UN LIBRO FA RIEMERGERE DAL PASSATO LE MEMORIE DI UNA TROPEA CHE NON C’È PIÙ
Agli albori del commercio
Tra i primi osservatori del commercio della cipolla rossa di Tropea uno tra i più autorevoli è stato Giuseppe Maria Galanti, inviato in Calabria in qualità di Visitatore del Regno di Napoli che nel 1792 annotava nel suo Giornale di Viaggio : “..le cipolle poi sono abbondantissime e se ne fa un’estrazione di molti bastimenti all’anno”. Anche nel “Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli di Lorenzo Giustiniani è evidenziato che il territorio di Tropea “abbonda di frumento aranci e cipolla…” Si tratta di annotazioni significative, ma soltanto nel 1859 in una monografia su Tropea del cav. Benedetto Stragazzi, raccolta nell’opera enciclopedica ”il Regno delle Due Sicilie descritto e curato e illustrato ”a cura di Filippo Cirelli, è descritto il colore, la forma e l’esatta zona di produzione della cipolla ed è sottolineato che dal porto di Tropea: “Si caricano pure molte cipolle rosse ma di colore incarnatino e bislunghe che chiamasi pargalesi (pergalisi o parghelesi)“. (Dalla vicina Parghelia, sino al 1807 casale di Tropea).
Di recente, Vito Teti descrivendo le condizioni dell’agricoltura nel circondario di Tropea, ha rilevato che: “nel corso dell’Ottocento agli agrumi e alla cipolla rossa si erano aggiunti agli ortaggi americani” e, in precedenza, Saverio Di Bella aveva sottolineato che “accanto al grano tra i prodotti dell’agricoltura del circondario erano (e sono ancora oggi) soprattutto: cipolla (la famosa cipolla rossa di Tropea) agrumi, fichi, vino ortaggi, peperoncino rosso“. Prodotti che erano alla base del commercio svolto dai numerosi “uomini di mare” che, autorizzati dal Compartimento marittimo di Pizzo a “comandare bastimenti di bandiera nazionale di una portata non superiore a cinquanta tonnellate al piccolo traffico della costa”, raggiungevano, navigando a vela, la Sicilia, le isole Eolie, gli scali della costa tirrenica e ligure, spingendosi talvolta sino a Marsiglia. L’iscrizione di Giuseppe Vita nelle “matricole della gente di mare di prima categoria” è del 1889 e il porto di Tropea era il punto di partenza dei numerosi “capitanei” (come erano denominati i padroni di barca) che svolgevano varie attività mercantili. Questo commercio, durato sino alla prima metà del Novecento, utilizzava l’antica consuetudine del baratto per cui la cipolla di Tropea era scambiata con i prodotti locali delle isole (tonnina, capperi, pesce salato) che venivano rivenduti in Calabria.
Nella prima metà del Novecento lo sviluppo dei mezzi navali a vapore apre nuove prospettive al commercio marittimo ed anche la cipolla rossa di Tropea comincia a essere inviata negli S.U. d’ America. Questa fase merita una descrizione particolare.
Sommario
Presentazione
Il 12 agosto presentazione del il libro del concittadino Pino Vita
(di A. Sambiase)
Riassunto
“La treccia rossa”, la storia della cipolla di Tropea
(di S. Libertino)
Tematiche
1. Piazza Vittorio Veneto e la storia della cipolla rossa
2. Storia del commercio della cipolla rossa
3. L’esportazione della cipolla negli U.S. e la cesta di Bagnara
4. Cipolla tra storia e leggende: da dove è arrivato il seme?
5. L’esportazione della cipolla di Tropea nel dopoguerra (1945/1970)