Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Tenebre nere e bagliori di luce.
– Tutto il mondo occidentale guarda ormai con viva preoccupazione alle conseguenze della rapida svolta degli eventi in Afganistan. Mentre da molti si dipinge a colori foschi il futuro (o ritorno al passato?) della situazione delle donne e delle bambine, non mancano i proclami talebani che invitano all’ottimismo: “E’ l’ora della prova – ha detto il mullah Baradar – Faremo tutto il possibile affinché migliorino le vite degli afghani”.
– E’ l’ora della prova! Altrove, come in Pakistan, emergono segni di tolleranza e di rispetto delle minoranze.
– Nei giorni scorsi il mondo era stato scosso da due vicende riguardanti un bambino indù e una coppia di cristiani incolpati di blasfemia. Ebbene il Il Pakistan ha scagionato il bimbo di 8 anni accusato di blasfemia e assolta la coppia cristiana dopo aver trascorso sette anni nel braccio della morte. – Segnali concreti, risposte alla intolleranza fondamentalista islamica che cerca di soffiare sempre sul fuoco dell’odio razziale e religioso. – Il ministro pakistano ha detto: “I veri islamici rispettano le minoranze”.- Dall’Islam si attende quindi tolleranza e rispetto delle minoranze. Ma la cultura occidentale deve fare i conti con le sue confusioni sulla famiglia, sulla parità di genere e sull’identità stessa della persona: cose difficili anche per noi credenti e che fanno gridare (a ragione) gli islamici: “Gli occidentali, tutti infedeli!” – Pertanto tutti dobbiamo potere imparare qualcosa, per affrontare i difficili tempi che attendono l’umanità.
♦ Prima storia: il Pakistan scagiona il bimbo di 8 anni accusato di blasfemia.
Il piccolo indù era stato denunciato, a fine luglio, per aver «urinato intenzionalmente» nella biblioteca della madrassa di Bhong, importante centro islamico dove sono custoditi vari testi sacri.
♦ Agli accusatori non importava che il responsabile avesse appena otto anni e non fosse in grado di comprendere il significato delle proprie azione. Il piccolo, di religione indù, è stato arrestato per blasfemia – crimine punito con pene severi, inclusa la condanna a morte – e, poi, portato nel tribunale della città di Rahim Yar Khan, nel Punjab.
♦ Là, il 4 agosto, il giudice gli ha concesso una cauzione. Né il bambino né la sua famiglia, tuttavia, sono potuti tornare a casa perché una folla di estremisti li ha attesi fuori dalla corte per aggredirli, mentre il locale tempio indù è stato assaltato.
La polizia li ha nascosti e messi sotto protezione. E là si trovano ancora tuttora, nonostante l’incubo – almeno quello giudiziario – sia finito.
♦ Lo scorso 12 agosto le autorità hanno fatto cadere le accuse, con sollievo degli attivisti e delle organizzazioni internazionali che si erano mobilitati per salvare il bimbo. «Le accuse erano infondate», ha detto il rappresentante speciale del ministro per l’Armonia interreligiosa, Tahir Mehmood Ashrafi.
Secondo quest’ultimo, a finire nei guai sono stati gli agenti che avevano fermato il piccolo.
♦ Le autorità locali, inoltre, hanno riparato il tempio danneggiato che è stato riaperto con una cerimonia solenne e decine di assalitori sono stati incarcerati. «Sono persone che non rappresentano l’autentico islam. Noi rispettiamo le minoranze», ha aggiunto Ashrafi.
♦ Seconda storia: sempre in Pakistan assolta la coppia di cristiani incolpati di sms «blasfemi»; e il via libera alla coppia ad essere accolta in Europa. Il ministro commenta: i veri islamici rispettano le minoranze.
♦ Una coppia di cristiani, Shafqat Masih e la moglie Shagufta Kousar Masih, assolti a luglio dall’accusa di blasfemia dopo aver trascorso sette anni nel braccio della morte, hanno lasciato il Paese per trasferirsi in Europa. La nazione a cui hanno fatto richiesta e che ha accettato di accoglierli non è stata resa nota per ragioni di sicurezza: la liberazione di presunti blasfemi spesso si traduce in una condanna a morte per mano di fanatici estremisti.
♦ I due erano stati arrestati nel 2014 e giudicati colpevoli di aver inviato a un leader religioso islamico degli sms «blasfemi».
♦ Shafta e Shagufta Kousar, da parte loro, si sono sempre detti innocenti. Alla fine, in appello, sono stati liberati. A maggio, il Parlamento Europeo aveva esortato l’Unione a fare il possibile per garantire «protezione e sostegno» alla coppia.
(fonte: Avvenire.it,13 agosto 2021).