I treni della vergogna
di Bruno Cimino
foto Salvatore Libertino
La scorsa estate chi ha avuto la fortuna di trascorrere anche un breve
periodo di vacanza nel sud Italia avrà notato il grave problema che esiste laggiù con il
trasporto ferroviario, a breve e a lunga percorrenza.
Parlare di disperazione da parte dellutenza è dire poco. Daltronde non può
essere diversamente quando per quasi tutta lestate i treni hanno viaggiato con
ritardi inauditi.
Nel
periodo a cavallo di ferragosto, per esempio, la stazione di Vibo-Pizzo, in provincia di
Vibo Valentia, ha annunciato treni, provenienti dal nord, in ritardo di quasi tre ore. Il
17 agosto, a Tropea, punto di riferimento del turismo calabrese, lunico treno
rimasto a lunga percorrenza che parte da Reggio Calabria (stiamo parlando di una distanza
di 91 km.) è arrivato con 1 ora e 40 minuti di ritardo ed a Roma quasi due ore dopo
lorario ufficiale.
Ma di questi fatti le cronache sono zeppe, e i cittadini ne hanno le scatole piene.
Quello su cui è necessario prestare particolare attenzione è invece legato a questioni
essenzialmente politiche, di riordino dei trasporti pubblici che sono alla base per un
credibile rilancio del Mezzogiorno.
Molto probabilmente i politici che hanno assunto lincarico di gestire la fetta
maggiore dellEnte Ferrovie Italiane ritengono poco rilevante tale compito. Così, da
una irrilevante mansione si passa ad una repellente gestione i cui risultati sono ancora
presenti nelle cronache luttuose che ci parlano di treni che ragliano e deragliano,
"le cui cause spesso sentiamo dire - non dipendono dalle ferrovie", che
non partono, che viaggiano con tre, quattro e cinque ore di ritardo e con rimborsi da
elemosina che, in barba ai regolamenti, sono estinti dopo molti mesi. Ma è innanzitutto
nella dottrina economica che vuole, per una qualunque azienda, il massimo dei profitti
attuando la formula "massimizzare i ricavi e ridurre i costi".
Ci si chiede perché tutto ciò. Sarà forse perché le ferrovie non sono più un mezzo
per racimolare, come succedeva sino a poco tempo fa, consensi elettorali? O forse perché
lex azienda di Stato è destinata a diventare completamente un affare privato con la
benedizione del "palazzo" e la maledizione della collettività?
Le speranze dei meridionali però erano di ben altra natura, orientate verso un decollo
economico, dove i trasporti su rotaia avrebbero dovuto assumere un ruolo fondamentale.
Purtroppo, sulla carta, il "riordino dei trasporti nel nuovo piano nazionale"
nulla ha a che fare con il rilancio economico del Mezzogiorno, anzi, la sensazione è che
si fa di tutto per peggiorare "la "questione Meridionale".
Per avere unidea di come il Sud viene penalizzato riportiamo qualche cifra inserita
nel "Riepilogo delladdendum al contratto di programma 1994-2000",
dove leggiamo che per le regioni del centro-nord limporto dei lavori (in miliardi)
da affidare è di 2.799, e per le
regioni meridionali 2.548; inoltre, nelle "Analisi degli investimenti per
regioni" cè scritto: "Per le Ferrovie dello Stato e sistema Alta
Velocità il Centro-Nord riceverà 28.253.65 mld. di lire a fronte dei 9.711.44 mld. di
lire previsti per le regioni del Sud".
La differenza a sfavore del sud è di umiliante evidenza. Non vi è che
unopinione da considerare, ossia sullassenza dei politici locali, sindaci,
assessori e presidenti di provincie e regioni, sul fatto che non si vede né si sente
leco di una protesta forte e rivoluzionaria.
Ma che ne sanno i politici moderni delle rivoluzioni?
Si fa strada un dubbio: se non si tratta di menefreghismo, cecità o
ignoranza, e poiché in politica non cè più nulla di cui stupirsi, non è che per
caso su questo problema ci sia della convenienza politica-padronale?
Restringendo il dubbio alla sola fascia costiera tirrenica della Calabria, è possibile
evidenziare non solo unallegra gestione di questo servizio pubblico, ma ci sarebbero
molti elementi "da lavoro" per la magistratura.
Innanzitutto è molto strana la chiusura del 90% delle stazioni, così comè
illogica la soppressione del 99% dei treni "Via Tropea" che riguardano molti
centri di notevole interesse turistico. E il futuro è ancora più nero.
Dallentrata in vigore dei nuovi orari ferroviari, consuetudine di ogni fine
stagione, non esiste più nessun treno a lunga percorrenza che attraversa la tratta
litoranea tirrenica che va da Lametia Centrale sino a Gioia Tauro, sicché molti paesi e
comuni di ben due Provincie sono destinati a rimanere esiliati dal resto dellItalia.
Tutto ciò è gravissimo sia per i disagi che incontreranno i cittadini delle località
interessate, sia per il movimento turistico che riguarda ogni anno un enorme flusso di
passeggeri.
Stando così le cose è difficile credere a chi afferma che si sta lavorando per il
rilancio del sud quando poi si taglia un servizio essenziale come quello ferroviario! E
questa non è unaffermazione con accenti sindacali, tantè che abbiamo
avallato i motivi che hanno introdotto a nuove politiche di rilancio del Mezzogiorno,
ossia senza investimenti a pioggia o assistenzialismi, abbiamo capito e fatto capire che
per lintera collettività è finito il tempo delle vacche grasse, abbiamo spesso
scritto che il lavoro è diventato per tutti una variabile dipendente dalle capacità e
volontà del singolo e non più necessariamente legato alle decisioni dei nostri
governanti. Ma tutto questo esime il cittadino del meridione ad accettare politiche
collettive che penalizzano anziché risolvere i problemi delleconomia locale. E per
la Calabria economia sta a turismo, come turismo sta a trasporti.
Quella turistica è per il meridione dItalia lunica industria credibile, dove
nulla hanno a che fare i "finanziamenti a pioggia", ma per la quale sono
fondamentali la realizzazione di opere dinteresse nazionale ed internazionale;
pertanto le stazioni ferroviarie è necessario aumentarle di numero, non abolirle, e così
il numero dei treni, dei porti e degli aeroporti, senza dimenticare il Ponte sullo Stretto
ed una vera autostrada che sono opere altrettanto essenziali per diminuire la disparità
con le altre regioni italiane che hanno le stesse caratteristiche e vocazioni naturali.
Se ciò non avviene la variabile dipendente di cui sopra potrebbe interessare altri
settori di altra cronaca.
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