Al reparto assegnati zero posti letto
Il decreto regionale n° 106 taglia le speranze di molti ammalati oncologici di curarsi a casa propria
“Non solo Tropea, ma l’intera provincia perderà un punto di riferimento per i malati oncologici”, queste le prime dichiarazioni della dottoressa Maria Grazia Arena responsabile del reparto in questione. Ai dati snocciolati dal decreto regionale n°106 del 20 ottobre 2011 che vede assegnare all’ Unità Operativa oncologica di Tropea un numero pari allo zero, fa seguito la possibile chiusura del reparto.
L’Unità che serve un bacino di utenza abbastanza grande da coprire l’intera provincia corre il serio rischio di vedersi chiudere i battenti e con essi la speranza degli ammalati e delle famiglie di ricevere cure appropriate e consone, senza dover per forza lasciare la propria terra. “E’ una battaglia che non ha bisogno di campanilismi- dice la dott.ssa Arena- è tutto il territorio che perderà in caso di chiusura di questo reparto; non è solo Tropea ed i suoi abitanti, ma l’intera Azienda Sanitaria perderà l’occasione di offrire un luogo di cure calibrato alle esigenze dei tanti ammalati oncologici”. Intanto trapelano notizie di una lettera a firma del Commissario Tarabbo per sollecitare almeno l’assegnazione a questa struttura di 5 posti letto multidisciplinari, assegnati con il decreto regionale già all’ospedale di Serra San Bruno, nosocomio questo che non ne garantirebbe l‘operatività. Inoltre pare che i numeri riportati dal decreto per l’intera provincia di Vibo, per l’assegnazione dei posti letto, siano inferiori per percentuale di almeno il cinquanta percento di quelli che effettivamente spetterebbero. Intanto il disappunto per queste scelte operate a livello regionale cresce sempre di più; a Tropea già da un po’ di tempo cittadini raggruppati in associazioni e comitati civici si stanno mobilizzando per esternare il proprio dissenso. Un gruppo di cittadini ha dato vita ad un comitato spontaneo creato sul più popolare social network fecebook, che ospita il gruppo “No allo smantellamento dell’Ospedale di Tropea”; il gruppo conta circa trecento iscritti che di giorno in giorno crescono sempre di più. Tra i coordinatori del movimento Ernesto Stella e Francesco Rotolo, quest’ultimo ha così commentato la situazione: “Grazie all’ormai famoso decreto 106, la situazione a Tropea e nel comprensorio si è ulteriormente aggravata con la soppressione di altri servizi. Si sta pensando di attuare a breve forme di protesta più incisive di un semplice gruppo Facebook, organizzando importanti manifestazioni di piazza per smuovere l’opinione pubblica e per informare la popolazione su un tema la cui importanza non è forse giunta alle coscienze di tutti”.
Questo gruppo unitamente all’Associazione “Parte Attiva” di Tropea si è più volte incontrato in assemblea per discutere dei problemi sanitari sul territorio, come quello che vede la soppressione del Distretto Sanitario, ed in particolare Parte Attiva ha inoltrato delle proposte al Comitato ristretto dei sindaci del Distretto n°3 nel cui documento, a firma di Saverio Ciccarelli, Serafino Pantano e Caterina Forelli, presidente quest’ultima anche della sezione cittadina dell’Avis, si può leggere: “L’associazione Parte Attiva, nella lettura del Atto aziendale dell’ASP di Vibo Valentia individua dei punti di debolezza, condivisi peraltro con la con la maggior parte dei sindaci del distretto n.3”. In merito, dopo aver citato i vari articoli che ne stabiliscono le motivazioni in base al numero della popolazione, il documento evidenzia che le particolari caratteristiche morfologiche del territorio potrebbero garantire la mancata soppressione del distretto sanitario per poi così continuare: “ L’ospedale, non costituisce la sola risposta alla domanda di salute dei cittadini, una risposta, oltretutto, spesso inappropriata e i dispendiosa, ma diventa il luogo dove concentrare gli eventi acuti, spostando sul territorio la prevenzione, la cura delle patologie croniche, l’assistenza a disabili e non autosufficienti. In quest’ottica, tutte le azioni programmate dalle Regioni soggette a Piani di riqualificazione e rientro, prevedono la riorganizzazione delle attività territoriali, con conseguente riconsiderazione del ruolo del Distretto…Al distretto socio-sanitario viene chiesto un livello di integrazione, oltre quello tra tutti i servizi sanitari territoriali e quello con l’ospedale, cioè quello con tutta la rete dei servizi socioassistenziali gestiti dai Comuni con la rete socio-sanitaria. In una fase in cui è necessario non disperdere risorse, non creare doppioni di servizi, il ruolo dei sindaci è un ruolo fondamentale affinché il distretto non venga non solamente abolito, ma al contrario potenziato, integrato e implementato”. L’attenzione per la chiusura del reparto di oncologia, dovessero essere confermate le previsioni, rimarrà alto a Tropea; la gente comune è stanca di vedersi scippata dei più elementari servizi di assistenza e per questo le varie anime di chi si coalizza per difendere i propri diritti, associazioni e comitati, si apprestano a chiedere aiuto a tutta la popolazione della provincia affinchè si difenda l’esistenza di questa Unità Operativa.