“La verità è che Tropea, in modo particolare, sta pagando oltre ogni limite i tagli della sanità”
“L’on. Salerno si arrampica sugli specchi per dimostrare l’indimostrabile”
Torna a parlare della questione Sanità vibonese l’ex Dirigente Tino Mazzitelli, in particolar modo sulle ultime dichiarazioni rilasciate dall’On. Salerno. Con una lunga nota stampa, Mazzitelli esprime tutto il suo rammarico in merito allo stato dell’arte dei nosocomi provinciali.
“Ostentando una sicurezza in verità non giustificata l’assessore regionale la lavoro Nazzareno Salerno comunica tramite i mass media locali che sono stati stanziati cinque milioni e mezzo di euro da investire nelle strutture sanitarie di Serra e Tropea. Si tratta di interventi di efficientemento energetico da realizzare attraverso l’esecuzione di impianti a concentrazione solare per la generazione di energia termica ed elettrica”.
Questi interventi, secondo il rampante assessore, sono la prova dell’intenzione di rilanciare due ospedali che fino a qualche tempo fa, prima dell’avvento del centrodestra alla Regione Calabria, erano delle bandiere per le aree territoriali in cui gravitano, assolvendo con dignità ai compiti per cui erano preposti.
L’on. Salerno non è nuovo a vacue sortite e a bizzarre invenzioni, ragion per cui, delle due l’una: o egli crede che i cittadini di Serra e di Tropea si siano rimbecilliti al punto tale da credere all’ultima sua “boutade”, o è così disincantato tanto da illudersi che con qualche operazione di facciata davvero si possa far rivivere i due presidi un tempo baluardi per la salvaguardia della salute dei cittadini. E’ anche verosimile credere che alla base del roboante proclama vi sia la stringente necessità etico-politica di cercare di far ammenda dei propri errori al fine di risarcire per i torti commessi i cittadini di Serra e Tropea ai quali ha arrecato danni immensi allorquando presiedeva la Commissione regionale sanità.
In tale veste, difatti, assieme ai suoi compagni di merenda pidiellini, non ha avuto il coraggio di ostacolare l’imput distruttivo del commissario Scopelliti che, novello Attila, han fatto terra bruciata della sanità calabrese con l’ormai tristemente celebre Piano di Rientro, ovvero con i tagli lineari di strutture sanitarie e di ospedali.
Nel mentre l’on. Salerno si arrampica sugli specchi per dimostrare l’indimostrabile, divampa l’indignazione dei cittadini per i tanti disservizi che si registrano nei due ex ospedali. Se la gente si è in parte rassegnata a dover rinunciare alle funzioni ospedaliere, non intende passare sopra alle inefficienze contro cui si scontrano in sede di accesso ai vari ambulatori. Con vero rammarico ha assistito alla morte dei due ospedali, impotente ha visto chiudere i battenti di due strutture altamente efficienti per far sì che ognuna di esse divenisse un insieme di ambulatori. Con dispiacere e dolore avverte, a dispetto dell’ottimismo dell’on. Salerno, che quel che è rimasto dei due ospedali è mal funzionante e vergognosamente disorganizzato ed offre all’utenza servizi paragonabili ad una struttura da terzo mondo, assolutamente lontana dai canoni di un paese civile.
In tale contesto, che senso può avere lo stanziamento di cinque milioni e mezzo di euro da investire in opere che, ancorchè utili ai fini del risparmio energetico, risultano essere tuttavia meno necessarie di quelle strettamente legate ad una migliore efficienza sanitaria in termini di attività produttive e di qualità.
Di buone intenzioni, comunque, sono lastricate le vie del Signore e non vi è dubbio che molte azioni negative sono generate da buoni propositi. Fatto sta che da una situazione sanitaria pregressa fatta anche di coerenza si è sfociato nel mero opportunismo e si è completamente perso il senso della misura. Spesso per la volontà di cercare una imponente visibilità, per la mancanza di coraggio per fronteggiare i ricatti e non cedere ai diktat, per il solo gusto di non voler essere per paura o vigliaccheria una voce fuori del coro, si prendono posizioni, si avallano iniziative e si dicono cose che non hanno senso, offendono l’intelligenza, si ripercuotono negativamente sui cittadini con l’ovvio risultato che alla fine risulteranno un boomerang oltre che un insanabile danno per tutti gli utenti.
Ieri, operazioni di semplice “maquillage”(attivazione day sargery,day hospital,acquisto di ambulanze e di defibrillatori), oggi lo stanziamento di cinque milioni e mezzo di euro vengono prospettati come il rimedio efficace per ridare ossigeno e tenere in vita i due presidi.
