Presentato a Tropea il libro di Michele Cucuzza.
Omaggio al lavoro scientifico del dottor Mauro Ferrari.
É stata una serata molto interessante quella che ha visto la presentazione dell’ultimo libro del giornalista Michela Cucuzza.
De “Il male curabile”, edito da Rizzoli, se ne è parlato a Tropea in un incontro patrocinato dall’Amministrazione comunale e dall’assessorato alla Cultura, guidato dal prof Lucio Ruffa, evento promosso dall’associazione torinese Magna Graecia Millennium, presieduta dal Franco Furchì, e che ha visto l’adesione dell’associazione cittadina “Insieme Per”, presieduta dalla dott.ssa Mary Giofrè. L’appuntamento ha visto anche la partecipazione del sindaco Gaetano Vallone, del vice sindaco Massimo L’Andolina, del sig. Ettore Stella, della giornalista Cecilia Fiammingo.
Alla presenza dell’autore il libro, attraverso l’autorevole e competente intervento della dott.ssa Maria Grazia Arena dirigente dell’unità di oncologia dell’ospedale cittadino, l’opera ha preso forma deliniandosi come un testo comprensibile ed altamente comunicativo pur trattando tematiche delicate e specialistiche inerenti le malattie e le varie fasi della ricerca nella lotta al cancro.
Il libro è sostanzialmente un omaggio all’opera professionale del medico Mauro Ferrari, conosciutissimo dagli addetti ai lavori, da anni impegnato a livello mondiale nella ricerca più evoluta attualmente svolta in America e più precisamente al Methodist Hospital Research Institute di Houston di cui è presidente ed amministratore. La dott.ssa Arena ha saputo tracciare con linguaggio semplice, pur andando nei minimi particolari, ciò che Cucuzza riporta nel libro in merito ai lavori di Ferrari, la filosofia che sottostà alla ricerca del medico friulano, partendo da un assunto ormai condiviso da tutto il mondo scientifico e cioè quello di puntare a terapie individualizzate che possano garantire la massima efficienza nella battaglia contro il male: “Ferrari – dice la Arena commentando il libro – parla da tempo di anomalia nella trasmigrazione molecolare della massa; ciò è causa dell’alterazione cellulare che poi genererà il tumore. Ferrari pone poi l’attenzione sul perché il sistema immunitario dell’individuo non risponda agli stimoli provenienti da queste cellule malate, eliminandole come normalmente fa in altre circostanze.
Ecco che –continua la dottoressa- in campo scientifico ci si sta muovendo sempre più anche nella ricerca immunologica in riferimento alle patologie cancerose”. Ferrari è conosciuto soprattutto per gli studi condotti sulle nanotecnologie, che prevedono l’uso del silicio come trasportatore di molecole in grado di combattere le cellule malate con precisione ed in modo mirato in un milionesimo di millimetro.
Cucuzza ha trasposto su carta l’esperienza di Ferrari, inserendo nel libro anche testimonianze dei tantissimi ricercatori, molti dei quali italiani, che con lui collaborano alla ricerca ritenuta, dallo stesso, più valida nella misura in cui è più largamente condivisa: “Ho avuto modo di vedere dal vivo i posti dove maggiormente Ferrari opera -dice Cucuzza- è un uomo di alto spessore che riesce a rendere semplice e fruibile argomenti, spesso tecnici, così come questa sera ha fatto la dottoressa Arena. Il sogno di Ferrari è quello di offrire l’opportunità ai giovani ricercatori di formarsi attraverso una sorta di mobilità scientifica, che permetta loro di muoversi nel mondo per portarne da un capo all’altro il proprio bagaglio di esperienze. Con questo libro non solo voglio sottolineare quanto di buono ormai la ricerca ha conquistato, testimoniare il lavoro di uomini italiani validissimi, ricordare che a due passi da qua esiste un posto come Gagliato che ospita ogni anno Ferrari e tutti i suoi ospiti internazionali per parlare e confrontarsi sulle nanotecnologie, ma soprattutto rammentare, così come sostiene Ferrari, che la miracolosità della cura non esiste, se non uomini intenti in un lavoro costante, spesso minacciato dalle scure dei tagli finanziari, e che ogni giorno ci offrono una speranza sempre più forte”. Curiosità del libro la dedica di Michele Cucuzza al nobel Dulbecco, di natali tropeani.