Comunicato stampa di “Passione Tropea”
L’amministrazione comunale, appare orientata ad una visione arcaica dei sistemi turistici
L’ipotesi dell’introduzione della tassa di soggiorno, allo studio – secondo quanto si apprende dalle indiscrezioni trapelate dalla stampa – dell’amministrazione comunale di Tropea, appare orientata ad una visione arcaica dei sistemi turistici. In un momento di crisi, quale quello che si vive nel vecchio contenente, una tassa è sempre qualcosa che scoraggia l’utente, perché avvertita come odiosa. Se poi si considera che a fronte di una tassa occorre un servizio da parte della P.A., nel caso di specie la tassa sarebbe ancora meno accetta, vista la carenza di servizi.
Se poi si considera che Tropea ha una estensione territoriale minima, e le strutture presenti sul territorio sono in numero notevolmente inferiore rispetto a quelle insistenti nei paesi viciniori, è evidente che l’effetto principale della tassa sarebbe quello di danneggiare le strutture turistiche tropeane, favorendo a quelle ubicate nelle immediate vicinanze. Atteso che la minoranza che mi onoro di rappresentare intende svolgere una opposizione costruttiva, ed essendo consapevole delle difficoltà economiche che vivono i comuni, ritengo che l’ipotetica introduzione della tassa di soggiorno possa avere un senso solo alla seguente duplice condizione. Essa dovrebbe costituire un investimento in servizi e dovrebbe essere necessariamente concertata con i Comuni della fascia costiera che va da Pizzo a Nicotera. Tropea deve essere il motore trainante degli altri Comuni, ma non può pensare di isolarsi da questi ultimi. Se non si vuole condannare la città ad un impietoso isolamento bisogna abbandonare definitivamente politiche di campanile ed intraprendere con i Comuni viciniori un dialogo che tenda a scelte condivise. In tal senso è necessario che il tavolo tecnico sulla valutazione della introduzione della tassa di soggiorno sia allargato agli altri comuni della costa e possa vedere la presenza, non tanto dei consiglieri di minoranza alla Provincia senza alcuna competenza specifica in materia, ma di chi può determinare scelte in politica del turismo, ossia gli assessori provinciali e regionali. Se solo Tropea dovesse applicare nel proprio territorio la tassa di soggiorno l’effetto sarebbe quello di racimolare quale euro a fronte del gravissimo danno dovuto allo spostamento di un numero esorbitante di villeggianti nei comuni limitrofi, distanti appena qualche kilometro. Al momento dunque l’ipotesi della maggioranza costituisce un regalo per i proprietari delle strutture alberghiere adiacenti al Comune di Tropea e una mannaia per gli albergatori tropeani.
Adolfo Repice
Capogruppo Passione Tropea