Dal danno si passerà alla beffa. L’iniziativa escogitata dell’investimento lungi dall’essere risolutiva, è peggiore del danno stesso, solo fumo negli occhi che non risolleva i due ospedali dal degrado in cui sono stati indotti, nè promuove una perfetta integrazione e un vero potenziamento dei servizi sanitari in quanto poca cosa nel contesto generale delle attività che dovrebbero essere erogate.
Abbiamo sempre guardato con estrema attenzione a tutte le iniziative portate avanti nell’interesse dell’Asl 8 finalizzate a realizzare la tutela della salute dei cittadini basata sul pieno rispetto della dignità della persona. E abbiamo plaudito allorquando tale tutela è stata qualitativamente appropriata e adottata con criteri di efficienza e di produttività a tutto vantaggio del cittadino utente. L’iniziativa assunta dalla Regione Calabria che ha ritenuto di elargire una ingente somma per gli ospedali di Serra e di Tropea finalizzata solo al risparmio energetico non ci sembra, però, possa configurarsi come un obiettivo teso ad incrementare l’assistenza sanitaria e,quindi, la tutela della salute qualitativamente appropriata dei cittadini. Tant’è che i fatti parlano da soli!
Parafrasando un vecchio adagio popolare si può tranquillamente affermare che la montagna ha partorito il topolino. Ma quello che sconcerta, al di là di qualche adulazione registrata da parte di qualche corifeo in servizio permanente nei confronti dell’on. Salerno, è il silenzio assoluto, l’indolenza e l’apatia da parte di tutte le forze politiche e sociali, degli operatori sanitari che supinamente sono costretti ad assistere a distorsioni sistematiche della verità con le quali una iniziativa di poco conto viene spacciata per una operazione in grado di assicurare e garantire una efficiente assistenza sanitaria.
La verità è che Tropea, in modo particolare, sta pagando oltre ogni limite i tagli della sanità. Eppure il suo ospedale conserva ancora grandi potenzialità sotto il profilo delle professionalità che se ben supportate sarebbero in grado di competere con gli altri presidi provinciali e regionali e di dare adeguate risposte alle esigenze territoriali di una città e di un comprensorio al centro di un flusso turistico paragonabile a quello delle grandi città.
Gradualmente in questi anni la sanità vibonese è stata messa in liquidazione attraverso il Piano di Rientro. Anche gli ospedali di Serra e di Soriano sono stati disattivati perdendo di conseguenza il ruolo e la funzione di ospedali. Se però Serra e Soriano piangono, Tropea di certo non sorride. Il richiamato Piano ha imposto per il P.O. di Tropea la disattivazione dei ricoveri in Chirurgia, lo spostamento di Urologia presso il P.O. Di Vibo, la disattivazione dei ricoveri ordinari in Ortopedia, la compressione dei posti letto in Medicina che da 20 passano a 10, la chiusura della Sala Operatoria, la chiusura degli ambulatori di Dermatologia, Otorino, Gastroenterologia, Cardiologia, il trasferimento presso il P.O. Di Vibo del personale medico e paramedico di Anestesia e Sala operatoria, il declassamento del Distretto sanitario di base.
Tutto ciò sotto lo sguardo a dir poco distratto dell’on. Salerno e dei suoi colleghi pidiellini che non hanno mosso un dito per impedire lo scempio dei tagli lineari della sanità e sotto il silenzio assordante dei sindaci, distratti dai problemi più redditizi delle reti idriche e fognanti dei loro paesi.
Hanno tutti preferito irresponsabilmente defilarsi e abdicare ai compiti istituzionali contribuendo con tale atteggiamento al progressivo degrado della sanità.
Rattrista soprattutto l’atteggiamento del sindaco della città capoluogo il quale non ha mai avvertito in tutti questi anni, durante i quali il dibattito sulla salute ha interessato il diritto dei cittadini a disporre di un servizio adeguato al vivere civile, la sensibilità di promuovere una riunione dell’unico organo di indirizzo politico oggi presente nel sistema sanitario, cioè la Conferenza dei sindaci per delineare e rappresentare ai dirigenti incaricati della gestione della sanità le esigenze di un territorio praticamente escluso da un servizio sanitario degno di tale definizione.
Tale organismo, come è noto, ha un ruolo strategico di fondamentale importanza: i sindaci costituiscono il punto di riferimento centrale per l’organizzazione aziendale sia nella fase di progettazione che in quella di erogazione dei servizi. Per legge debbono dare il loro contributo in sede di definizione dei piani programmatici attraverso i piani attuativi locali e il programma delle attività territoriali. Debbono, altresì, dare il loro contributo ai fini della verifica e del controllo dell’andamento generale dell’attività sanitaria aziendale e dell’esame del bilancio pluriennale di previsione e di esercizio.
Stante tutto ciò, atteso che ancora nulla è perduto: sindaco D’Agostino, se ci sei, batti un colpo!”