Cirillo consegnerà il cero a mons. Luigi Renzo
Il maestro Laganà ha composto una musica in suo onore
Come di consueto anche quest’anno il nove settembre avranno luogo i festeggiamenti a Maria SS. Di Romania. Terminata la novena in onore della Madonna Nera, protettrice della città e patrona della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, la chiesa Concattedrale aprirà ancora le sue porte per la messa vescovile alle ore 10,30. Durante la celebrazione del vescovo mons. Luigi Renzo e del clero diocesano, il coro polifonico “Don Giosuè Macrì”, diretto dal maestro Vincenzo Laganà, eseguirà il vasto repertorio di musica sacra che ha già profondamente e positivamente colpito i fedeli in occasione delle celebrazioni pasquali. E se il coro cittadino aveva potuto eseguire, in quell’occasione, molti canti composti dal maestro Laganà, come “Signore Pietà”, “Gloria”, “Corpo e Sangue di Cristo”, “Santo”, “Agnello di Dio”, anche questa volta si prepara all’importante occasione con un inedito scritto apposta per la Patrona della Diocesi. Il brano, per il quale il vescovo ha dato a Laganà la propria approvazione, sia per il testo che per la musica, si intitola “Ave Maria di Romania” e verrà eseguito per la prima volta durante la celebrazione mattutina.
Alla Messa saranno presenti le autorità civili e militari di Tropea. Questa volta spetterà al dottor Giovanni Cirillo, Commissario prefettizio della città, di ripetere il gesto dell’offerta del cero votivo alla Madonna. Si tratta di un gesto molto importante, che viene compiuto ogni anno da tutti i sindaci di Tropea. Don Francesco Sicari, soffermandosi su questo gesto, ha scritto che «Mai come in questo momento difficile e particolare, in attesa che il popolo elegga democraticamente il nuovo governo della Città, c’è bisogno della Protezione amorevole della Madonna di Romania».
Le celebrazioni raggiungeranno il loro culmine in serata, quando l’Icona della Madonna attraverserà le strade cittadine in spalla ai pescatori di Tropea. Il lungo corteo di fedeli sarà guidato dalle confraternite provenienti da tutta la Diocesi, dalle associazioni laicali, dai seminaristi e dal clero diocesano, dai canonici e dal vescovo. «Tutti stretti attorno alla Vergine di Romania – scrive ancora don Sicari -, che nella Sua Effigie si fa pellegrina sulle strade della città, quasi a ricordare anche visivamente che è Lei la Signora del popolo tropeano, “il segno della nostra difesa e del nostro popolo”».