S. Messa, animata dal coro parrocchiale di Brattirò
Molto partecipata la funzione liturgica, presenti, medici, infermieri e ammalati. Nella omelia, il Vescovo Renzo ha subito fatto cenno ai problemi della sanità vibonese
In occasione della Giornata mondiale del Malato, venerdì 10 febbraio, il Vescovo della Diocesi Mons. Luigi Renzo ha fatto visita ai malati e sofferenti, degenti nell’Ospedale Civile di Tropea.
Il Presule, accompagnato dal segretario personale don Graziano e dal Rettore del Seminario di Mileto don Francesco Sicari, è stato accolto dal Sindaco della Città Gaetano Vallone, dall’assessore Sammartino e dal consigliere comunale Caracciolo. In rappresentanza dell’Azienda Sanitaria Vibonese a fare gli onori di casa è stato il Dott. Giuseppe Euticchio.
Alla S. Messa, animata dal coro parrocchiale di Brattirò, erano presenti i parroci e i religiosi della Città, i parroci di Brattirò, Panaia e Zaccanopoli e Don Tommaso Fiamingo, direttore dell’Ufficio Diocesano per la pastorale della salute.
Molto partecipata la funzione liturgica, celebrata in un salone del quarto piano del nosocomio tropeano.
Davanti ai medici, agli infermieri e agli ammalati, nella sua omelia, il Vescovo Renzo ha subito fatto cenno ai problemi della sanità vibonese, ringraziando quanti si stanno adoperando perché l’ospedale di Tropea non venga chiuso. Per il Vescovo la cura del malato e il diritto alla salute sono una priorità che deve essere salvaguardata e difesa dalla logica del profitto che dimentica e non tutela la dignità dell’uomo, in particolare dell’uomo sofferente e bisognoso.
Invitando a mettere al centro dell’attenzione l’uomo, il Vescovo ha additato Gesù e la sua amorevole attenzione verso i sofferenti e ammalati come modello da seguire.
E richiamando il tema della giornata «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!», Mons. Renzo ha commentato il messaggio del Papa, ricordando che non c’è solo la malattia fisica, ma anche quella spirituale, dell’anima. Come per la sofferenza corporale l’uomo è solerte a trovare una guarigione e si rivolge ai medici, allo stesso modo deve essere per la sofferenza spirituale attraverso il ricorso ai cosiddetti “sacramenti di guarigione”: il sacramento della penitenza e l’unzione degli infermi.
Al termine della celebrazione eucaristica, il Vescovo ha visitato gli ammalati ricoverati nei vari reparti, fermandosi con ciascuno e portando a tutti un sorriso, una parola di conforto e soprattutto la benedizione del Signore.
Fratello maggiore dei Sacerdoti Oblati del Sacro Cuore
Don Francesco Sicari