Il percorso di trekking promosso da “Antico Sentiero”
“La vita dei mulini" tra natura e cultura
Zone incontaminate, splendidi panorami, degustazione di prodotti tipici locali
di Flavia Mamone
foto Salvatore Libertino
Drapia - Sensibilizzare la gente al rispetto della natura, far conoscere e apprezzare zone incontaminate, splendidi panorami, nella volontà di far sapere a quanti visitano i nostri luoghi che a pochi chilometri dalle famose spiagge e dal mare cristallino di Tropea esiste un ricco entroterra di altrettanta, incomparabile bellezza.
Sono questi i motivi che, circa un anno fa, hanno spinto un gruppo di giovani del comune di Drapia, Michele Pungitore, Francesco Loiacono, Leonardo Loiacono, Carmelo Staropoli e Domenico Pugliese, a dar vita all’ Associazione Naturalistica “Antico Sentiero” (patrocinata dalla Provincia e facente parte della Protezione Civile Prociv-Arci) che ha dato il via anche quest’ anno alla riapertura, dopo la scorsa fortunata stagione, del percorso di trekking “La via dei Mulini”.
L’iniziativa, che prevede lo svolgersi delle escursioni tutti i giorni da metà Aprile ad Ottobre, oltre ad un intento naturalistico e di promozione territoriale, risulta anche di particolare interesse storico-culturale trattandosi di zone attualmente non popolate ma che testimoniano l’antica presenza di una comunità contadina che lì viveva e lavorava. Di qui la presenza sul percorso di mulini ad acqua per la lavorazione del grano che all’epoca veniva trasportato sul dorso dei muli su per le vecchie mulattiere, una delle quali, ripristinata dal Consorzio di Bonifica Mesima, sarà proprio da quest’anno parte dell’iter naturalistico.
“L’escursione guidata inizia con la visita al Castello Galluppi di Caria - spiega Michele Pungitore –quindi si procede verso valle per circa tre chilometri fino a raggiungere un sentiero attrezzato che costeggia il Torrente Ruffa (Fiumara Brattirò)”. Una nota stonata, a tal proposito, è data però dalla presenza nella parte opposta al percorso di una scarica abusiva di rifiuti che minaccia la purezza di queste acque e conseguentemente di quelle marine.
Durante la passeggiata si ha la possibilità di ammirare piccole cascate, molte specie animali e tra le varie piante una rara specie di felce tropicale, la Woodwardia Radicans che fa del sito un luogo protetto d’interesse Europeo. Dopo aver percorso altri quattro chilometri si raggiunge nuovamente l’abitato di Caria per visitare la Chiesetta della Madonna del Carmelo, tipico santuario dei primi del Novecento.
La seconda parte dell’escursione, non meno interessante, prevede il raggiungimento di un area pranzo appositamente attrezzata, immersa nel verde. I prodotti messi in tavola sono quelli locali, tipici e genuini come la sujaca di Caria, la ‘nduia di Spilinga, il formaggio del Poro. Il tutto condito dal calore e dalla tipica allegria calabrese.
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www.tropeaedintorni.it luglio 2006 |