Rubrica quotidiana a cura di P. Salvatore Brugnano
Storie belle… per vivere meglio
Suore da premio.
Premiata in patria (Irlanda) per la suora che curava le vittime di Ebola in Sierra Leone.
Suor Maria Dolores Sweeney ha rischiato la sua vita per rimanere ed aiutare la comunità devastata dal virus. La suora di Donegal (Irlanda) ha ricevuto il premio dal Presidente della Repubblica Michael D. Higgins per il suo ruolo nel coordinamento della risposta all’epidemia di Ebola in Sierra Leone.
♦ Quando a Suor Maria Dolores Sweeney delle Suore di San Giuseppe di Cluny, è stato chiesto se voleva lasciare la Sierra Leone, quando l’epidemia di Ebola ha attaccato il paese nel 2014, ella ha risposto di no.
Lei e le sue tre consorelle che lavoravano nella comunità di Makeni furono risolute a rimanere, in quanto “pensavamo di poter fare molto senza essere in pericolo, se siamo stati attente”.
♦ Suor Maria è arrivata in Sierra Leone nel 1972 come insegnante elementare, e poi come come fondatrice e manager della scuola di San Giuseppe per i non udenti, che ora aiuta più di 200 bambini.
La scuola è stata temporaneamente evacuata nel 2014 sotto lo stato di emergenza, ma il personale ha avuto il tempo per insegnare agli studenti quelle pratiche sanitarie di base che secondo Suor Maria hanno salvato tante famiglie.
♥ Una delle sue allieve, il cui padre era un paramedico e la cui madre era un’infermiera, ha lavorato con coloro che avevano contratto il virus: “lei tornò a casa per trovare suo padre, che era molto malato. Aveva nove anni e non udente, e lei non avrebbe permesso a nessuno di toccarlo, e così salvò il piccolo gruppo di famiglie che erano lì. E’ stata vista come una piccola eroina, ha detto suor Mary.
♦ I membri morti della famiglia
Durante l’epidemia, le suore vedevano bambini rimasti in vita in case circondati dai familiari morti, e nei villaggi più piccoli quasi spazzati via. Ora hanno due studenti non udenti che, insieme ai loro sei giovani fratelli, sono stati lasciati alla cura della loro sorella 18enne, dopo che la loro madre, il padre, lo zio e la nonna sono morti a causa della malattia.
♦ La 72enne suora di Donegal (Irlanda) ha trascorso ben 44 anni nel paese dell’Africa occidentale. Guidava un furgone da Makeni alla Guinea, per aiutare a fuggire dalla Sierra Leone durante la sanguinosa guerra dei diamanti 12 anni fa, ma cercare di correre più veloce di Ebola è stato qualcosa di completamente diverso: “Io ero lì per la guerra e vedevamo i ribelli attaccare questo posto, o quel luogo… ma noi non potevamo scappare da loro, e non lo abbiamo fatto”, ha detto suor Mary. – “In qualche modo anche allora non avevamo molta paura. Ma con l’Ebola, non si sapeva chi e dove dove andava a colpire”.
♦ L’unica clinica privata a Makeni in grado di rimanere aperta durante la crisi è stata la Loreto Health Services Clinic. Le Suore di San Giuseppe erano rigorose nel garantire le norme di sicurezza perché rimanesse aperta. Con l’aiuto dell’ex ambasciatore dell’Irlanda in Sierra Leone, Sinead Walsh, esse hanno assicurato attrezzature e sistemi di sicurezza da associazioni non-profit, come gli Amici di San Giuseppe e di Irish Aid.
Come astronauti. Ricorda Suor Mary: “Erano come gli astronauti, che indossavano la tutta durante il grande caldo.
♥ La suora è tornata in Irlanda questa settimana per ricevere il Premio Presidenziale do Servizio dal Presidente Michael D. Higgins per il suo lavoro in Sierra Leone.
“E’ sempre stata una leader”, ha detto la suora più giovane Charlotte Gallagher. “Siamo state portate in un albergo, e lei lo ha voluto a portata di mano per poter dare soddisfazione a tutti. E’ sempre la stessa”.
♥ Mentre Suor Maria dice di essere incredibilmente onorata nel ricevere il premio, ci tiene a sottolineare che non è solo lei da premiare: “Noi eravamo una squadra. E non avremmo potuto realizzare niente senza la nostra gente locale, le nostre sorelle, e le nostre famiglie e il popolo d’Irlanda”.
(fonte: The Irish Times, 8 dicembre 2016).