Cinisi non volle sentire.
Molti giornali del tempo catalogarono l’evento come un incidente occorso ad un terrorista che stava per compiere un attentato nello stesso giorno in cui le Brigate Rosse restituivano agli Italiani il cadavere di Aldo Moro. Ci sono voluti 20 anni per avviare il processo contro Badalamenti, grazie all’audacia e alla perseveranza di Mamma Felicia che riuscì a rimanere in vita fino alla condanna all’ergastolo del boss.
“Nonostante siano passati tanti anni, la storia di Peppino conserva il suo fascino e, purtroppo, la sua attualità. I messaggi che Lui ci lascia sono tantissimi ed è importante trasmetterli ai nostri ragazzi. La cosa più bella da evidenziare è che ognuno è artefice del proprio progetto di vita e non esiste alcun determinismo dettato dalla famiglia d’origine o dai vari incidenti di percorso che a tutti possono capitare. Si può sempre risalire la china, si può sempre scegliere la direzione in cui andare lasciando alle spalle situazioni, contesti e momenti negativi. ”(dichiarazione della dirigente)
Il tre marzo i giovani tropeani incontreranno Giovanni Impastato e ancora di più la carica di entusiasmo, di passione e di impegno per il bene, proprio di Peppino, entrerà nei loro cuori.

La Dirigente
Prof.ssa Beatrice Lento

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Redazione
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