La chiusura dei tribunali periferici in molte cittadine ha provocato differenti reazioni. Da una parte, nella nostra Tropea, pare quasi che il problema sia solo degli avvocati. Una “casta” di privilegiati, che quasi quasi dovrebbero meritare la chiusura di uno dei luoghi del loro lavoro “così – si sente dire in giro – imparano anche loro una buona volta” (sic!). Questo atteggiamento, purtroppo, non tiene in considerazione che la sezione staccata di Tropea ha rappresentato, per molti cittadini, l’opportunità di potersi difendere senza dover sostenere anche le spese degli spostamenti e quelle dovute al mantenimento di una causa in una sede di tribunale più distante. Tali considerazioni, assieme ad altre che descrivono in modo più dettagliato tutti i disagi che l’utente – non già e non solo ogni avvocato! – dovrà subire, sono state ampiamente illustrate dall’avvocato Giovanni Macrì sulle pagine di questo sito (clicca qui). Alla sua voce si è unita, sulla stampa regionale, quella dell’avvocato Corrado L’Andolina, che ha voluto ricordare come il “foro di Tropea” abbia dato a molti tropeani l’opportunità di accedere alla professione di avvocato pur non provenendo da famiglie con una tradizione forense alle spalle.
Ora sembra quasi che la chiusura della sede staccata non avrà conseguenze sulla nostra cittadina… E fa male registrare l’immobilismo della città di fronte a tale situazione. Una città che in difesa del proprio ospedale riuscì a mettere assieme, nella stessa piazza, al termine di un lunghissimo corteo, esponenti del mondo della politica, dell’associazionismo, della Chiesa.
In altre cittadine del meridione si è ricorso alla protesta ad oltranza, con l’occupazione della Salerno-Reggio Calabria, mentre a Rossano si sono protratte per giorni le proteste, che hanno smosso le acque e forse riusciranno nell’impresa. In quest’ultimo caso, infatti, la Commissione affari istituzionali della Regione Calabria ha avviato la procedura per un referendum abrogativo della chiusura della sede staccata del tribunale.
A questo punto la domanda nasce spontanea: ma bisogna per forza ricorrere ad atti eclatanti per fare in modo che anche Tropea possa riottenere la sua sede?