Il valzer degli assessori, i rimpasti e le inevitabili dimissioni
L’ex sindaco: «Disgustoso e fuori da ogni umana comprensione il comportamento dei consiglieri di Maggioranza appartenenti al mio stesso partito che hanno cofirmato il documento»
Non era certo iniziato sotto i migliori auspici il nuovo corso politico dell’Amministrazione Euticchio. Tante le difficoltà dell’allora primo cittadino della Perla del Tirreno: le dimissioni degli assessori, i continui rimpasti e gli attacchi della minoranza. Ricordiamo inoltre che nel marzo del 2008 l’automobile del sindaco fu incendiata da sconosciuti. Ed esattamente tre anni dopo le elezioni comunali che lo avevano visto conquistare lo scranno più alto di palazzo Sant’Anna, il chirurgo Antonio Euticchio si vedrà costretto a rassegnare le dimissioni, perché 11 consiglieri avevano «presentato contestualmente le proprie dimissioni».
Oltre a una nota indirizzata all’allora governatore della Calabria Agazio Loiero e al presidente del PD regionale Marco Minniti, dove motivava la propria decisione con questi termini: «Il Pd vibonese non riesce a trovare una reale e seria unità nel proporre alle comunità amministrate una convincente proposta politica. Troppe fazioni, troppe divergenze, troppi contrasti ingiustificati, troppi capi corrente condizionano pesantemente la vita amministrativa dei comuni», in una lettera aperta ai cittadini di Tropea il sindaco Euticchio si tolse qualche sassolino dalla scarpa, indicando i responsabili che lo avevano portato a rassegnare le dimissioni. «CARISSIMI concittadini, – scrisse l’ormai ex sindaco Antonio Euticchio – come risaputo, undici consiglieri hanno presentato contestualmente le proprie dimissioni determinando la fine anticipata della legislatura. Comprensibile e giustificata è stata la scelta fatta dai consiglieri di minoranza che fin dall’inizio hanno mirato a sgretolare l’Amministrazione da me guidata. Onore al merito. Disgustoso e fuori da ogni umana comprensione invece il comportamento dei consiglieri di Maggioranza appartenenti al mio stesso partito che hanno cofirmato il documento». Nella parte centrale della lettera il sindaco entra nel merito delle questioni che, probabilmente, avevano diviso la Maggioranza. «Urgente è sciogliere il consiglio comunale – scrive Euticchio – perché il sindaco comunista e dittatore ha nominato alla Società Porto di Tropea persone non gradite per cui si è reso responsabile di lesa maestà nei riguardi del vicesindaco e della consorteria politica di sua appartenenza. Non ha chinato il capo alla fazione politica ed ai capi corrente, quindi inesorabilmente andava punito. Le varie consorterie legate ai poteri forti ed i lori mal celati reggenti tornano insieme, vogliono appropriarsi della città. Mal sopportano la gestione democratica, popolare e trasparente. Gli sconfitti di sempre hanno buttato la maschera, vogliono ritentare la scalata al potere, danno proditoriamente l’assalto alla “Bastiglia” assoldando tutta la ciurmaglia in libera uscita in cerca di ingaggio; l’hanno illusa, ricattata, ed obbligata all’obbedienza. Purtroppo, chi non è uomo libero ed e condizionato dal bisogno non può fare altro che tacere ed ubbidire. I caporioni dei vari potentati sappiano fin d’ora, pero, che nel mio piccolo, contribuirò con ogni mezzo perché il loro disegno fallisca». Poi Euticchio parla ancora del PD provinciale: «Resto, però, nel Partito Democratico con maggior convincimento per contribuire a bonificarlo dai veleni profusi a iosa in questi anni dai soliti guastatori di professione per interessi personali e di casta» e, nell’ultima parte della lettera, dice: «Il Comune in questi anni è stato la casa di tutti i cittadini indipendentemente dal colore politico, censo ed appartenenza sociale. Rivendico il merito di essere stato il Sindaco di tutti, di quelli che mi hanno votato e di quelli che non lo hanno fatto, esercitando il ruolo con imparzialità. Ribadisco a tutti coloro che credono nei valori: della legalità, della trasparenza, della partecipazione, dell’accoglienza, della solidarietà, dell’amicizia e della democrazia che avremo modo in altre sedi di incontrarci e continuare insieme il percorso iniziato nell’interesse della nostra città».