Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Trasfigurati nel Signore Gesù
La Chiesa orientale chiama la festa della Trasfigurazione la “Pasqua dell’estate”, perché in essa vediamo la gloria di Dio che si manifesta nel suo Figlio, quella stessa gloria che brillerà nella sua Risurrezione. E’ il Padre a presentare il suo stesso Figlio: «Questi è il mio Figlio, l’Amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». – Gli apostoli hanno udito la voce di Dio che invitava ad ascoltare il Figlio. oggi tocca a noi.
Dal vangelo di questa domenica (Mt 17,1-9)
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».
♥ Su comando del Padre, hanno ascoltato e seguito il Figlio schiere di santi e beati e soprattutto di martiri, sul volto dei quali oggi risplende la gloria del crocifisso risorto.
♥ Il comando di ascoltarlo vale anche per noi oggi: e anche noi oggi possiamo aiutare il Cristo a salvare il mondo, a lottare e vincere contro il male, sicuri che attraverso la Croce anche noi giungiamo alla Gloria.
Varsavia, 6 agosto 1944: uccisi 30 Redentoristi dai nazisti.
Il 6 agosto, 1944 dalle truppe naziste sono stati uccisi trenta Redentoristi nel quadro di sterminio della popolazione civile della capitale, dopo lo scoppio della rivolta di Varsavia. Hanno ucciso tutti i monaci che risiedevano nel monastero in Via Karolkowa: 15 padri, 9 fratelli, 5 seminaristi, 1 novizio.
Nei primi giorni della rivolta nel monastero di via Karolkowa si formò un punto di insorti. I Padri si spostarono al piano seminterrato, fornendo assistenza e riparo ai residenti locali. Il 5 agosto unità di ribelli furono costrette a ritirarsi in direzione del centro storico.
La mattina del 6 agosto, i tedeschi circondarono il monastero e tutti gli occupanti furono trasferiti sotto scorta alla chiesa di S. Adalberto in Via Wolska, che fu trasformata in campo di transito.
Là i Redentoristi furono separati dal gruppo e portati nelle vicina fabbrica Kirchmayer e Marczewski. Lì furono uccisi con colpi alla nuca. Successivamente, i tedeschi passarono alla esecuzione dei civili. Secondo le stime degli storici, nella prima settimana di agosto i nazisti avrebbero ucciso circa 50.000 persone. I residenti di Wola furono spettatori dell’ordine di sterminare l’intera popolazione di Varsavia in rivolta.
Il tragico evento avvenuto 73 anni prima fu commemorato pochi anni fa con la stele che si trova nel luogo di esecuzione, di fronte alla chiesa di S. Adalberto. Il monumento ha un’altezza di 2,5 metri e raffigura l’abito religioso redentorista (granito nero) incorporato in una croce bianca. L’iscrizione del monumento: “In memoria di 30 Padri Redentoristi e di circa 2.000 abitanti di Wola uccisi dai tedeschi nella fabbrica Kirchmayer e Marczewski il 6 agosto del 1944. Rimasero fedeli a Dio, alla Chiesa e alla Patria”. Seguono i nomi dei sacerdoti assassinati. Il monumento fu progettato da Marek Moderau.
L’iniziatore dell’idea di erigere un monumento spetta agli abitanti della parrocchia di San Clemente, testimoni di quei tragici eventi. Ricordano l’aiuto che i Redentoristi seppero dare alla popolazione locale. I Padri, dopo le confessioni e la celebrazione della Messa, distribuivano modesti pasti, offrivano riparo ai parrocchiani spaventati e ai residenti di Wola nei locali seminterrati del monastero e sotto la chiesa. Si pensava che alla irruzione dei tedeschi nel convento per uccidere i rifugiati essi potessero fuggire verso il centro città, ma preferirono restare fino alla fine.
(dal sito web dei redentoristi di Polonia)