Attualità

Terzo incontro DOMINAE. Rassegna di Donne Valorose di sos KORAI

Frida Kahlo vince la pioggia e conquista il pubblico

Frida ci insegna che non dobbiamo né possiamo sfuggire al male ma occorre guardarlo da una prospettiva diversa

Frida-Kahlo-Donne-Valorose-sos-KORA-29-03-2025
“Sono nata nella pioggia. Sono cresciuta sotto la pioggia. Una pioggia continua nell’anima e nel corpo” così parlava di sé l’affascinante Frida Kahlo e la pioggia abbondante di ieri, venerdì 28 Marzo, non ha impedito al consueto folto pubblico di DOMINAE di recarsi alla Cappella dei Nobili per ascoltarla e vederla.
Effettivamente, la relazione della Prof Michela Ruffa é stata così intensa e carica di empatia da rendere tangibile Frida a tutti i presenti che, per oltre un’ora, sono rimasti immobili ad ascoltare le straordinarie vicende della sua vita.
A colpire é stata, soprattutto, la capacità della multiforme artista di attraversare il dolore traendone la forza per vivere intensamente. “Volere non basta, bisogna desiderare ardentemente” e il suo potente soffio vitale ha percorso le numerose traversie senza mai affievolirsi: la sua vocazione per la pittura e la poesia, il culto delle sue radici indios e l’amore per Diego Rivera, da cui divorziò per poi risposarsi, assieme alla sua straordinaria capacità di rialzarsi e di sorridere alla vita hanno fatto di Lei un’icona di resilienza.
Frida gamba di legno, Frida dalla colonna rotta, Frida colomba con l’ala spezzata vive la disabilità e accetta il dolore come qualcosa di naturale e di inevitabile e l’essere diversa plasma la sua esistenza. La fede che il dolore possa avere un senso la spinge a ricercare l’essenziale, la sofferenza, compagna di sempre, affina la sua sensibilità e l’amore diventa la forza con cui si esprime la sua voglia di vivere.
Subisce 32 operazioni porta busti di gesso e d’acciaio, subisce rifiuti, tradimenti e la delusione terribile di non poter essere madre ma la colomba ferita non smetterà mai di volare e di appassionarsi. La pittura la salva dalla disperazione e lo specchio, posto dai genitori sul letto in cui é costretta dal terribile incidente subito, le consente di guardarsi, di ritrarsi, di dare un volto al suo patimento e di comprenderlo. Frida ci insegna che non dobbiamo né possiamo sfuggire al male ma occorre guardarlo da una prospettiva diversa.
La relazione appassionata della Prof Ruffa, molto apprezzata dagli spettatori, si è conclusa con la presentazione della sua ultima opera, ”Viva la vida”, una natura viva, come lei amava definirla, in cui campeggiano cocomeri di sfumature diverse ad indicare le varie stagioni della vita. Il dipinto é il suo testamento e la sua visione dell’esistanza: un inno alla gioia, ai sogni, alla diversità come valore, all’amore, alla maternità, al dolore, alla morte e alla vita. Lo dipinge nel 1954, otto giorni prima della sua morte per embolia polmonare, a seguito dell’amputazione di una gamba, negli stessi momenti scrive l’ultima riga del suo diario: “Spero che la vita sia gioiosa e spero di non tornare mai più”.

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Daniela Stroe
Appassionata di fotografia e video, esperta in social media e comunicazione, giornalista pubblicista iscritta nell'albo professionale dell'ordine dei Giornalisti della Calabria è collaboratrice di Tropeaedintorni.it, testata per la quale cura i network collegati al sito e realizza articoli, reportage fotografici e video.