Nella seduta di consiglio comunale del 4.06.2010, la maggioranza, con la deliberazione n. 11, approvava il Regolamento di Polizia Amministrativa nonché, su iniziativa di un consigliere comunale, una disposizione transitoria che, presentata come emendamento solo nel corso della medesima seduta, andava a sospendere l’efficacia precettiva e vincolante di alcune disposizioni in materia di commercio ambulante contemplate dal regolamento comunale denominato “Criteri e modalità occupazioni spazi ed aree pubblici” (delibera di C.C. 4/99 e ss.mm.ii.) che nulla aveva a che fare con quello in esame.
Il gruppo consiliare Uniti per la Rinascita, ritenendo il processo decisionale profondamene viziato, si rivolgeva con una nota (prot. 14497 del 17.06.2010) al segretario comunale affinchè, nella veste di garante della legalità e della correttezza amministrativa, adottasse i conseguenziali provvedimenti. Con la predetta segnalazione, oltre ad evidenziare la gravissima irregolarità, si rilevava come la deliberazione mancasse del parere preventivo del responsabile dell’area interessata e competente per la materia, ovverosia l’area commercio, nonché come l’emendamento, che andava ad introdurre la disposizione transitoria, fosse tutt’altro che chiaro poiché, riferendosi “alla prossima stagione 2010-2011”, lasciava intendere che la sospensione era da applicarsi all’inverno in quanto unica stagione a cavallo dei due anni. L’opposizione, a tale riguardo, presentava un’interrogazione (prot. 14496 del 17.06.2010) con la quale chiedeva al presidente del consiglio comunale lumi sull’esatto significato della norma e una specificazione della/le stagioni alla quale si riferiva.
I riscontri sono stati a dir poco sconcertanti.
Il segretario comunale, avv. Cesare Pelaia, con una comunicazione datata 1.07.2010 asseriva di non aver individuato gravissime illegittimità nell’atto deliberativo poiché la norma transitoria, pur andando ad incidere su un altro regolamento, riguardava una materia affine. Tale suo convincimento – sosteneva – veniva, peraltro, avvallato dal responsabile della polizia municipale (soggetto privo di ogni competenza rispetto ai regolamenti per cui si discute che rientrano nella sfera di competenza dell’allora area commercio) col parere apposto sulla proposta di atto. In merito, poi, al significato dell’espressione “prossima stagione 2010-2011” il segretario asseriva di non essere in grado di pronunciarsi.
Interveniva, quindi, il presidente del consiglio comunale che, con atto dell’8.07.2010, riscontrava l’interrogazione “avvalendosi della facoltà di non rispondere” ovvero affermando che “non rientra tra i compiti del Presidente del Consiglio formulare interpretazioni autentiche di atti, o parti di essi, approvati dal Consiglio”.
Fatto sta che in forza di tale emendamento – sul cui esatto significato tante bizzarre interpretazioni si sono susseguite – sono ricomparse nel centro storico di Tropea le famose bancarelle che negli anni ’90, tra non poche difficoltà, vennero messe al bando. Un ritorno, va detto, non incondizionato ma legato alla massima discrezionalità dell’amministrazione in carica che concede o meno l’occupazione degli spazi migliori (per intenderci i più centrali e trafficati), in ragione di non meglio specificati, si fa per dire, requisiti. Il tutto, in barba ai principi fondamentali di trasparenza ed imparzialità dell’azione amministrativa, cosa questa assai grave a prescindere da ogni discorso sulla opportunità o meno di reintrodurre nel centro storico di Tropea le bancarelle che, evidentemente, piacciono all’amministrazione Repice.
Consigliere Provinciale Pdl
Componente della Direzione Regionale del Pdl