L’antropologo calabrese raccoglie 136 voti
Il patriota e la maestra è il libro edito da Quodlibet che conquista il premio
E’ Vito Teti con “Il Patriota e la maestra” (Quodlibet, 2012) a vincere la settima edizione del Premio Letterario Nazionale Tropea con 136 voti sui 27 ottenuti da Edoardo Albinati con “Vita e morte di un ingegnere” (Mondadori, 2012) e i 25 di Benedetta Palmieri con “I Funeracconti” (Feltrinelli, 2011).
La vittoria di Vito Teti è un indicatore della tendenza a prediligere le storie legate al reale rispetto alle narrazioni o ai romanzi di fantasia. “La storia con la s minuscola”, vicissitudini individuali che legandosi tra loro danno vita al racconto di vicende storiche e di dinamiche che producono l’evoluzione sociale.
Da archivi e testi mai o poco frequentati, emergono personaggi ed eventi minori, storie individuali e familiari sconosciute, passioni, pensieri e azioni dimenticate. È alla ricerca di queste vite parallele che è andato Vito Teti, rintracciando la vicenda di Antonio Garcèa, calabrese, patriota rinchiuso in tutte le carceri borboniche, e Giovanna Bertòla, piemontese, giovane maestra e fondatrice de «La Voce delle Donne», giornale di donne e per le donne. Una storia minuta, quotidiana, faticosa, segnata da speranze e delusioni – a cui fanno da sfondo altre storie e altre figure del Risorgimento meridionale – che aiuta a uscire da retoriche nazionali e da nostalgie neoborboniche. La storia dell’incontro tra un «vero figlio delle rupi calabre» e la «Mammagrande» piemontese, che girano l’Italia per affermare il loro credo, è metafora di un’altra storia tra Sud e Nord, uomo e donna, passione e ragione, ceti privilegiati e ceti popolari. Un altro modo di “fare l’Italia” era possibile e il Risorgimento non sempre è stato “tradito”.
Il Premio Letterario Nazionale Tropea – ideato e promosso dall’Accademia degli Affaticati e primo concorso nazionale ad aver veicolato i libri in formato ebook – si è svolto all’interno della seconda edizione del “TropeaFestival Leggere&Scrivere”, frutto di un partenariato tra Il Sistema Bibliotecario Vibonese (soggetto capofila), i comune di Tropea, di Vibo Valentia, Soriano Calabro e Serra San Bruno, l’amministrazione provinciale di Vibo Valentia e la stessa Accademia degli Affaticati.
Vito Teti si è aggiudicato il Premio superando gli altri due finalisti con uno distacco netto: 136 voti totali pari al 72,3% dei voti espressi, Edoardo Albinati con 27 preferenze (14,4%) si aggiudica il secondo posto e a seguire Benedetta Palmieri con 25 voti (13,3%).
A decretare il verdetto sono stati i 409 sindaci di tutta la Calabria col voto combinato di una giuria popolare composta da 41 persone.
La vittoria di Vito Teti – che nell’albo d’oro del prestigioso premio segue quella di Mimmo Gangemi (La signora di Ellis Island), Donatella di Pietrantonio (Mia madre è un fiume), Mattia Signorini (La Sinfonia del tempo breve), Carmine Abate (Gli anni veloci), Gianrico Carofiglio (Ragionevoli dubbi), Roberto Saviano (Gomorra) – sottolinea, come già avvenuto con Gangemi e Abate, il gradimento della narrazione legata all’appartenenza e all’identità che Teti esprime anche attraverso il suo radicamento con il territorio e la scelta di approfondire i percorsi della costruzione identitaria, il motivo della melanconia e della nostalgia, l’antropologia dei luoghi e dell’abbandono. Il rapporto antropologia-letteratura è al centro della sua scrittura.
Oltre ai finalisti, nella serata conclusiva condotta da Pasqualino Pandullo (Presidente dell’“Accademia degli Affaticati”, promotrice del Premio) e Livia Blasi (giornalista della sede Rai di Cosenza) presso il Museo Diocesano di Tropea, i professori Alfredo Focà e Pino Lonetti per le Università di Catanzaro e di Reggio Calabria e l’Assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri.
A spiegare il grado di partecipazione al voto elettronico da parte dei sindaci calabresi e dei componenti della giuria popolare è stata Maria Stelitano per Asmenet Calabria.
Il “TropeaFestival Leggere&Scrivere” dal prossimo anno sarà gemellato con il “Festival delle storie” della Valle di Comino (Frosinone).
La giuria del Premio è costituita da autorevoli nomi del panorama editoriale italiano che hanno selezionato i tre testi finalisti tra cui Isabella Bossi Fedrigotti, firma autorevole del Corriere della Sera e Presidente della Giuria, scrittrice (Premio Campiello 1991), e già Presidente, dal 2005, del “Bagutta” il più antico premio letterario italiano.
La terna di opere selezionate è poi diffusa sull’intero territorio calabrese grazie al coinvolgimento dei 409 sindaci dei comuni calabresi invitati alla lettura delle opere in formato ebook e alla giuria popolare composta da giovani studenti tropeani e membri dell’“Accademia degli Affaticati”. I loro voti congiunti hanno decretato il libro vincitore dell’edizione 2013.